Sono ancora pesantissime le nubi all’orizzonte della sanità pugliese, specie nei rapporti istituzionali tra settori pubblico e privato, con l’Ente Regionale che dovrebbe programmare, verificare e controllare, tanto per fare un esempio, come vengano utilizzati gli oltre 70 milioni di euro all’anno erogati alla “C.B.H. Città di Bari Hospital S.p.A” per le prestazioni eseguite in “accreditamento”. E nel vuoto sembra proprio caduto l’appello della Funzione Pubblica Cgil-Sanità di Antonio Mazzarella e Pino Monno, autori di una miriade di esposti e comunicazioni alla Regione Puglia e direttamente al capo della Giunta Vendola sui ‘buchi neri’ che hanno interessato il rapporto tra l’azienda che rilevò l’impero sanitario di don Ciccio Cavallari, poco meno di venti anni or sono. <>, tagliano corto i sindacalisti dopo che Vendola non ha mai fatto sentire la sua voce contro il mancato rispetto degli ‘standard’ regionali ed europei per l’erogazione dei servizi di pubblica sanità in Puglia. Eppure, è in corso il trasferimento nei reparti della C.B.H. S.p.A. di centinaia di pazienti (nel 2014, tra marzo e aprile, circa duecento), senza che vi sia stata alcuna valutazione dei rischi e delle responsabilità medico-legali che questi trasferimenti comportano. <>, ripetono Mazzarella e Monno. Preoccupati per trasferimenti potrebbero determinare un maggior impiego di risorse pubbliche rispetto ai tetti di spesa definiti e contrattualizzati, attraverso prestazioni che derogano anche agli standard di personale ed effettuate con lo stesso personale impegnato senza nessuna verifica, nessun controllo o coordinamento con chi – Regione ed Asl in primis – è deputato a tale compito. In altre parole, a fronte di un sostanzioso avvio di pazienti verso la sanità privata e di un sostanzioso contributo di denari pubblici, potrebbe registrarsi una vera e propria <<…negazione dei diritti dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali: circostanza francamente incomprensibile>>. Ma Vendola, la Giunta e l’intero Consiglio Regionale sembrano distanti anni luce dalla situazione di disagio che lavoratori, medici, infermieri, impiegati, tecnici e ausiliari della C.B.H. S.p.A., subiscono quotidianamente: dal mancato pagamento delle competenze stipendiali, alla gestione degli oltre 450 posti letto e servizi annessi fino all’organizzazione del Pronto Soccorso (con relativa accettazione e rianimazione) inserito nel Sistema Pubblico di Emergenza della città di Bari. Insomma, sulla gestione dell’accorpamento dei servizi di C.B.H. presso la Mater Dei Hospital nessuna attenzione è stata prestata dall’Ente che dovrebbe vigilare, tanto che l’attuale “riorganizzazione funzionale” sta producendo disagi e ricadute negative pericolose per operatori e pazienti anziché un “efficientamento produttivo quali-quantitativo”, come hanno già messo per iscritto i due battaglieri sindacalisti baresi. Nella ‘folle’ e ‘temeraria’ indifferenza degli enti preposti a verifiche e controlli….
Francesco De Martino
Pubblicato il 6 Giugno 2014