Cronaca

Bari-Matera, rilancio delle FAL?

Domenica prossima ricorre il centenario dell’entrata in servizio della tratta ferroviaria Bari-Matera. Un evento che verrà festeggiato senza enfasi, stante il degrado in cui questa tratta versa. Tutto il contrario dell’entusiasmo di cento anni fa, almeno a Matera. Era dalla fine del XIX secolo che la Basilicata premeva affinché venisse spezzato il suo isolamento. Solo nel 1904 venne approvata in tal senso una Legge Speciale. Nel 1910 la Società Mediterranea Calabro Lucane si assicurava una concessione e i lavori potevano prendere il via. Si fosse tardato qualche anno ancora, con l’entrata in guerra dell’Italia quella ferrovia sarebbe rimasta sulla carta. In qualche modo, però, dicevamo in apertura, è come se quella tratta fosse tornata sulla carta. Nel passaggio da Società Mediterranea Calabro Lucane a Ferrovie Calabro Lucane e da queste a Ferrovie Appulo Lucane le cose non sono andate in crescendo. Collegamenti e mezzi insufficienti stanno facendo della ferrovia Bari-Matera un esempio di obsolescenza. Una ferrovia sempre più di nome che di fatto. Perché i costi di esercizio e manutenzione stanno portando ad una progressiva sostituzione del trasporto su rotaia con quello su gomma. Per evitare in futuro una totale soppressione Puglia e Basilicata si sono in questi giorni messe d’accordo per migliorare i collegamenti interregionali a cominciare dalla valorizzazione del corridoio ferroviario Matera-Bari. Nessuno s’illuda però. La tratta in questione rimarrà a scartamento ridotto, fattore tecnico che è ragione di lente andature. I costi di una riconversione in ferrovia a scartamento ordinario non sarebbero compensati ai benefici. Con la stessa cifra si fa prima a costruire una super strada Bari Matera. Ma cos’è questo scartamento ridotto che molti erroneamente credono carattere peculiare delle tratte di utilità secondaria? Per ‘scartamento’ si intende la distanza fra i due binari che, quando ordinaria, è pari a 1435 mm. Nelle ferrovie a scartamento ridotto la distanza può scendere sino 950 mm, come nel caso delle Appulo Lucane. La scelta a suo tempo di uno scartamento così contenuto si spiega con le caratteristiche di un territorio accidentato  come la Murgia, questo falsopiano che impone percorsi tortuosi e a lenta pendenza. Di qui la necessità dello scartamento ridotto che, oltre a ridurre le spese di viadotti e gallerie, consente curve a basso raggio. Migliorare le cose si potrebbe ma a condizione di elettrificare e sostituire motrici, carri e carrozze con veicoli senza assiale rigido, ovvero con ruote a movimento indipendente. Si guadagnerebbe notevolmente in velocità. Tutto sta a pescare i pochi miliarducci necessari.

Italo Interesse

 

 

 

 


Pubblicato il 7 Agosto 2015

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