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Bomba carceri: troppi detenuti e pochi agenti, la miccia è innescata

Sempre più forte il campanello d’allarme sulla situazione all’interno delle carceri pugliesi. Ieri è toccato al coordinamento distrettuale dei magistrati di Area Democratica per la Giustizia di Bari “esprimere viva preoccupazione per la situazione delle carceri del distretto alla luce del XVIII rapporto dell’associazione Antigone, da cui emerge come la Puglia sia tra le regioni con il tasso di sovraffollamento carcerario tra i più elevati d’Italia”. In una lettera alla Giunta esecutiva sezionale di Bari dell’Associazione nazionale magistrati, si chiede di “promuovere iniziative sulla situazione in cui versano gli istituti di pena del distretto”. Insomma, dati particolarmente preoccupanti per le toghe pugliesi, specie se si pensa che ad aprile è stata registrata, negli undici istituti di pena della regione, la presenza di 3.900 detenuti a fronte di 2.906 posti, con un tasso di affollamento medio del 134,2% (media nazionale del 107,4%). In alcuni istituti i tassi sono addirittura più alti, come Lecce (143,5%), Bari (151,9%) e Brindisi (165,8%). Dati che comportano per la nostra regione un triste primato nazionale, mentre al problema del sovraffollamento si aggiungono le note carenze strutturali, l’aumento di detenuti vulnerabili, tossicodipendenti, senza fissa dimora, e in generale di persone fragili, la cui detenzione, in assenza di idonea assistenza psicologica e psichiatrica, destinati a comportare un aggravamento della loro condizione. Non sfugge, infatti, l’allarmate dato relativo al numero di suicidi in carcere, tentazione che spesso coinvolge anche chi lavora in divisa, costretto a fare i conti con turni massacranti per la penuria di personale. Una condizione, quella dei nostri istituti, in evidente contrasto con i principi costituzionali e sovranazionali in materia di detenzione e pena. Dunque, da segnalare pure il disagio del personale operante presso le case circondariale, in particolare quella di di Bari. Una situazione diventata insostenibile e soprattutto inaccettabile da parecchio tempo nell’istituto di pena del capoluogo, nell’indifferenza di chi dovrebbe perlomeno interessarsi ai problemi sollevati, chiedendo infine un “urgente incontro” al Provveditore Regionale al fine di affrontare le tante questioni sollevate. Inutilmente. Eppure si tratta di provvedere all’immediata integrazione dell’organico previsto dal decreto 2017, pari a  276 unità di personale amministrato, considerato che nove unità del ruolo agenti e assistenti sono amministrate dal Carcere di Bari e distaccate presso la COR del ruolo agenti assistenti; oltre a un ispettore e altre unità, sempre del ruolo assistenti. A tutti questi trasferimenti che hanno già ridotto all’osso il personale attivo in servizio a corso Alcide De Gasperi, si aggiungono un’altra dozzina di unità carenti nell’organico in vari ruoli, senza parlare del vero colpo di grazia, come denunciano ancora le organizzazioni sindacali, di una ventina di agenti giunti alla quiescenza. Ma pure tutto questo pare passare inosservato agli occhi e antenne del Dap, l’organismo che dovrebbe intervenire e porre rimedio alle varie carenze di agenti e unità in prima linea nella casa circondariale barese. Una carenza dell’istituto di pena che si aggiunge al taglio di organico adottato con la Legge Madia. Un motivo in più per giungere, specialmente dopo l’ultimo allarme rilanciato anche dalle associazioni rappresentative dei magistrati pugliesi, a un incontro ‘urgente’ col Provveditore Regionale per disporre le integrazioni di personale al carcere di Bari, chiedendo in prima battuta di sanare i problemi di sovraffollamento che affliggono l’intero settore carcerario. (fradema)


Pubblicato il 11 Giugno 2022

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