Battaglia al Piano sanitario non solo dalle opposizioni ma anche dalla maggioranza
Alla ripresa dell’attività politica, subito dopo le festività di fine ed inizio anno, alla Regione è atteso in III commissione il nuovo “Piano di riordino ospedaliero” predisposto dal governatore Emiliano anche nella sua veste di assessore alla Sanità. A promettere battaglia sulla Sanità pugliese, per gli ulteriori tagli apportati dall’amministrazione Emiliano al Piano ospedaliero, non ci sono soltanto le forze di opposizione, pentastellata e del centrodestra, ma anche il presidente della II commissione consiliare, Cosimo Borracino, del gruppo di Sinistra italiana che nell’Aula di via Capruzzi figura nelle fila della maggioranza che sostiene il presidente Emiliano e la sua giunta. Dal M5S, i consiglieri regionali Marco Galante, Gianluca Bozzetti, Grazia Di Bari, e Antonella Laricchia promettono battaglia soprattutto a seguito della recente sentenza della Corte Costituzionale n. 275, che nega agli enti pubblici la possibilità di opporre l’obbligo della previsione del pareggio di bilancio alle esigenze dei cittadini in relazione ai diritti costituzionalmente garantiti come quello alla salute. Infatti, i consiglieri del M5S, alla luce di questa sentenza, ricordando ad Emiliano come anche questo nuovo Piano di riordino ospedaliero sia stato redatto solo sulla base di dati puramente economici e non, invece, sulla domanda di salute del territorio. “La Corte Costituzionale – hanno sottolineata i predetti esponenti del M5S – ha finalmente sancito che il pareggio di bilancio non può considerarsi un ostacolo verso la tutela dei diritti costituzionalmente garantiti e quindi rafforza l’idea, da noi sostenuta da sempre, secondo cui non si può subordinare la salute dei pugliesi all’esigenza di far quadrare i conti”. Per cui ora “nessun Governo, compreso il governo Emiliano che ha redatto un piano ospedaliero sulla base di dati economici bypassando i dati epidemiologici del territorio, secondo gli stessi consiglieri – potrà asserire che non ci sono fondi per garantire i diritti fondamentali del cittadino”. E, ancora, “lo stesso dicasi per i Direttori Generali in ambito sanitario che avallano senza batter ciglio questa posizione, senza prendere in considerazione il beneficio a lungo termine che deriverebbe dall’investimento di fondi a garanzia del corretto funzionamento delle strutture pubbliche oggi destinate in gran parte alla chiusura”. Di ben altro tenore le critiche al nuovo Piano ospedaliero anticipate dal capogruppo di Cor alla Regione, Ignazio Zullo, che in una nota afferma: “sono mesi che chiediamo l’analisi di impatto economico-finanziario del Piano di Riordino Ospedaliero senza ottenere uno straccio di business-plan che metta a confronto costi e ricavi in un sistema che prevede l’assoggettamento al piano di rientro di quegli ospedali che non pareggiano i conti nel limite di uno squilibrio del 10% o di perdite superiori a 10 milioni di euro”. E, continuando, ricorda: “Lo scorso anno abbiamo trascorso la maggior parte del tempo a ragionare di reparti tagliati e posti letto soppressi senza una vera e propria analisi diagnostica, ovvero senza che le chiusure fossero basate su valutazioni di fondo demografiche, epidemiologiche, economiche e finanziarie. Non si è mai avuta non dico l’analisi ma almeno l’idea chiara della funzionalità del Piano, vale a dire quanto si risparmia, ma soprattutto se si risparmia!” E partendo da tali rilievi il capogruppo di Cor ha, inoltre, commentato: “La sensazione è, infatti, che a fronte di tagli non vi sia nessun risparmio perché di fatto, così come è avvenuto negli anni passati, alla soppressione dei reparti non solo non si dà corso alla conversione degli stessi così come previsto dal D. M. 70/2015 con riferimento alla continuità ospedale-territorio, ma anche perché una vera funzionalità ospedaliera non è assicurata in ciascun ospedale”. “Reparti – ha poi aggiunto ancora Zullo – senza personale o mezzi ospedali con alcuni reparti privati dei servizi diagnostici o di area critica di supporto con organici di personale dimezzati e rarefatti sono fonte di spreco inestimabile e non producono salute”. Concludendo, in fine, con l’invito ad Emiliano a prodigarsi nella Sanità almeno quanto si prodiga sui social network per promuovere se stesso e la sua immagine e l’auspicio di non trovarsi a fine anno di fronte alla solita emergenza dei conti della Sanità da ripianare, a discapito di altri bisogni dei pugliesi che, ad oggi, non trovano risposte, perché ben 50-70 milioni di euro del bilancio autonomo della Regione vanno a coprire il deficit della Sanità, nonostante una tassazione elevata e i super-ticket imposti ai cittadini. Però, una critica ancor più specifica al nuovo Piano ospedaliero di Emiliano è giunta dall’esponente di maggioranza di Si, Borracino per l’appunto, che si chiede: “Si può fare a meno di 330 posti letto a Lecce, 290 a Brindisi e 380 a Taranto?” ed afferma: “Secondo noi No”, spigando che secondo il suo partito “serve invece intervenire sulla mobilità passiva e limare i finanziamenti alla sanità privata”, perché “queste due operazioni farebbero risparmiare oltre 90 milioni di euro” alla casse regionali. E, dopo essere sceso a sommi capi nello specifico dei tagli previsti dal nuovo Piano ospedaliero, l’esponente regionale di Si avverte il Presidente della Regione, Emiliano, che il Piano di riordino ospedaliero rischia di essere solo una “muina borbonica”, priva di nuovi servizi attesi, che con i nuovi tagli, con la mancata realizzazione dei reparti sarà un danno alla salute, al lavoro e al reddito. E tutto ciò – secondo Borracino – è anche tra le cause principali della migrazione passiva, quella mobilità passiva che pesa sul bilancio pugliese per ben 250milioni euro. Per cui lo stesso Borracino ha già annunciato che la prossima settimana, in commissione, il gruppo di Si insisterà ancora nel chiedere, a viva voce, ad Emiliano il ritiro del Piano e di aprire una fase di condivisione sul da farsi, con territori, sindacati, medici, volontariato e ordini professionali, perché i rappresentati di Si alla Regione sono convinti che “il presidente-assessore sarà costretto dalla forza dei fatti a convenire sul fatto che il Piano approvato dalla sua Giunta è sbagliato e inapplicabile”. Infatti, ha concluso Borracino, “Sinistra Italiana conta sulla sua onestà intellettuale: in fin dei conti riconoscere un errore di metodo e di merito è meglio che andare a sbattere”. Infatti, ha pure sottolineato Borracino: “A noi non interessa aver ragione, ma garantire un buon Sistema sanitario nella nostra regione”. E la battaglia non può che continuare, come lo stesso ha ribadito.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 5 Gennaio 2017