Battagli e rintocchi, suoni d’antico
Tecnicamente sono ‘idiofoni a percussione diretta’. Parliamo di campane. Sembra che le più antiche campane, così come oggi le intendiamo nel mondo occidentale, risalgano alla Cina di alcuni millenni prima di Cristo. Secondo una leggenda, la campana con batacchio interno sarebbe un’invenzione italiana, introdotta da San Paolino, Vescovo di Nola nel V secolo… E’ storia invece che le più importanti fabbriche di campane siano sorte in Italia nel Medioevo. Nel nostro paese la più antica è la Fonderia Pontificia Marinelli, le cui prime campane risalgono al 1339. Al servizio del Vaticano per generazioni, la ditta Marinelli potette avvalersi dello stemma pontificio nel 1924 per concessione di Papa Pio XI. In un passato neanche troppo lontano gli stabilimenti che producevano campane erano numerosi e distribuiti su tutto il territorio nazionale. Ce n’erano anche in Puglia. Il più famoso, l’Antica Fonderia Giustozzi’, aveva sede a Trani. Nata nel Seicento, questa fonderia ha realizzato ‘concerti di campane’ (ovvero complessi di campane) per quasi tutte le chiese e gli edifici pubblici del Mezzogiorno. Poi negli anni ottanta la crisi del settore procurò alla ditta un dissesto economico tale da imporre la chiusura. Si può dire però che in qualche modo la Giustozzi continui ad esistere. Tutti la strumentazione e i calchi della Giustozzi, infatti, furono rilevati da un imprenditore salentino, Giuseppe Pallegrino, di Trepuzzi, un piccolo centro a pochi chilometri da Lecce. Gradevolmente onomatopeico il nome di questa impresa che in Puglia è diventata leader : Tintinnaboli… (nel cerimoniale della Chiesa romana, il termine ‘tintinnabolo’ indica il campanello collocato in cima a un’asta di legno decorato, con una cordicella appesa al battaglio: si utilizzava nelle processioni. Era uno dei privilegi concessi alle chiese insignite del titolo di Basilica e progressivamente caduto in disuso dopo il concilio Vaticano II. Alcune campane hanno dimensioni colossali. La più grande si ritiene sia la Mingoon, che trova posto nella Grande Pagoda di Mandalay. Viene suonata con un grande palo esterno. Venne fusa nel 1810, ha un diametro di 6,30 m e dovrebbe pesare 90 tonnellate. Si ha memoria di campane colossali anche in Puglia. Di una di queste, detta la Tommaccara, parla Giulio Petroni nel suo ‘Della storia di Bari dagli antichi tempi sino al’anno 1858’. La Tommaccara suonava in uno dei campanili della Basilica di San Nicola o della cattedrale di San Sabino. Il suo stesso peso le fu fatale. Forse perché fusa male o perché colpita da un fulmine, si lesionò. Divenuta inutile, venne rifusa : se ne ricavarono altre due grandi campane. – Nell’immagine, la campana della Chapelle Saint-Antoine a Chastel-sur-Murat, Cantal, Francia.
Italo Interesse
Pubblicato il 22 Maggio 2019