Cronaca

Bari, una città senza speranza?

Ecce Bari. Ecco Bari, con le sue miserie morali, che sprofonda lentamente da anni in un abisso di squallore, di mediocrità e di diffusa illegalità. Ecce Bari  con la sua arroganza, con la sua prepotenza, con la sua maleducazione, con la sua strafottenza, con la sua invidia sociale, con la sua violenza anche nei piccoli gesti quotidiani. Ecco la Bari dei sogni traditi, senza coscienza civica, della classe politica locale incompetente ed incapace,  alle volte anche collusa con quel potere criminale che le ha garantito voti in ambito  cittadino. Ecco la città con le sue potenzialità mai espresse, da sempre educata al conformismo ed alla rassegnazione. Non occorre essere studiosi di scienze sociali per capire che manifestazioni “paramafiose” avvenute l’altro ieri in occasione della scarcerazione del mammasantissima di Japigia , Savino Parisi, si originano in  decenni di sub cultura malavitosa. Si pensi ad un dato curiosamente sconcertante: neppure nelle feste paesane il santo protettore locale viene omaggiato con circa mezz’ora di fuochi pirotecnici. Il boss del popoloso rione a sud di Bari,noto anche per la sua intelligenza criminale, a differenza di tanti altri malavitosi locali  vacui e semianalfabeti, a livello reverenziale  è stato addirittura più popolare. Le attestazioni di stima  indirizzate al boss da una parte non esigua di persone che sui social network hanno salutato con entusiasmo la ritrovata libertà  del 56enne pluripregiudicato  Parisi, la cui storia criminale appartiene da tempi immemorabili alle cronache, testimoniano che questa città è  da  lungo tempo in crisi antropologica. Ci sarebbe da domandarsi ed interrogarsi sull’utilità delle innumerevoli riunioni svoltesi nel corso degli anni in Prefettura, incentrate sul tema   dell’ordine e della sicurezza pubblica, se poi si consente ad ignoti ( si spera per ora) personaggi di  far esplodere  per circa mezz’ora fuochi d’artificio nelle vicinanza del penitenziario barese,inviando così messaggi “criptici” ad altri malavitosi, senza che nessun esponente delle forze dell’ordine  intervenga. A che serve adesso indignarsi a posteriori  se si è permesso impunemente,anche negli ultimi tempi, a soggetti  equivoci del rione Libertà di festeggiare  con le stesse rumorose modalità la scarcerazione di qualche delinquente del posto? Già, a che serve? Serve solo a trasmettere un senso di impotenza delle Istituzioni alla collettività, che assiste attonita a tanta tracotanza malavitosa. A che serve adesso istituire posti di blocco con le auto delle forze dell’ordine con i lampeggianti accessi dopo la “fuga dei buoi”? Forse serve a multare ora, tanto per far cassa, qualche cittadino distratto per il mancato uso della cintura o che ha il segnalatore di direzione non funzionante? Serve per testimoniare un non molto capillare controllo del territorio? A cosa serve   adesso l’indignazione della politica locale se nell’arco degli anni si è fatto veramente poco per le politiche occupazionali, sociali, educative e culturali che avrebbero senz’altro prevenuto il diffondersi di questo ignobile modo di pensare ? Forse sarebbe meglio tacere ed agire con forza, riacquistando autorevolezza,dignità e determinazione, altrimenti tra non molto tempo si tornerà a commentare episodi analoghi sempre   legati alla criminalità organizzata. Ma forse una soluzione definitiva ci sarebbe: andar via per sempre  da questa città  dove  ogni giorno che passa si  sprofonda sempre più nella melma.

 

Piero Ferrarese


Pubblicato il 15 Gennaio 2016

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