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Binari all’esterno dei centri abitati di Palese e S. Spirito: solo fantasia o futuribile realtà?

“Idee” e solo “idee”… !Quelle illustrate mercoledì scorso dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, e dal responsabile dell’Area Sud delle infrastrutture di Rfi (Rete ferroviaria italiana), Roberto Pagone, nel salone parrocchiale “don Demetrio Magrini” della Chiesa di “San Michele Arcangelo” di Palese, circa lo spostamento all’esterno dei centri abitati di Palese e Santo Spirito del fiume di ferro che attualmente li attraversa, con ben 7 passaggi a livello a raso che la stessa Rfi, da tempo, chiede al Comune di Bari di chiudere in via permanente con l’innalzamento di muri, sia al fine di velocizzare ulteriormente la tratta Adriatica che a causa dell’elevato numero di convogli giornalieri (circa 200) che transitano su di essa proprio nella parte a nord del capoluogo. Infatti, l’incontro pubblico di mercoledì sera, voluto dal Gruppo parrocchiale locale, con tema: “Via di ferro o ferrovia?”, è stato il secondo del genere organizzato dallo stesso ‘Gruppo giovani’ e nello stesso luogo, per tentare di conoscere, ancora una volta, cosa intende fare l’Amministrazione barese (che – da non dimenticare – ha già accolto la richiesta di Rfi di chiusura dei sette passaggi a livello, con il protocollo d’intesa firmato dal sindaco Decaro nel maggio del 2016), per risolvere i sicuri disagi che saranno provocati alla cittadinanza delle due ex frazioni a nord di Bari dalla spaccatura permanente del tessuto cittadino interno, con l’innalzamento dei muri al posto delle attuali sbarre mobili. Come si ricorderà, il primo incontro indetto dai giovani della Parrocchia “San Michele” di Palese sulla “Questione binari” di Rfi  avvenne alla fine di gennaio scorso ed il sindaco Decaro, pur invitato, disertò l’appuntamento, perché ufficialmente alle prese con altri impegni. Invece, a questo secondo incontro il Primo cittadino barese si è presentato “in grande spolvero” per essere il principale “protagonista” nella illustrazione, con l’ausilio di mirabolanti “effetti speciali”, di un progetto di delocalizzazione della tratta Adriatica dei binari che attraversano Palese e Santo Spirito. Infatti, il sindaco Decaro ha solennemente “pontificato”, occupando con  i suoi interventi un tempo anche di gran lunga maggiore a quello occorso al dirigente di Rfi, l’ingegner Pagone, anch’egli intervenuto per illustrare le tre “ipotesi” di progetto di delocalizzazione binari, alternative al paventato progetto di interramento della stessa tratta proposto ed approvato sempre dall’Amministrazione comunale barese nel 2006 (quando l’attuale sindaco Decaro era assessore alla Mobilità della giunta Emiliano). E, poi, dalla stessa paradossalmente affossato nel 2010 (delegato  alla Mobilità di Emiliano ancora Decaro), quando la precedente Amministrazione, in presenza di una riduzione dei finanziamenti nazionali a disposizione del “Nodo ferroviario” barese, preferì far dirottare i fondi disponibili alla rimozione dei binari di Rfi nella tratta a sud. Vale a dire quella dei 10 Km circa di ferrovia dal quartiere Japigia a Torre a Mare. Operazione, quest’ultima, che è stata finanziata dal Cipe nel 2012 e che – come è ormai noto – servirà soprattutto a valorizzare e sfruttare ai fini edificatori le aree libere di Japigia, attigue alla ferrovia da rimuovere. E tale rimozione, poi,  – come si ricorderà – ha contestualmente penalizzato Palese e Santo Spirito, che all’epoca non hanno più ottenuto il finanziamento necessario a risolvere il problema dell’attraversamento dei binari di Rfi nel loro abitato. E, nonostante nel territorio del V Municipio il problema in questione fosse e sia ancora certamente di gran lunga più grave ed urgente di quello esistente a Sud di Bari. E – come si ricorderà – fu lo stesso Decaro (venuto mercoledì scorso a proporre ai palesini e santospiritesi l’idea di delocalizzare la tratta interessata dall’interramento, ma all’epoca anche da una possibile altra ipotesi di spostamento) nel 2014, da candidato sindaco, a farsi vanto con i baresi dello stanziamento dei fondi disponibili in favore del quartiere barese di Japigia. Ma lasciando da parte ogni altro spunto polemico, come ha invitato a fare all’apertura dell’incontro il parroco don Angelo Lagonigro della “San Michele”, alcuni cittadini, presenti all’illustrazione dei possibili tracciati esterni alle ex frazioni per la tratta di binari da spostare, si sono chiesti: “Ma cosa c’è di concreto su ciò che è stato presentato?” In realtà, di concreto ci sono solo “affascinanti slides” e “strabilianti filmati virtuali”, forse più da film hollywoodiano di Steven Spielberg che da conferenza illustrativa  di un intervento infrastrutturale alquanto difficoltoso, per le tante incertezze non rappresentate. A cominciare dall’iter procedurale per la realizzazione fino ai tempi di messa in opera e completamento. Oltre (ma soprattutto!) che per i necessari e notevoli finanziamenti, tutti da reperire. Infatti, al