Cronaca

Bari tra le città più tartassate d’Italia

<>. Ci si permetta di affrontare, con benevola ironia, il problema della ennesima stangata che il Primo Cittadino, alias l’ “Ing. Rincaro”, ha deciso di propinare ai baresi. Nemmeno il pellegrinaggio a Medjugorje ha “esorcizzato” i suoi demoni tassatori. Già da qualche mese, infatti, da Corso Vittorio Emanuele provenivano voci, mai smentite dalla Giunta, per altro, di consistenti aumenti della Tari, quantificati in misura del 9%. La fresca manovra tributaria 2016 del Comune ha voluto andare oltre, fissando tali aumenti al 13%. Sarebbe cosa buona e giusta domandare ai sempre frementi followers del Sindaco su Facebook se sembra loro equo questo ulteriore salasso, che continua a dissanguare i cittadini baresi, o almeno quegli “ingenui” che pagano la famigerata tassa sui rifiuti: infatti, udite udite, il Comune vanta un credito sulla mancata riscossione della Tari pari a 55 milioni di euro: un’enormità, se si pensa che il servizio annuale di igiene urbana costa oltre 60 milioni di euro, con risultati da favela brasiliana. Decaro giustifica l’incremento del balzello sostenendo che le discariche private pretendono esosi pagamenti, ma è l’impianto stesso della tassa approvata ad essere totalmente miope e, ci si permetta, ben poco intelligente. Aumenterà infatti non solo la quota fissa ma anche quella variabile che si attribuisce in base al numero di persone che vivono sotto lo stesso tetto. Così, a pagare di più saranno le famiglie numerose, con sei o più componenti: per loro la tariffa aumenta del 13,33 per cento. I meno tartassati saranno i single che subiranno un ritocco della Tari del 7,62% (perchè non istituire la tassa sul celibato di mussoliniana memoria? Egregio Sindaco, se questa è la sinistra che Lei rappresenta, non se ne è accorto nessuno). Le coppie avranno un rialzo del 9,73%. Inoltre vi sarà un incremento a due cifre per le famiglie di tre persone che dovranno pagare una Tari più alta del 10,5%, dell’11,33% per un nucleo di quattro persone. Se si è in cinque sotto lo stesso tetto, invece, il rincaro tocca quota 12,41%. Che senso ha massacrare ancor di più le famiglie numerose, magari con figli che vivono sotto lo stesso tetto dei genitori perchè non trovano lavoro a causa della crisi? E Renzi, mentore di Decaro, è a conoscenza di questo provvedimento, che certo nuocerà in chiave elettorale al PD? Ma come, da Roma si toglie la Tasi sulla prima casa, per compiacere l’elettorato, e a Bari si aumenta la Tari? Un fatto particolarmente curioso è che Decaro continui a sostenere che i baresi pagheranno meno tasse, ma ci piacerebbe sapere su che basi asserisca questo. Speriamo spieghi questa “alchimia” ai baresi. Poco importa che il Primo Cittadino, poi, abbia diminuito l’aliquota IMU dal 4 per mille del 2015 al 3 per mille, per le unità immobiliari date in locazione con contratti agevolati: solo un ingenuo cadrebbe nella trappola in quanto, come è noto, i contratti a canone agevolato si contato in tutta Italia sulle dita di una mano, per cui l’ “Ing. Rincaro”, con un poco abile gioco delle tre carte, mostra una “finta” perdita di gettito IMU per assestare una “vera” mazzata con l’aumento della Tari. In definitiva, se nell’immaginario collettivo si visualizza Dracula a caccia tra le sacche di plasma, noi dobbiamo accontentarci di Decaro che si fa fotografare tra i sacchi di spazzatura…

Piero Ferrarese


Pubblicato il 3 Maggio 2016

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