Cronaca

“Basta raccontare favole sulla disoccupazione, tipo i 30mila posti…”

“La replica dell’assessore al Lavoro alla catastrofe occupazionale che coinvolge i giovani pugliesi fa rabbrividire: fare spallucce, limitandosi ad un offensivo ‘il lavoro non c’è’, è un atto gravissimo. E se il lavoro non c’è, è anche colpa di Vendola ed Emiliano che governano la nostra povera Regione da dieci anni”. Lo diceva tra i denti, nero come la pece, il consigliere ed ex assessore regionale, Nino Marmo, dopo la diffusione dei dati –davvero catastrofici- sull’occupazione giovanile in Puglia, la primavera scorsa. Da allora poco o niente è cambiato, in Puglia, sul fronte occupazione degli ‘under’: in Puglia le serie storiche Istat ci dicono che riescono a trovarlo di più gli adulti sopra i 25 anni, che i giovani. Le serie storiche dimostrano che, pur in un regime di sofferenza, gli adulti hanno maggiori opportunità di occupazione nel nostro mercato del lavoro. In realtà questo sarebbe il risultato dell’iscrizione alle liste degli uffici di collocamento dei NEET, i giovani che non studiano e che non lavorano, stimolati dalle politiche attive promosse dalla Regione Puglia. Prima succedeva che i giovani non erano affatto censiti come disoccupati o in cerca di occupazione. Semplicemente, non esistevano. In questi anni hanno ritrovato sia fiducia che speranza, tornando ad iscriversi ai servizi del lavoro e quindi ritornando nelle statistiche. Una buona notizia diventa cioè una cattiva notizia: qualcosa si muove e viene fotografato dalle statistiche. Ma da queste parti sei mesi c’era chi, come l’assessore pugliese al Lavoro Leo Caroli, s’avventurava anche in considerazione a dir poco fantasiose: “”Forse in altre regioni il lavoro formidabile compiuto in Puglia e cioè in un anno trentamila giovani che si sono iscritti a Garanzia Giovani insieme agli uffici del lavoro non è stato ancora avviato. Infatti i dati vanno letti complessivamente, ad esempio insieme al dato degli inattivi ed a quello dei NEET. Per quanto contro intuitivo, più giovani che cercano lavoro – utilizzando le politiche regionali – significa un tasso di disoccupazione giovanile più alto. In più, le politiche regionali producono effetti paradossali sul dato. Fare ad esempio una campagna di massa come quella di Garanzia Giovani, di presa in carico da parte dei centri per l’impiego produce un inevitabile crescita del numero di disoccupati, cioè di giovani che da inattivi diventano disoccupati (cioè senza lavoro che cercano lavoro). Più si investe nelle politiche attive per i giovani –spiega ancora pimpante Caroli- più l’effetto distorsivo rischia di aumentare. Lo stesso si dica per le politiche che influiscono positivamente sulla permanenza o rientro dei giovani nel sistema di formazione, visto che evidentemente se sono a scuola è più difficile che cerchino lavoro. Ma da pochissimi giorni, sempre per Garanzia giovani, sono attive le 12 ATS – associazioni temporanee di scopo – tra enti formazione, agenzie di lavoro interinale e consulenti e la fase che fino ad oggi ha visto i giovani iscriversi al collocamento, potrà vedere i primi successi per tirocini, orientamento ed accompagnamento al lavoro. E le ATS, in concorrenza tra loro. saranno pagate solo a risultati ottenuti. In più si considerino le attività di Nidi, Microprestito e Formazione a catalogo che stanno per registrare i primissimi risultati”. Una bella serenata, di quelle che piacciono tanto al capo della giunta di turno. Diversa, naturalmente, l’opinione di chi vede le cose un po’ meno enfaticamente. “Avete speso e sperperato in modo ignobile decine di milioni di euro in programmi per il lavoro giovanile che non hanno prodotto altro che benzina per le vostre clientele. Un giovane su due disoccupato – ripete l’ex assessore alleantino- con un record della Puglia come peggiore Regione europea (seconda solo alla Calabria), è un dato che grida vendetta: dovresti dimetterti, caro Caroli, anche in modo simbolico visto che la legislatura è finita. Così come dovrebbe nascondersi chi ha illuso quei tantissimi baresi ai quali si promisero ben 30 mila posti di lavoro che nessuno ha visto. Mai…

Antonio De Luigi

 


Pubblicato il 14 Novembre 2015

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