A Bitonto, la necessità di un cambiamento nei metodi e nel modo di governo del Comune è alla base della coalizione elettorale che il prossimo 12 giugno sosterrà l’elezione a sindaco di Domenico Damascelli e che vede ben quattro liste civiche (“Bitonto cambia” – “Bitonto solidale” – “I Riformisti, Fronte del lavoro” e “Con”), notoriamente dell’area del centrosinistra, schierate in una coalizione diversa da quella in cui avrebbero dovuto ritrovarsi, se il Pd bitontino non si fosse fatto condizionare dai diktat di non cambiamento del Primo cittadino uscente, Michele Abbaticchio. Sono queste in sintesi le ragioni spiegate ieri alla Città, in conferenza stampa, dall’avvocato Michele Coletti a nome delle quattro forze civiche innanzi citate ed alla contestuale presenza dei loro rispettivi rappresentanti, Francesco Palermo, Luca Matera, Franco Natilla e Michele Daucelli. Un’ esigenza di cambiamento e discontinuità con la gestione Abbaticchio largamente sentita dalla collettività bitontina e in tutte le sue espressioni politiche, sociali, economiche e culturali, indipendentemente dalle appartenenze politiche, ma però non fatta propria dall’antagonista del Pd a Damascelli, l’avvocato Francesco Paolo Ricci. “Bitonto non amministrata, ma solo usata” è stata la frase usata da Coletti per descrivere il risultato di governo nei due mandati del Primo cittadino uscente, Abbaticchio. “Un sindaco – ha tuonato Coletti nel suo discorso – che si è contraddistinto per stato assente nel confronto e nella sintesi” sia con i cittadini che con le formazioni politiche, sociali, economiche e culturali di Bitonto. Ovvero un “uomo solo al comando”. Quindi, stando ca questi fatti, il confronto tra le due coalizioni in campo a Bitonto (ndr – il terzo schieramento rappresentato dal M5S è venuto meno per il ritiro della propria candidata a sindaco, Bufano) per le amministrative di giugno non può essere basato su fattori di natura ideologica o politica, ma programmatici. In altri termini più semplici, tra chi vuole e spera in un cambiamento e chi invece punta ad una continuità amministrativa con i modi ed i metodi del sindaco uscente. Le richieste di cambiamento e discontinuità delle quattro forze di area di centrosinistra, che ora però hanno deciso di sostenere Damascelli, – ha spiegato Coletti – “sono partite oltre due anni fa, sulla base di un vasto e diffuso malcontento di gran parte della comunità bitontina nei confronti dell’amministrazione Abbaticchio, Ed il Pd è stata la prima forza con cui hanno interloquito. “Nessuno – ha sottolineato ancora Coletti – era contrario in maniera aprioristica” a dette esigenze, anche se ultimamente “alcuni amici che condividevano analisi e progetto hanno ultimamente dimenticato, in cambio di un ‘patto leonino’ con chi è per la continuità” della gestione fallimentare della città di Bitonto. Infatti, ha ricordato Coletti nel suo discorso, la professoressa Calò, in un primo tempo candidata dell’area Abbaticchio alla sua successione, ha fatto un passo indietro, lasciando il posto alla candidatura di Ricci del Pd, a condizione però che la coalizione di centrosinistra fosse chiusa a determinate forze e figure politiche, evidentemente scomode a chi in modo gattopardesco ritiene di non dover cambiare nulla nel governo della città di Bitonto, anche con la prossima consigliatura. Pertanto, le quattro forze di csx che sostengono Damascelli, avendo preso atto della mancanza di capacità e volontà del candidato sindaco del Pd, Ricci per l’appunto, di interpretare e fare sue le predette esigenze di cambiamento, dimostrando anche così di non essere autenticamente libero, ma succube e prigioniero di chi ha amministrato la città per ben 10 anni e che evidentemente vuole continuare a condizionarne il futuro con lo stesso sistema di potere, con le stesse logiche, con le stesse modalità fallimentari e magari con gli stessi interpreti, hanno scelto “il dialogo ed il confronto con il candidato del centrodestra, che è stato l’unico a garantire il percorso e l’esigenza di cambiamento” richieste. Fatto che – ha rilevato Coletti – ha provocato la reazione rabbiosa di chi a Bitonto dice “il centrosinistra siamo noi”, ma evidentemente non ha argomenti per controbattere diversamente ai condizionamenti che ha determinato nello scenario politico locale. Però, ha concluso Coletti, “un rappresentante istituzionale prima di rapportarsi al Palazzo deve rapportarsi alla gente ed alle esigenze e bisogni di essa”. E la città di Bitonto ora sicuramente ha bisogno di altro. “Ha bisogno – per le quattro forse citate – di un rinnovamento vero, per poter affrontare e dare risposte efficaci alle rilevanti e complesse sfide che si hanno d’avanti, aprendo e coinvolgendo tutte le forze e le risorse di questa grande comunità a prescindere dalle appartenenze politiche”. Di certo Bitonto, con il suo risultato amministrativo, il prossimo 12 giugno sarà un laboratorio politico, oltre che verosimilmente anche un “caso” politico d’interesse nazionale. Ed a prescindere da quale sarà l’esito finale della competizione destinata, per assenza di un terzo candidato sindaco, a risolversi già al primo turno.
Giuseppe Palella
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