Bari, servono punti e identità per uscire dalla crisi
Solo sei punti in sette gare, una vittoria fortuita e tante incognite: Caserta rischia, la squadra è un cantiere aperto e la classifica preoccupa

Il Bari deve voltare pagina. E in fretta. Sei punti in sette giornate, con una sola vittoria, peraltro arrivata in extremis contro una neopromossa come il Padova, sono un bottino del tutto insufficiente per una squadra che punta ai playoff. Né la storia del club né la passione della piazza possono essere compatibili con un rendimento del genere, che alimenta malumori e perplessità. Difficile pensare che questo fosse il piano della dirigenza e di Fabio Caserta, chiamato a migliorare quanto fatto da Longo nella scorsa stagione. Proprio sotto la gestione Longo, a dicembre 2024, il Bari aveva accarezzato persino il sogno promozione diretta, arrivando fino al quinto posto (vicinissima al terzo), salvo poi crollare inspiegabilmente nella seconda parte del campionato. Un epilogo amaro che oggi sembra riproporsi in forma diversa, ma con eguali incertezze. Le aspettative, questa estate, erano ben altre. Gli arrivi di giocatori come Partipilo e del centravanti danese Gytkjaer lasciavano intendere un inizio quantomeno incoraggiante. Invece, la squadra non ha ancora trovato una vera fisionomia né una continuità di rendimento. Esaltarsi per i tre punti contro il Padova, sarebbe un errore fatale e sciocco: i problemi restano, eccome, lo ha ammesso anche il tecniTo biancorosso nel post-gara della partita interna vinta con i veneti. La difesa, ad esempio, è in piena emergenza. Gli infortuni di Vicari e Nikolaou obbligheranno Caserta a trovare nuove soluzioni in vista della trasferta contro la Reggiana. Difficile ipotizzare il ritorno alla difesa a tre, anche se un maggiore impiego di Pucino, adattabile al ruolo di centrale, garantirebbe esperienza rispetto a profili più acerbi come Meroni (solo due presenze) o Kassama, apparso ancora troppo acerbo. Tutto lascia pensare che il tecnico confermerà il 4-3-3, marchio di fabbrica nella maggior parte delle partite disputate finora. Ma, al di là dei numeri, servirà un’identità più chiara e un atteggiamento più convinto. Restano poi da sciogliere alcuni dubbi sull’attacco: Gytkjaer è apparso ancora lontano dalla forma migliore e non è detto che venga confermato dal primo minuto. Moncini, autore di 3 gol, scalpita per una maglia da titolare. Non mancano nemmeno le curiosità, come quella legata al possibile impiego di Anthony Partipilo, barese doc, che si gioca il posto con il giovane Rao, autore di una prova convincente nell’ultima partita. A centrocampo la coperta è corta. Verreth dovrebbe essere confermato in cabina di regia, mentre Braunoder e Maggiore si contendono un posto. Quest’ultimo, rientrato in biancorosso a fine mercato non ha ancora ritrovato lo smalto della scorsa stagione. Più avanzato il discorso su Castrovilli, che Caserta può utilizzare sia da mezzala sia da esterno nel tridente. Il Bari, insomma, è ancora un “work in progress”, ma non c’è più tempo per i cantieri aperti. La classifica è impietosa: sedicesimo posto, davanti solo a Pescara e Sampdoria (a quota cinque punti, solo uno di meno). E anche se siamo solo a ottobre, il margine per gli errori è già ridotto. La panchina di Caserta traballa e senza una svolta immediata, il rischio esonero diventa concreto. E in uno scenario così instabile, serve prima di tutto una scossa mentale. Perché senza punti, non ci saranno nemmeno alibi. (Ph. Tess Lapedota).
T. Lapedota
Pubblicato il 14 Ottobre 2025



