Cultura e Spettacoli

‘Bastasse il cielo’ è “spazioso”

Cantautore e autore tra i più apprezzati nel panorama italiano (ha scritto, tra gli altri, per Gianna Nannini, Malika Ayane, Andrea Bocelli e Zucchero), Gino de Crescenzo, in arte Pacifico sarà domani sera all’Officina degli esordi per presentare , il suo ultimo disco di inediti : ‘Bastasse il cielo’. Lo accompagneranno  Mirco Mariani, Alfredo Nuti e Luigi Savino. Abbiamo scambiato due parole con l’artista milanese : –  Quanto è cambiata la vita di un musicista da quando vendere dischi è diventato improduttivo? – “ La popolarità di un artista si misura dal numero di spettatori ai live. La musica non si ferma più sugli oggetti, sui cd, transita rapidamente nei cloud, nello streaming. Ma quando arriva sul palco la gente ancora prende l’auto e si muove. L’unica modalità di fruizione non ancora cambiata è quella. Quindi si pensa a un disco e al modo di portarlo dal vivo, i progetti discografici sono pensati già in funzione del palco.” –  Lei ha collaborato con i migliori nomi della musica italiana. Quale il personaggio da cui è stato più colpito? – “Tutti mi hanno dato qualcosa, a volte involontariamente. Lavoro da tempo con Gianna Nannini, che mi ha insegnato a sfrondare, a non farmi sedurre dagli aggettivi per puntare al centro emotivo di una frase. Malika mi ha insegnato a raffreddare, a togliere moralismi e proclami. Ornella Vanoni alza immediatamente l’asticella, è come se dicesse se vuoi fare poesia che sia vera, chiara e amara.” – La vita di un musicista itinerante è ricca di imprevisti. Ce ne racconti uno. – “Gli episodi memorabili risalgono più al mio periodo con i Rossomaltese. Era un’epoca senza cellulari e gps, eravamo nove ragazzi su un furgone. Una volta siamo arrivati in Calabria, di sera, ma il locale dove dovevano suonare era stato chiuso. Un’altra volta a Firenze siamo rimasti bloccati in un tunnel, avevamo portapacchi e valigie e il furgone non passava.” –   Quante volte è stato in Puglia? Lo sa che quasi nello stesso periodo in cui suonava con La Goccia, a Bari esisteva un’omonima formazione che per due stagioni fu attiva nei locali notturni con un repertorio di cover italiane? – “Molte volte, per vacanza e amicizia. E per suonare naturalmente. Ho cantato il mio nuovo disco in Puglia, a Monteroni, dove c’è il Chora studio in cui lavora Valerio Daniele. Non sapevo della Goccia di cui eravamo omonimi. Sicuramente è stata più attiva di noi, la nostra era una  band scolastica, abbiamo suonato quasi solo in iniziative organizzate dall’Istituto tecnico dove studiavamo.” –  Se dovesse ‘fermare’ con un solo aggettivo la sua ultima raccolta di inediti che parola userebbe? – “ Spazioso” –    ‘Bastasse il cielo’  rappresenta una svolta compositiva? – “Non so se una svolta. Un avanzamento, per me almeno, un chiarimento. Una ricerca di equilibrio maggiore tra la qualità della musica e il peso dei testi.” – Riesce a vedersi proiettato nel futuro? Almeno per i prossimi quattro, cinque anni, ha un’idea della strada che sceglierà di percorrere? – “So solo che scriverò. Canzoni per me e per altri, libri, spettacoli teatrali. Credo e spero che l’unica costante della mia vita sarà la scrittura”. –  Cosa le hanno insegnato la musica e la vita di musicista? – “Ad adattarmi, a  non demordere, cercando altre possibili conferme dopo cocenti delusioni. A non farmi paralizzare dai primi passi, dai fogli bianchi. A guardare ai problemi come nodi che è possibile sciogliere. A sentirmi libero e diverso da come appaio. A non sentire, nella musica soprattutto, nella scrittura, il tempo che corre nell’orologio. Con una penna in mano sarò sempre un ragazzino.”.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 16 Maggio 2019

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