Cultura e Spettacoli

Brigitte e Paula, l’amore demistificato

L’amore esiste, non è una trovata di poeti e romanzieri, ma svapora rapidamente nella crudeltà smitizzante del quotidiano cedendo il posto a un sentimento corrotto e pago di orizzonti limitati. Più o meno questo il senso di ‘Le amanti’, un romanzo pubblicato negli anni settanta da Elfriede Jenelik, la scrittrice austriaca che nel 2004 è stata insignita del Nobel per la letteratura. ‘Le amanti’ è la storia di Brigitte e Paula, due ragazze di modesta estrazione sociale che ambiscono ad una vita migliore anche al prezzo di bocconi amarissimi (uomini ‘insignificanti’, suoceri meschini…). Una giungerà in vetta al personale Everest piccolo-borghese, l’altra no. Due perdenti in ogni caso. Due vicende amare e parallele cui sono centrali la ferocia dei rapporti umani, l’insensatezza della vita lavorativa e la delusione dell’amore demistificato. ‘Le amanti’ si presta a fatica ad essere trasposto in scena. Ma i bravi Giulia Dell’Ongaro ed Enrico Deotti riescono nell’impresa con una produzione di Teatrino Giullare che si avvale della collaborazione di Emilia Romagna Teatro Fondazione e Festival Focus Jelinek. Lo spettacolo, la settimana scorsa all’interno del Seminario Vescovile di Andria, ha aperto la XIX edizione di Festival Dei Mondi. Dell’Ongaro e Deotti scelgono modalità scarne quanto originali : Brigitte e Paula sono due manichini così malmessi da sembrare due zombie e che la narratrice manovra ruvidamente. Non meno inquietanti, per di più e grottesche, sono le maschere dei personaggi di contorno che, manovrate da Deotti, spuntano da scatole e sproloquiano. Efficaci le scelte scenografiche di Cikuska, questa parata di involucri di cartone di dimensioni diverse che ispirano l’appiattimento del pensiero conseguente al lavoro in serie. In un clima da ‘brutti, sporchi e cattivi’ si snodano le traversie delle due ragazze, raccontate dalla Dell’Ongaro col piglio delle conduttrici di quei ruffianissimi salotti televisivi dove sventolano panni lerci. A sostenere la Dell’Ongaro (il cui aspetto la fa credere appena sfuggita ad un attentato o ad altra calamità) è Enrico Deotti, che annerito come uno spazzacamino a rappresentazione dell’Amore cui sia stata strappata la maschera,  ricopre il ruolo di ‘puparo’. Un racconto ‘illustrato’, che il Trio Opera 100 di Shubert periodicamente attraversa creando un singolare contrasto col colore greve e implacabile dell’allestimento. Pregno di una satira tagliente come un bisturi, ‘Le amanti’ scorre tra paradosso e comicità, fra acuti di delicatezza e spunti violenti. E funziona. Funzionerebbe meglio però se alleggerito (troppi 85’) e con qualche ‘colpo di buio’ in meno.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 1 Settembre 2015

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