Cronaca

Bene i bus nuovi, ma perché lasciare in deposito i filobus?

Torna in primo piano il “Programma Disia 1989-91 – Ripristino linea filoviaria  “Carbonara-Bari Stazione Centrale” e “Carbonara – Ceglie del Campo” dopo l’ultima richiesta di notizie sull’entrata in esercizio delle otto filovie nuove fiammanti, tuttavia ferme nel deposito dell’Azienda municipalizzata al trasporto urbano (Amtab) e costate all’Erario Comunale oltre quattro milioni di Euro. A rivolgersi a Sindaco e politici comunali e del Quarto Municipio è stato nuovamente il coordinatore repubblicano, nonché ex assessore comunale Giuseppe Calabrese in seguito alla recente messa in esercizio dei nuovi cinquantaquattro autobus. Tutti automezzi muniti a bordo di telecamere e altri accessori per garantire maggiore sicurezza e prevenire il rischio di atti vandalici ed aggressioni nei confronti degli autisti, controllori e cittadini utenti del servizio pubblico. Ma perché dimenticare quegli otto automezzi anch’essi nuovi e mai messi in esercizio? <<Considerato che da molto tempo sono fermi nel deposito dell’Amtab i nuovi filobus che non vengono ancora messi in circolazione per motivi di origine tecnico-burocratico, malgrado la nota carenza di mezzi, si chiede di conoscerne i motivi. Attualmente i mezzi sono a disposizione dell’Azienda e pur nella consapevolezza che quelli in dotazione sono ormai vecchi, malridotti e pericolosi a causa dei molti chilometri percorsi, stante l’urgenza di utilizzare gli otto filobus, si chiede ancora una volta di comunicare alla cittadinanza barese le cause del loro mancato utilizzo>>, mette nero su bianco in una missiva già arrivata (e protocollata) al Comune di Bari l’assessore del Partito Repubblicano Italiano. Bisogna subito ricordare i circa 4 milioni di euro spesi dall’Ente barese, oltre a quello oneroso concernente la revisione delle sottostazioni elettriche e della intera linea Bari-Carbonara e Carbonara-Ceglie del Campo – mette ancora in luce Calabrese – sono spese che potrebbero avere ripercussioni di natura contabili su chi riveste posizioni di responsabilità ai piani alti dell’Ente di Corso Vittorio Emanuele. Calabrese, che a questo punto mette con le spalle al muro funzionari e amministratori civici, chiede infatti di conoscere la nuova destinazione, ovvero l’impiego di quei filobus tristemente abbandonati in autorimessa, ma che potrebbero tornare utili tenendo presente i vari studi tecnici affidati e mai realizzati negli anni dal Comune di Bari. Automezzi, quelli destinati al progetto ‘Disia’ che, se appositamente approvvigionati, potrebbero essere usati anche per fini sociali. <<Per quanto innanzi, si resta in attesa di conoscere gli sviluppi della questione filoviaria barese e se andrà in porto il c.d. “Progetto Disia”, fortemente voluto dal Ministero dell’Ambiente per meglio tutelare l’habitat nelle aree urbane a forte intensità di inquinamento atmosferico, posto che, per la peculiarità le linee filoviarie risultano da sempre meno inquinanti rispetto agli attuali sistemi di trasporto pubblico a gasolio>>, rimarca ancora Calabrese. Il quale, con l’occasione, interessa tutte le Autorità interpellate per iscritto, a considerare la possibilità di ripristinare nuovamente anche il servizio filoviario delle circolari di destra e di sinistra già esistenti nella città di Bari, posto che le linee elettriche aree di proprietà dell’Azienda deputata alla mobilità urbana sono buona parte tuttora esistenti nelle linee che le quelle circolari, almeno in passato, percorrevano buona parte della città murattiana. Un’altra occasione persa per la mobilità urbana alternativa a Bari che tanto sarebbe piaciuta ad amministratori vecchi e nuovi…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 23 Gennaio 2019

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