Barriere alte due metri in Corso Italia…ma il problema dei senza-tetto resta
Sono cominciati i lavori per installare le reti metalliche sotto le arcate delle Ferrovie Appulo Lucane
Murare e sbarrare la via dei giacigli ai senza tetto l’idea per impedire di occupare giorno e notte i marciapiedi: sono iniziati, dopo anni di diffide, denunce e petizioni popolari dei residenti arrabbiati, i lavori di installazione delle reti alte un paio di metri per la chiusura degli spazi delle arcate delle Ferrovie Appulo Lucane (Fal). A tornare sull’argomento Luigi Cipriani, segretario del Movimento “Riprendiamoci il Futuro”, comunicando che da poche ore è iniziata la messa in opera delle reti di recinzione di Corso Italia, fino alle scale pedonali del sottopasso di Via Quintino Sella. E se l’ultimazione di questa recinzione è prevista tra una quindicina di giorni e precisamente per il 30 ottobre, Cipriani ripete pure che con la chiusura di quegli spazi delle arcate di proprietà Fal non risolverà in alcun modo lo stazionamento da quelle parti dei senza fissa dimora. Facile prevedere, insomma, che i disperati si sposteranno lungo il marciapiede di Corso Italia (antistante alla mensa di ‘Area 51’) rendendo la situazione ancora peggiore rispetto al passato. In quanto, come detto, i senza fissa dimora, “sfrattati” dai porticati, si vedranno costretti ad “accamparsi” – …e soddisfare i propri bisogni fisiologici- direttamente al centro dei marciapiedi. E cioè tra recinzione e carreggiata, tanto da rendere ancora più insopportabile situazione igienico/sanitaria, il decoro e la sicurezza dei residenti. Dunque, ricapitolando: nel tratto di circa 570 metri di lunghezza, compreso tra la Chiesa del Redentore e il varco d’ingresso del parcheggio/Rfi, furono effettuate a fine agosto le prime operazioni di pulizia e bonifica, propedeutiche all’installazione di basi in cemento tipo <<New Jersey>>, su cui saranno posizionate griglie alte circa due metri. La recinzione, hanno già spiegato dalla sede/Fal, ha lo scopo di scongiurare eventuali danni all’infrastruttura del viadotto e di preservare la sicurezza della circolazione ferroviaria, in attesa di realizzare, in quella zona, la nuova fermata ‘Libertà’. Una fermata dei treni locali la cui progettazione è stata affidata dalla società di trasporto all’architetto Stefano Boeri. Il costo dell’intervento ammonta a circa 220mila euro, si ricorda, per una vera e propria barriera anti/uomo che impedirà a senzatetto e vagabondi di occupare quegli spazi posizionati nei pressi della sede di un’associazione che distribuisce, appunto, pasti ogni giorno agli indigenti. Cipriani, a onor del vero, dopo anni di battaglie, ha subito esternato tutto il suo disappunto. Una disapprovazione per quei lavori, ritenendo che con la recinzione delle aree sottostanti le arcate/Fal attraverso l’apposizione di quelle reti metalliche e relativa chiusura degli spazi, la situazione tenderà a peggiorare ulteriormente. <<I senza fissa dimora, momentaneamente “sfrattati” dai porticati, appena ultimati i lavori di recinzione si vedranno costretti ad accamparsi direttamente al centro dei marciapiedi, tra la recinzione e la carreggiata, tanto da peggiorare decoro e sicurezza dei cittadini-residenti>>, incalza l’ex consigliere comunale. Il quale ci tiene anche a precisare di non avere nulla contro gli immigrati, ma per risolvere il grave problema della convivenza tra residenti e senza tetto che bivaccano abitualmente in Corso Italia, Sindaco e Assessore al Welfare dovevano attivarsi per trasferire altrove il servizio/mensa (reso da ‘Area 51’) convenzionato col Comune di Bari. (fdm)
Pubblicato il 16 Settembre 2023