Cultura e Spettacoli

Bricie di storia e alcuni “maldetti” di due potenti

Poteva mancare obama, il capo supremo, per qualche anno ancora, degli “states” al “d.day” memorante il settantesimo anno dallo sbarco degli alleati in normandia ? E poteva mancare putin ? Che vive, mangia, beve, dorme, ha il suo ufficio, riceve potenti e meno potenti della terra, dove ? Ma al “cremlino”, nel luogo blindato, superprotetto dove agiva lo zar nicola II! Ha, forse, meno poteri putin dello zar nicola II ? Eppure, tra l’inetto nicola, fatto fucilare nel 1918 con la sua famiglia per ordine di lenin, e il furbacchione putin ci sono oltre 80 anni di Storia. Tanto per selezionare episodi di sangue: una rivoluzione, la presa del potere in russia da parte di stalin, lo stalinismo, la seconda guerra mondiale. Ecco, quindi, l’inveramento dell’Asserto Marxiano che ogni rivoluzione si conclude con il “bonapartismo”, processo politico, sociale, economico che, traslato in ambito scientifico, inquadra il movimento di un corpo che gira intorno al proprio asse: parte da un punto per ritornare al medesimo punto. E’inutile ribadire che l’asse, intorno a cui girano  gli assetti politici, sociali, economici, culturali di un paese, di una nazione, di uno stato in rivoluzione,  è l’uomo, sempre, lo stesso, sono gli uomini, sempre, gli stessi nel Tempo e nello Spazio. E Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo” non fa dire a Tancredi, nipote del principe Fabrizio: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”? NOI CI permettiamo di Puntualizzare  che il cambiamento, in seguito a una rivoluzione, è un  affare, assolutamente, nominalistico: nicola II veniva appellato “zar”, putin viene appellato “presidente”, “sed” sono “cavoli amari” a chi s’azzardi a rompergli le uova nel paniere, come avveniva durante il regime zarista. Tra nicola II e putin quante inenarrabili sofferenze, quanti anni di carcere, quante fucilazioni, quanti morti ché Si snodasse la Storia che sta alle spalle dei nostri anni! E poteva mancare elisabetta II ? Regina d’inghilterra per l’abdicazione dello zio edoardoVIII (strenuo simpatizzante di hitler che, per ricompensarlo della simpatia nei suoi riguardi, gli bombardava londra con missili insidiosissimi), per la morte del padre giorgioVI. Da lunga pezza i regnanti inglesi non hanno eccessivi poteri, si contentano di rappresentare nelle missioni diplomatiche il popolo inglese. Poi, che a comandare siano i laburisti o i conservatori, a loro non interessa: basta loro e avanza che si “magni” con la figliolanza e la innumerabile parentela. E poteva mancare hollande ? Il presidente francese, che dimora e dimorerà per cinque anni nell’ imponente, signorile “palazzo dell’eliseo”, i cui poteri, prerogative non sono troppo lontani dall’essere “assoluti”, grazie alla costituzione voluta da de gaulle nel 1958, anno in cui la francia diventò “repubblica presidenziale”. E poteva mancare il napolitano ? Detto re Giorgio, i cui poteri, prerogative presidenziali, napolitanamente (non siamo certissimi, costituzionalmente) interpretati, la sfarzosa dimora, in cui “stetit sette anni fa,  stat, stabit optime per altri sette anni”, fanno di lui un monarca “de facto”, mentre l’ultimo re “de jure” fu tale per un solo mese, il mese di maggio, appunto. E poteva mancare la merkel ? La cancelliera teutonica contro la cui nazione i predecessori dei 4, di cui sopra, organizzarono lo sbarco in normandia con centomila giovani vite smorzate,  stroncate, appartenenti agli eserciti combattenti. Le caste, le oligarchie economiche, politiche, le classi egemoni dei paesi belligeranti nelle varie guerre, che hanno insanguinato il mondo nei tempi e negli spazi antropizzati, sanno le motivazioni egoistiche per le quali decidono di posizionarsi, formalmente, le une contro le altre; sanno perché decidono di giocare alla guerra, componendo e scomponendo alleanze, usando i soldatini provenienti dalle classi popolari, infinocchiandoli con l’inconfessabile “paideia” patriottarda che risale a