momento di tutte le “buone intenzioni” e proposte raccontate a Palese dal sindaco Decaro e dal rappresentante di Rfi non c’è traccia alcuna negli “Atti” ufficiali sia locali che nazionali. Dunque, nello specifico, di ciò di cui si è parlato dettagliatamente mercoledì sera a Palese, non c’è neppure uno studio di fattibilità dell’intervento illustrato anche da filmati virtuali, ma solo una semplice ipotesi di un possibile progetto preliminare, a cui bisognerebbe poi dar seguito, qualora le opere per lo spostamento dei binari fuori dell’abitato fossero concretamente fattibili ed ottenessero tutti i benestare delle Amministrazioni pubbliche e private interessate (Anas, Ferrovia Bari-Nord, Ministero della Difesa, ecc.) dal passaggio dell’ipotizzata nuova linea di Rfi in sotterraneo, ad infrastrutture viarie, ferroviarie ed aeroportuali esistenti. “Ma c’è di più!” – ha esclamato a mente fredda uno di coloro che ha assistito all’incontro, dopo aver rivisto su Facebook il filmato in ‘3 D’ del nuovo tracciato e la tavola di massima indicativa della nuova linea, pubblicata dal maggior quotidiano locale. Infatti, ha commentato lo stesso cittadino, “I dubbi e le perplessità sulla reale fattibilità in alcuni punti dell’ipotizzato nuovo  tracciato di quanto esposto dal sindaco Decaro  sono molteplici”. Si fa presente, infatti, che “in taluni punti potrebbero addirittura mancare le distanze di sicurezza della nuova linea ad altre infrastrutture o edifici già presenti”. “In altri ancora – ha proseguito questo ‘attento’ cittadino – mancherebbero forse le distanze minime per le zone di rispetto previste per legge ad importanti assi viari, ferroviari o immobiliari”. Per non parlare, poi, dei passaggi in gallerie che dovrebbero essere realizzate sotto infrastrutture e centri residenziali (come – ad esempio –  nelle zone di Torricella e Macchie), dove le ipotetiche gallerie si dovrebbero inabissare per almeno 60/70 metri sotto il livello del suolo, per non compromettere le fondazioni delle varie strutture edilizie sovrastanti. Profondità, queste, che inoltre richiederebbero sicuramente delle notevoli e chilometriche inclinazioni in entrata ed in uscita, a causa dei parametri progettuali da rispettare nella realizzazione delle pendenze, i cui coefficienti di sicurezza – come è noto – debbono essere tassativamente osservati. Inoltre, ha rilevato “l’acuto ascoltatore”, a quelle profondità sicuramente si incontrerebbero quasi sicuramente falde acquifere attive, che complicherebbero non poco la fattibilità degli interventi, considerato la relativa vicinanza alla costa (poco più di un chilometro) e la presenza di lame fluviali naturali che hanno un percorso misto, ovvero in parte nel sottosuolo e in parte superficiale, oltre delle doline alluvionali naturali provenienti dalla Murgia del nord barese, che, in caso di abbondanti fortunali d’acqua, servono a far sfociare a mare e/o nel sottosuolo le sovrabbondanti piogge. Quindi, già alla luce di tali elementari ed evidenti considerazioni, si può forse concludere che tutto ciò di cui si è trattato nell’incontro palesino presieduto dal sindaco Decaro, alla presenza anche di parte della sua Giunta e di alcuni consiglieri comunali e municipali locali con i loro rispettivi presidenti, altro non sarebbe che, nella migliore delle ipotesi, un’idea da “Libro dei sogni” e dalle “Mille e una notte”. O (ancor peggio!), più probabilmente, mefitica “aria fritta” a scopo verosimilmente propagandistico. Infatti, hanno rilevato in diversi a Palese (anche in sede dell’incontro), è paradossale che il sindaco Decaro sia venuto ad illustrare una futura e, forse, poco ipotetica “idea” di dislocazione esterna dei binari di Rfi, mentre da ben due anni tace, sia lui che i suoi collaboratori politici e tecnici, su ciò che la sua Amministrazione di concerto con Rfi ha già deciso sul futuro dei sette passaggi a livello a raso di Palese e Santo Spirito. Una decisione che, stante ad attendibili indiscrezioni, prevede una soluzione del tipo alla “Berlino comunista” degli anni Sessanta, ovvero ingombranti muri al posto dei passaggi a livello che comprometterebbero definitivamente (soprattutto a Palese!) la vivibilità e la permeabilità delle intere ex frazioni. Ed i tempi di avvio ed attuazione di tale intesa (secondo quanto è dato sapere) sarebbero previsti entro il 2020. Ossia, dopo le prossime elezioni amministrative baresi del 2019. Quindi, quanto illustrato a Palese mercoledì scorso, per la risoluzione del problema del nodo di Rfi a nord di Bari è di una solare chiarezza, in quanto si spiegherebbe solo alla luce dell’imminente tornata amministrativa. Ovvero, eclatanti “promesse” che successivamente si risolveranno nel “nulla cosmico” . Come già avvenuto a Palese e Santo Spirito nel recente passato. Ma per il sindaco Decaro questo è probabilmente ininfluente, poiché per lui, sicuramente, è già iniziata con un anno d’anticipo la sua roboante campagna elettorale.

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 2 Giugno 2018

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