Cronaca

Buone possibilità di sopravvivenza per il tribunale di Bitonto

Più che la politica poté la determinazione con cui il Comune di Bitonto e la locale associazione degli avvocati ha affrontato l’astrusa decisione del ministero di Giustizia, che con un decreto dello scorso 8 agosto aveva stabilito di sopprimere la Sezione bitontina del Tribunale di Bari, per accorparla in una sede, quella di Modugno, meno capiente e, forse, pure meno idonea di quella da trasferire. La vicenda è ormai nota. Ed è quella degli accorpamenti di alcune sedi distaccate di Tribunale che, da quando è stato reso noto il recente provvedimento del ministro di Giustizia, Annamaria Cancellieri, i sindaci di tutti i Comuni ospitanti una Sezione distaccata di Tribunale interessata dalla chiusura non dormono più sonni tranquilli, sia per l’impatto negativo che potrebbe provocare sul territorio l’eliminazione, sia soprattutto per gli effetti che la soppressione potrebbe sortire sull’amministrazione della Giustizia nelle comunità di loro competenza. In provincia di Bari, dei quattro Comuni interessati dal decreto di soppressione, Acquaviva, Bitonto, Monopoli e Putignano, che nelle scorse settimane avevano presentato ricorso al Tar con richiesta di sospensiva,  soltanto uno, Bitonto, è riuscito al momento ha scongiurare la soppressione della sede distaccata del Tribunale barese in via cautelativa, con buone probabilità di poter poi spuntare un esito favorevole anche nel giudizio di merito, già fissato per il prossimo13 febbraio. Infatti, i giudici della II Sezione del Palazzo di piazza Massari (presidente Sabato Guadagno, relatore Giuseppina Adamo e primo referendario Desirèe Zonno) hanno confermato il provvedimento cautelare di sospensiva del decreto ministeriale per la parte che riguarda il trasferimento a Modugno delle cause di competenza della Sezione distaccata di Bitonto, che così potrà continuare a restare aperta almeno fino a quando il Tar non si esprimerà definitivamente sul ricorso sottoscritto dal sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, e da un consistente stuolo di professionisti del posto, tra cui il presidente della locale associazione avvocati, Michele Calamita, ed il sindaco di Bitonto della seconda metà degli anni Ottanta ed inizi Novanta, il socialista Michele Coletti, che all’epoca con l’allora sottosegretario alla Giustizia, bitontino d’adozione, il senatore Gaetano Scamarcio del Psi, fu uno dei maggiori promotori per la costruzione della moderna struttura di via Planelli che dall’aprile del 1990 ospita gli Uffici giudiziari della sede distaccata di Bitonto. Una struttura che, oltre ad essere più capiente e funzionale di quella di Modugno, è anche dotata di un’aula bunker per la celebrazione di processi penali particolarmente a rischio e che resterebbe comunque restata a servizio del Tribunale barese a prescindere dalla soppressione degli altri uffici giudiziari. Ma la sede di Bitonto, in caso di soppressione degli uffici del Tribunale, avrebbe inoltre continuato ad ospitare anche gli uffici del Giudice di Pace, che non sarebbe stato comunque spostato a Modugno, rimanendo operativo in loco. Ed anche per queste ragioni i giudici del Tar hanno accolto tutte le osservazioni ed i rilievi esposti dai ricorrenti bitontini nella causa promossa contro il ministero di Giustizia e gli altri contro interessati per scongiurare la chiusura della sede distaccata di Tribunale presente nel Comune del nord barese simbolo per eccellenza dell’olio extra vergine di oliva di qualità. Una chiusura che per il momento è stata evitata con una disposizione temporanea dei giudici amministrativi e che i ricorrenti sperano di evitare con la pronuncia di merito definitiva, che gli stessi giudici dovrebbero emettere con sentenza, se riterranno fondati i motivi del ricorso, dopo l’udienza di febbraio. Però, a Bitonto qualcuno spera ancora che a salvare in via definitiva la permanenza della sede distaccata del Tribunale possa essere la politica, anziché la giustizia amministrativa. O, meglio, che prima del pronunciamento di merito del Tar intervenga un atto del ministero che riveda la decisione assunta ad agosto scorso modificando, in sintonia a quanto stabilito dai giudici amministrativi in via cautelativa, quanto stabilito precedentemente. Una decisione che la politica avrebbe già dovuto prendere sulla base delle proteste e, soprattutto, delle ragioni riferite dagli avvocati bitontini ai diversi parlamentari locali e nazionali prima che il Tar si pronunciasse sul merito della sospensiva, ma che evidentemente finora non ha sortito alcun effetto. Ed a sostegno delle tesi dei ricorrenti ora c’è anche una presa di posizione del presidente del Tribunale di Bari, Vito Savino, che recentemente ha inviato una nota al ministero per chiede di mantenere la sede di Bitonto. Ancora una volta la politica si è mostrata in ritardo rispetto ai problemi della Giustizia. E speriamo che prossimamente non si dimostri anche insensibile anche per questi problemi.    

Giuseppe Palella


Pubblicato il 8 Ottobre 2013

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