omero, archiloco, cicerone (Citando a braccio), sintetizzabile nella famosa massima di cicerone: ”dulce et decorum est pro patria mori”. Una delle motivazioni non è, forse, la malthusiana pulizia del mondo, specialmente, da gruppi di giovani transanzionali che tendono a nuovi equilibri nella “leadership” di esso o che lo auspicano, semplicemente, più giusto ? Non è lo svuotamento degli arsenali bellici che le lobby massoniche producono senza soluzione di continuità e, sempre, quelle di nuova generazione, più micidiali, più esiziali ? Non è la brama di impossessarsi di ricchezze minerarie utili allo sviluppo economico dei territori su cui operano i gruppi egemoni?  Non c’è lembo di mondo in cui non ci sia un cimitero di guerra in cui i capi delle nazioni, che ieri furono alleate belligeranti o nemiche belligeranti, surrogano, a distanze canoniche di anni, il ricordo straziante delle stragi degli innocenti, morti in combattimento, senza avere alcun interesse a combattere, se non quello di non finire sotto la tagliola delle corti marziali (tregua di natale del 1914: nelle trincee tra il belgio e il nord della francia soldati tedeschi e britannici fraternizzarono e si incontrarono, spontaneamente, nella terra di nessuno, per celebrare il natale, con grande disappunto dei loro stati maggiori che “promisero” loro gravi sanzioni “capitali”, se non avessero ripreso il macabro rituale delle vicendevoli uccisioni, fingendosi nemici) con la retorica più disgustosa. Infatti, intervenendo, nel cimitero americano di colleville – sur – la mer, alla cerimonia del ”memento” dei 10mila soldati statunitensi caduti nello sbarco di normandia, obama ha avuto la faccia tosta, l’improntitudine di sproloquaiare che “l’impegno degli ‘states’ per la libertà è scritto nel sangue”. Sarà stato un “lapsus linguae” o “memoriae”, è indubitabile che obama si sia dimenticato di far seguire al valore “libertà” il complemento di specificazione: l’impegno per la libertà di chi ? S’è dimenticato obama che la potenza economica, politica, militare degli “states” galleggia sul sangue di milioni di neri, come lui, traghettati con la forza dai nativi territori africani in nord america per far prosperi, da schiavi, “a gratis”, i banditi europei, cacciati dai loro paesi, e approdati in terre incontaminate che avevano bisogno di braccia, di molte braccia, per produrre per loro quella prosperità che le loro patrie avevano loro negato ? S’è dimenticato obama che lo schiavismo negli “states” fu un istituto previsto dalla vigente legislazione esistita nel nordamerica per più di un secolo prima della nascita degli “usa” nel 1776 e continuata negli stati del sud fino alla fine della guerra civile nel 1865 ? Che l’ ”apartheid” fu sconfitta dalla legislazione americana negli anni ’60 del secolo scorso, ma non sconfitta nella sottocultura, nell’egoismo incosciente degli statunitensi, sì che gli “alberghi di stato” sono pieni di neri e gli aghi, che somministrano l’iniezione letale ai condannati a morte, cercano con più insistenza le vene dei neri ? Se gli “states” s’impegnano in un conflitto, non può non esserci il tornaconto delle loro lobby: nel secondo conflitto mondiale roosevelt, il presidente americano, si fece a “pearl harbor” distruggere la flotta ad opera delle truppe aeronavali giapponesi, il 7 dicembre del 1941, pur di ricavare un pretesto plausibile per entrare nel conflitto che avrebbe deciso le aree d’influenza economica,  politica, militare, da spartire tra le potenze belligeranti contro la germania: russia, francia, inghilterra. Alla fine del conflitto gli “states” s’inventarono il “piano marshall”, considerato il piano per la ripresa europea, che non fu ideato per evangelica beneficenza; fu un grosso affare, invece, per gli “usa”, anche, per contrastare la politica dei sovietici in europa. De Gasperi, per qualche nave carica di grano e per qualche dollaro, si vendette l’onore degli italiani, la dignità e gran parte dello stivale. Basi militari “usa”  in sicilia, in sardegna, in puglia, in veneto; porti, aeroporti “of limits” per gli italiani “ché qua comandiamo noi”, dicono gli scagnozzi dei presidenti americani di ieri e di oggi. Sicché la nostra italietta, giammai, è stata una democrazia, in quanto tutto ciò che è stato dalla fine di mussolini ad oggi ha avuto il beneplacito “dove si puote ciò che si vuole”, cioè degli inquilini della “casa bianca”. Appena si siedono sulle poltrone di “palazzo chigi” o del “quirinale”, i temporanei “poggiatori” su di esse del loro “culo” programmano un viaggio di reverenza al capo del “centro dell’impero”. Di ritorno dalle celebrazioni “normandiniane”, il napolitano s’è, in sostanza, rallegrato che obama abbia espresso “simpatia per il nostro giovane primo ministro”. Sistemato, Speriamo, obama, Veniamo al sig. bergoglio. Dobbiamo, onestamente, ammettere che non riusciamo a capacitarCI come abbia fatto codesto signore a salire in alto, in alto nella gerarchia vaticana, tanta è la banalità della sua “weltanshcauung”, del suo modo di esprimersi che, a volte, se non sempre, rasenta quelli dei sacristi. Eppure, è un gesuita, appartenente ad una casta di sedicenti “consacrati” di raffinata cultura, non solo teologica! Bene, il bergoglio, parlando a coppie sposate, s’è prodotto in questo monologo, degno di una matriarca al mercato ortofrutticolo: ”No a coppie sposate che preferiscono cani e gatti ai figli. No a matrimoni sterili per scelta. No a coppie che decidono di non avere figli per essere più liberi e più comodi. Forse, è più comodo avere un cagnolino, dei gatti, e l’amore va ai gatti e al cagnolino”. Staremmo per Dire: ”Da Francesco a franceschiello!”.Quanta Poesia, Delicatezza di Sentimenti e di Espressione nel “Cantico di Frate Sole (o Laudes creaturarum)”, incentrato sull’umile, gioiosa accettazione di tutta la vita che palpita in noi e attorno a noi, perché, provenendo da un Dio che è Gioia suprema, Bontà, Amore, non può non avere un’ autentica Bontà e Bellezza. ”Laudato sie, mi’ signore, cum tucte le tue creature”, Dice Francesco; franceschiello, invece, esclude Creature di Dio, come i cani e gatti, dalla possibilità di essere dagli uomini amati. Si sente nelle parole di bergoglio l’ossessione di tutti i dittatori nel promuovere la fertilità del loro popolo ché le masse d’inconsapevoli sono il miglior sgabello dei loro regimi, da riciclare in carne da macello per le guerre a supporto della loro politica imperialistica. Inoltre, le masse d’inconsapevoli sono per i capi delle religioni positive utili  greggi di pecore da pascolare, da sfruttare, da fare fruttificare in sesterzi per l’oggi e il domani. L’umanità, sig. bergoglio, per quello che ha combinato sul pianeta e per quanto e come l’ha colorato di rosso, anche a causa di contrasti religiosi che nascondevano contrasti, ben più prosaicamente, terreni, merita di diventare sterile. Su “internet” è stata postata una foto di terribile icasticicità: si vede un militante del governo ucraino  in posa con un brandello di un uomo  (un braccio con una mano) accostato alla bocca, a volerlo, quasi, addentare, mortalmente, colpito da un bombardamento in una zona a maggioranza russofona. Sig. bergoglio, una umanità che conta uomini simili, il suo Dio non deve far la grazia ai cani e ai gatti di annientarla ? Sig. bergoglio, si legga la Novella dei tre anelli nel Capolavoro di Lessing, “Nathan il saggio”. I figli di Nathan, rivendicando ciascuno l’eredità, si recano da un giudice che consiglia ai tre pretendenti di lasciare le cose come stanno e di considerare come autentico il proprio gioiello avuto in dono. “Ognuno ebbe l’anello da suo padre: /Ognuno sia sicuro che esso è autentico. / Vostro padre, forse, non era disposto /a tollerare ancora in casa sua la tirannia di un solo anello. E certo vi amò ugualmente tutti e tre. /… /Orsù! Sforzatevi di imitare il suo amore incorruttibile/ e senza pregiudizi…”.

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

pietroaretino38@alice.it       

 


Pubblicato il 10 Giugno 2014

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