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Beni confiscati alla mafia, dalla Regione 11 milioni ai Comuni

L'assessora alla Legalità, Matrangola: "Il riuso dei beni confiscati è il più potente strumento di riscatto sociale”

Sono 1532 i beni confiscati alla mafia in Puglia che attendono di essere destinati ad usi sociali. A questi si aggiungono i 1015 di competenza statale. Per incentivare e incoraggiare la richiesta di gestione dei beni sottratti alla criminalità, la giunta regionale ha stanziato 11 milioni di euro per finanziare il bando “Puglia Beni Comuni”, attraverso il quale sostenere i progetti di riqualificazione
culturale, urbana e sociale dei beni immobili trasferiti, dopo la confisca, al patrimonio indisponibile dei Comuni. Nello specifico sono 495 i beni ricadenti nella provincia di Bari, 451 nella provincia di Brindisi, 260 in quella di Lecce, 205 in
quella di Taranto, 65 nella provincia di Foggia e 54 nella Bat. “Il riuso dei beni confiscati è lo strumento di riscatto sociale più potente del nostro ordinamento giuridico – ha dichiarato l’assessora alla Legalità Viviana Matrangola – perché
si tratta della loro restituzione alla collettività per riusi a scopo sociale. Attraverso il mio lungo impegno nell’antimafia sociale di oltre 25 anni – ha concluso – oggi da donna delle istituzioni ho veramente maturato la consapevolezza che il vero
contrasto alle mafie comincia dal nostro impegno”. “La difficoltà maggiore che incontriamo nel riassegnare e quindi dare una nuova vita ai beni confiscati – ha spiegato Fiorenza Pascazio, presidente di Anci Puglia – è di tipo gestionale
perché molto spesso questi immobili non sono prontamente fruibili e, l’altro, di tipo procedurale cioè concertare le varie procedure. Ma – ha concluso – il supporto economico è importantissimo perché non abbiamo i fondi per poter intervenire
sugli immobili”. Per il vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, Michele Abbaticchio, “è necessario uno sforzo sempre più forte da parte di tutti e delle istituzioni per creare piani di gestione e recuperare questi beni che spesso continuano a essere occupati dalle famiglie destinatarie di provvedimenti e
che spesso sono lasciati al terrore di un ambiente omertoso che fatica a riconquistare spazi. Questa è una guerra civile vera e propria che si sta registrando nelle nostre strade”.


Pubblicato il 20 Marzo 2025

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