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Botta e risposta tra Gentile e Amati nella contesa alle primarie contro Emiliano

Sono stati formalizzate da appena due giorni le candidature alle primarie del centrosinistra pugliese per la scelta del nome da candidare come presidente della Regione nella prossima primavera che già volano gli “stracci” tra i due esponenti del Pd, Elena Gentile e Fabiano Amati, che mirano, in teoria, a spodestare il governatore uscente, Michele Emiliano, dalla possibilità di riconfermarsi governatore con il sostegno del Pd anche per il prossimo quinquennio. Infatti, la campagna elettorale per le primarie del centrosinistra, che (salvo anticipazioni o ripensamenti) dovrebbero svolgersi il 12 gennaio prossimo, è appena iniziata, ma sia l’ex eurodeputata di Cerignola (Fg) che il consigliere regionale di Fasano (Br) hanno già dato l’impressione entrambi che nelle primarie puntino più che a contendersi il podio (per il quale è sicuramente favorito, se non addirittura scontata la conquista da parte di Emiliano), a posizionarsi sul gradino immediatamente sottostante, come in effetti potrebbe essere realmente. Ed a far sorgere tale impressione sono gli scambi di accuse che Gentile ed Amati si sono scambiati già in questo inizio di campagna promozionale per il voto ai gazebo. Infatti, l’ex europarlamentare pugliese del Pd, candidata assieme ad Amati (Pd), Emiliano e Leonardo Palmisano alla primarie che si svolgeranno a gennaio, rispondendo sul suo profilo di Facebook all’insinuazione del suo rivale Amati di un presunto accordo tra lei ed Emiliano per la corsa delle primarie, al fine di predeterminare sia il vincitore che il secondo in classifica, ha così commentato: “Se non tutti, almeno gli addetti ai lavori sanno che Fabiano Amati, con qualche anno in meno e un po’ di capelli neri in più, è il clone di Michele Emiliano. Del quale, per l’intera legislatura, ha condiviso tutte le scelte e votato tutte le delibere, salvo polemizzare su alcuni temi nelle ultime settimane”. L’ex assessore alla Sanità del governo Vendola prima ed eurodeputato del Pd dopo ha accusato Amati (suo collega nella stessa giunta Vendola) di aver iniziato con un “colpo sotto la cintura insinuando la bufala di un accordo politico fra me e Michele Emiliano”. “Ma con me – ha ironizzato Gentile –  questi metodi non funzionano”, spiegando che “l’intento di Fabiano non incanta nessuno ma è furbesco” perché , secondo lei, mira “a dimostrare che l’unico interlocutore di Emiliano è lui. E quindi veicolare su se stesso il voto degli elettori  (ndr – di centrosinistra) che ambiscono ad un’altra guida  della Regione Puglia nella prossima legislatura. “Del resto, – ha inoltre rilevato Gentile – allo stesso fine,  (ndr  – Amati) ha presentato molte più firme di sottoscrizione di quante ne servissero, pur sapendo che molti di coloro che si sono mobilitati faranno campagna elettorale e voteranno per Emiliano”. Per la cronaca  facciamo presente che Amati ha depositato sabato scorso oltre 21mila firme, invece Gentile poco meno di 9mila, quando per partecipare alle primarie ne bastavano già 5mila. “Perché‚ dunque – si chiede ironicamente l’ex europarlamentare foggiana –  lo ha fatto?” dandosi pure la risposta: “Sempre allo stesso fine, ovviamente: per creare una percezione di forza che ne facesse l’interlocutore più accreditato contro Michele Emiliano e, per quella via, creare la sindrome del voto utile”. “Peccato – ha rilevato ancora Gentile – che i furbi, come arcinoto, prima o poi finiscono in pellicceria come le volpi”. “Con la lealtà di sempre – ha poi concluso Gentile – lo dico a Fabiano, ma vale per tutti: confrontiamoci sui temi e sulla visione di futuro, anche con vivacità e brio, persino durezza di contenuti, ma con la consapevolezza che l’avversario politico è dall’altra parte. E alle elezioni vere dovremo batterlo tutti insieme, e dalla stessa parte”. Quasi immediata la risposta di Amati: “La mia collega Elena Gentile ha la coda di paglia, perché non ho mai detto nulla di tutto quello che scrive e con il dovuto rispetto vorrei dire che io sto correndo su Emiliano e non ho molto tempo per polemizzare con lei”. “Temo –  ha inoltre dichiarato Amati – che stia a caccia di qualche riga sui giornali, anche se sarebbe bello se andasse in cronaca specificando quali sono le scelte di Emiliano che critica e quali le soluzioni differenti che propone per esempio sulle liste d’attesa, sulla Xylella e sull’Ilva. La invito piuttosto, con tutta la stima e considerazione, ad aiutarci nell’evitare due candidature così da avere più possibilità di battere Emiliano”. E conclude: “Per me questa inutile polemica finisce qui e mi rituffo nel mio impegno concreto sui fatti”. Insomma, sembrerebbe di capire che Amati conclude la sua risposta piccata a Gentile invitandola a ritirare la propria candidatura alle primarie in modo da far concentrare su di lui tutte le forze che dentro e fuori del Pd vorrebbero spodestare Emiliano. Ma serviranno davvero a questo le primarie del centrosinistra di gennaio oppure serviranno a legittimare ancor di più la candidatura di Emiliano, soprattutto col Pd nazionale? Infatti, come è possibile pensare che le liste civiche che il governatore uscente ha già messo in campo ( vedi la civica “Con” e  quella di “Senso civico”) ed altre che a lui si richiamino possano, nell’improbabile ipotesi che non fosse Emiliano a vincere le primarie, automaticamente sostenere un diverso vincitore? D’altronde Emiliano in precedenza lo ha pure detto che lui sarà candidato governatore “comunque”. Ma ciò verosimilmente lo sanno già sia Amati che Gentile e Palmisano. Allora, la partita vera delle primarie del centrosinistra è quella della conta interna tra i due esponenti del Pd in competizione innanzitutto tra loro e poi con Emiliano. Ma evidentemente soltanto per testare a quanto ammonta effettivamente la frangia del Pd pugliese non direttamente controllata da Emiliano. Ed almeno su quest’ultimo responso le primarie di gennaio del centrosinistra non saranno sicuramente un’inutile farsa.

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 13 Novembre 2019

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