Bruno e Klas, uomini esemplari
Nel giro di tre giorni due bandiere del calcio biancorosso se ne sono andate. Due uomini lontanissimi nel fisico, nel ruolo, nell’origine e nel periodo che vissero a Bari ma accomunati dallo stesso slancio eroico con cui onorarono i colori sociali. Nato a Venezia nel 1937, Bruno Cicogna era un brevilineo guizzante ed estroso che giocava ad ala ; fra il 1958 e il 1968 vestì 260 volte la maglia del Bari, di cui fu anche capitano, mettendo a segno 34 segnature. Klas Ingesson, invece, veniva da Odesho, in Svezia, dove era nato nel 1968. Era un colosso e giocava a centrocampo ; fra il 1995 e il 1998 indossò la casacca biancorossa in 94 partite volte segnando 11 goal. Anche i terreni di gioco su cui questi due campioni misero in luce le loro straordinarie doti sottolinea l’abisso temporale che li separa. Bruno Cicogna calcò l’erba dell’armonioso Stadio della Vittoria. Klas Ingesson ha disputato tutte le sue 94 gare all’interno dell’algida cattedrale disegnata da Renzo Piano, il San Nicola. Due modi diversi di concepire il calcio e di vivere l’impatto sociale esercitato dal gioco più bello del mondo. Il rimpianto di questi due campioni, perché tali furono, è acuito dal ricordo dei loro ultimi anni, fuori dal mondo del calcio giocato. Uomini affatto venali, Bruno e Klas non si arricchirono. Tornato a Venezia a carriera finita, Cicogna non rientrò più nel mondo del calcio. Rimediato a Mestre un posticino di guardiano in una rimessa comunale, lì consumò la sua esistenza sino al giorno della pensione. Ma almeno visse nei suoi ricordi sino a 77 anni. Tutto il contrario del povero Ingesson, spentosi ad appena 46 anni per colpa di un mieloma multiplo, malattia da cui era stato colpito cinque anni prima e contro cui ha combattuto si può dire sino all’ultimo. Eppure a settembre dello scorso anno sembrava guarito, tant’è che poteva assumere l’incarico di allenatore dell’Elfsborg, sia pure stando su una sedia a rotelle. Ma cadendo da questa si era fratturato prima un braccio, poi un femore… Soltanto qualche settimana fa si rassegnava a lasciare la panchina. E adesso di Bruno e Klas restano immagini stampate nella memoria o affidate ai ritrovati della tecnologia. Immagini rare, sbiadite e in bianco e nero quelle del primo (pressoché introvabili le immagini video), ben numerose al contrario quelle del secondo. Non poteva essere diversamente. Immagini che vedono Cicogna indossare una divisa tutta candida e dai risvolti rossi che avanza verso la rete avversaria toccando un pallone di cuoio cucito a mano e quelle che vedono Ingesson indossare almeno dieci varianti della casacca biancorossa e manovrare a centrocampo palloni plasticati fabbricati in serie, di quelli che quando finiscono in tribuna non vengono restituiti. ‘Eh, invece ai tempi miei – ci piace immaginare Cicogna dire a Ingesson in una chiacchierata da Altrove – il pallone veniva restituito e come’. Proprio così, caro Bruno, altri tempi i tuoi.
Italo Interesse
Pubblicato il 31 Ottobre 2014