Brenno: “L’ultima la parata più bella, ma voglio migliorarmi”
Non c’è una gerarchia per il secondo portiere, tra Pissardo e Farroni, ma grande spirito di unità e gruppo
Ieri a mezzogiorno la SSC Bari ha presentato tutti e tre i portieri della stagione in corso. I biancorossi che nelle dodici partite hanno subito soltanto dieci reti, al momento hanno la seconda miglior difesa in coabitazione con Venezia e Modena, mentre le migliori sono Parma e Palermo. Ma il Bari deve guardare oltre, come alle due vittorie di fila, una difesa che concede sempre meno alle avversarie e a provare a centrare il terzo successo di fila. I portieri scelti per questa nuova stagione sono tutti e tre nuovi, dal titolare designato, il brasiliano Brenno (di origini italiane, il nonno), agli italiani Pissardo e Farroni. Partendo dal titolare Brenno ha risposto subito sulla parata più bella: “Quella più bella è l’ultima fatta sul colpo di testa di Di Tacchio, su calcio d’angolo durante Bari-Ascoli. Quella che voglio dimenticare è la palla persa nella partita con il Palermo, in avvio di gara”. Il riferimento dell’estremo difensore è alla prima partita di campionato contro i siciliani. Sulla miglior prestazione invece e quella da rivedere, Brenno ha aggiunto: “La gara con la Cremonese. Mentre contro il Pisa non ho fatto bene”. Su come è nata la scelta del Bari: “È sempre stato un sogno giocare in Europa, quando è nata la possibilità di venire a Bari sono stato felice, perché si tratta di una piazza importante in Italia. Per me è importante giocare qui, conoscere un’altra cultura, un altro Paese. Anche la mia famiglia è felice di trovarsi qui”. Dettagli sulla trattativa durata a lungo con il Gremio: “Non so perché sia durata così tanto, io volevo solo il Bari. Il mio procuratore stava conducendo il dialogo. Ora mi sento meglio, sono più inserito in Italia, con i compagni e parlo meglio nella lingua. All’inizio non è stato facile per le difficoltà con la lingua diversa. Ho parlato con Henrique (centrocampista, ndr) del Sassuolo, che mi ha consigliato di ascoltare la radio in macchina, per apprendere più velocemente l’italiano. Faccio così ogni giorno quando vado al campo di allenamento”. Un giocatore che ha ammesso delle difficoltà iniziali ma che lo ha superato con la sua grande voglia, ha anche svelato il suo sogno ed obiettivo: “Voglio migliorare ogni giorno. Fare sempre meglio nelle difficoltà e aiutare la mia squadra in tutte le partite. Quello che posso dire è che sono felice qui, vedremo cosa succederà in futuro, per ora continuo a lavorare. Voglio avere una carriera europea”. L’avvio però in biancorosso non è stato dei migliori, spesso è stato sotto i riflettori per qualche prestazione all’altezza, ma il portiere non si è scomposto ed ha risposto: “È certo che parlare italiano sia troppo importante per sentirmi anche più sicuro. All’inizio volevo dire qualcosa e dovevo parlare in portoghese. Ora va molto meglio, perché riesco a farmi capire dai miei compagni. Mio nonno paterno era italiano, di Cadeldbosco di Sopra, provincia di Reggio Emilia in Emilia Romagna”. Brenno, raccoglie anche un’eredità pesante, quella di Elia Caprile approdato in “A”: “Avverto la responsabilità di fare il portiere a Bari. Per questo volevo imparare il più veloce possibile la lingua, perché questa è la cosa più importante per un portiere.Puglia e Brasile, due terre con tanti aspetti in comune. La Puglia è una regione che è simile al mio Paese, questo mi sta aiutando ad ambientarmi meglio. Per esempio siamo a novembre e non ho bisogno di felpa”. Sulla possibilità o nomea di para rigori l’estremo difensore non ha aggiunto nulla, ma sul penalty quasi parato contro il Brescia a Moncini ha risposto: “È stata sfortuna. Noi studiamo sempre i rigoristi. Sapevo che avrebbe calciato a sinistra, ma ero troppo alto in tuffo”. Le uscite, infine, non sono state il suo forte ma il portiere brasiliano con molta schiettezza ha concluso: “Penso di sì, ma devo credere con la fiducia e l’aiuto dei compagni di poter fare meglio. È un aspetto su cui migliorare”. Alessandro Farroni, classe 1997 ha detto sulle gerarchie tra secondi: “È un ruolo delicato il mio e quello di Marco. È impossibile sperare che Brenno si faccia male. Dobbiamo essere bravi ad allenarci bene e a farci trovare pronti. Dopo il percorso che ho fatto, avere l’opportunità di potermi cimentare in Serie B, e con questi compagni, sarà molto importante dal punto di vista del bagaglio”. Marco Pissardo, sulla chiamata del Bari ha risposto: “Quando sono venuto qui sapevo quale sarebbe stato il mio ruolo. Quando e se ci sarà l’opportunità la coglierò, allenandomi al meglio. Le mie espulsioni in carriera? Peccati di gioventù, che non si possono giustificare, ma negli ultimi anni mi sono calmato moltissimo. Bari è un’esperienza nuova, ho fatto sempre la Lega Pro. Non potevo lasciarmi scappare questa occasione e la Serie B. É una sfida che ho rincorso, a prescindere dal ruolo che avrei ricoperto in rosa. La trattativa? Ho detto subito sì, ero fuori dal progetto tecnico del Novara. Le giovanili nell’Inter? Aiutano, ma per esplodere devi essere un top player, da Inter. A volte però giocare in squadre meno blasonate aiuta ad emergere. Rimpianti? No. Ho sempre cercato di dare il massimo, sicuramente qualcosa ho sbagliato nelle decisioni”. Sul legame extra campo tra portieri, Farroni ha risposto: “In campo siamo molti legati, fuori è complicato perché abbiamo le famiglie”. I tre portieri hanno salutato e sono andati via, prima di lasciarsi fotografare assieme. Di sicuro, però si evinto dei tre estremi difensori allenati da mister Roberto Maurantonio, preparatore dei portieri, che c’è grande unità di intenti. (Ph. SSC Bari).
M.I.
Pubblicato il 8 Novembre 2023