Cultura e Spettacoli

Borjes: errori e sfortuna

José Borjes è stato un generale spagnolo che tra il 1860 e il 1861 guidò una spedizione legittimista nel Mezzogiorno d’Italia volta a restituire a Francesco II il perduto Regno delle Due Sicilie. La spedizione fu un fallimento. Catturato insieme ai pochissimi che gli erano rimasti fedeli, Borjes fu fucilato l’8 dicembre 1861 a Tagliacozzo, nell’Aquilano. Un disastro annunciato. Borjes era stato fuorviato dai generali Clary e Jean-Baptiste Vial, i quali a Roma facevano da consiglieri al Borbone in esilio e che, pur  in buona fede, sovrastimavano la consistenza della rete cospirativa attiva nell’ex Regno Duosiciliano. In realtà i comitati borbonici che operavano in clandestinità erano male organizzati, spesso in reciproco contrasto, e i ribelli pronti a prendere le armi erano poche centinaia, non molte migliaia. Nessuna meraviglia, dunque, se, sbarcato a Capo Spartivento in Calabria nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1861 con soli 17 uomini, Borjes non trovasse nessuno ad attenderlo. E quando più avanti raggiunse la vicina Precacore, il generale spagnolo non riuscì ad arruolare più di una ventina di braccianti. Borjes comunque non era tipo da tirarsi indietro. Dopo una serie di scontri con truppe piemontesi e aggressioni subite sulle montagne ad opera delle popolazioni locali, Borjes fu costretto a metà ottobre a lasciare la Calabria per trasferirsi in Basilicata, dove il 22 dello stesso mese si incontrò con Carmine Crocco. Allettato dall’idea del sostegno economico del Borbone, il brigante lucano stabilì un accordo con lo spagnolo. Ebbe così inizio un’intensa campagna militare coronata anche da alcuni successi. Molti paesi vennero conquistati, ma Potenza – obiettivo principale – non cadde in mano legittimista. A questo punto, con l’arrivo dell’ennesimo rinforzo militare piemontese, le sorti del conflitto si capovolsero. Non essendo più in grado di sostenere altre battaglie e, soprattutto, realizzata l’impossibilità di arricchirsi con la tasca del Borbone, Crocco abbandonò Borjes. Il generale spagnolo decise allora di recarsi a Roma per informare Francesco II dello stato delle cose. Ma, come già detto, a un passo dalla frontiera con lo Stato Pontificio venne catturato… In definitiva, chi fu Borjes, un illuso, un incapace ? Certamente fu un ingenuo nel confidare in Crocco, personaggio “cui la politica serviva solo da pretesto ad accumulare quattrini” (Antonio Lucarelli). Non bastasse, fu pure un uomo sfortunato. Se invece di Crocco avesse incontrato sulla sua strada il ben più capace e affidabile Pasquale Domenico Romano, il famoso Sergente, il condottiero legittimista di Gioia del Colle che più avanti sarebbe giunto ad un passo dal sollevare tutta la Terra d’Otranto e la Terra di Bari, non avrebbe conosciuto l’ignominia della fucilazione senza processo in compagnia di ventidue uomini disarmati e sfiniti. Probabilmente la sorte gli avrebbe regalato la gloria della morte in battaglia, come fu per il Romano il 5 gennaio 1863.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 10 Novembre 2020

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio