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Calma piatta negli uffici del Personale, in attesa di contratti e concorsi

 

Momento di riflusso totale negli uffici dell’assessorato al Personale della Regione Puglia, in via Celso Ulpiani, a Bari. Laddove, per sentir parlare e, di conseguenza, adottare qualche provvedimento di contratto integrativo, graduatorie di concorso da sbloccare ovvero, almeno, liquidazione delle ultime spettanze per gli obiettivi raggiunti dai capi della burocrazia pugliese, bisogna risalire all’autunno scorso. Anno 2015 quando, ricordiamolo, alla guida del Servizio questioni del personale c’era l’avvocata Domenica Gattulli, traslocata armi e bagagli subito dopo le elezioni regionali verso lidi meno elettrici. E cioè dietro le ben più sgombre e tranquille scrivanie della presidenza del Consiglio regionale, in via Giuseppe Capruzzi. Dunque, tornando a bomba, stagnazione, silenzio e calma piatta nel Servizio che sovrintende ai problemi del personale, affidato dopo la sostituzione della Gattulli al collega dirigente del settore Bilancio e Finanze. Il quale, ovviamente, non appena insediato ha chiesto tempo per conoscere i problemi più urgenti da affrontare e, se possibile, risolvere. Ma i primi due mesi e del dottor Paolo paladino non s’è saputo più niente, nel senso che sicuramente sarà immerso a studiare le pile di fascicoli, faldoni e scartafacci riguardanti, per esempio, le proposte di schiodare il contatto integrativo decentrato, ancorato a livello di provvisorietà dal lontano 2013. Fu allora che, secondo i sindacalisti con la memoria più lunga e meglio informati, una bozza di contratto riguardante il comprato fu sottoscritto dalle parti. Ma bozza era e bozza sarebbe rimasta, anche perché lo scoglio più duro da superare riguarderebbe ancora la chiarezza sulle procedure contrattuali da applicare. Eppoi c’è la grana fondi, cioè le provviste che dovrebbero essere state già impegnate dall’amministrazione proprio per saldare le competenze arretrate di impiegati e funzionari. Una grana tornata da poco a galla dopo, in seguito alle solite promesse a vuoto, sulla scrivania del dirigente ad interim è piovuta la richiesta di convocazione “urgente” delle Rappresentanze sindacali che hanno scritto anche ai vertici dell’amministrazione regionale. A mettere nero su bianco, dopo l’indifferenza e protervia mostrate dal Servizio competente (cioè quello al Personale di stanza al rione San pasquale, tanto per cambiare…) è stato la settimana scorsa Carlo Cirasola della “C.S.A. <>. Una svista che, se confermata, potrebbe creare grattacapi piuttosto pesanti al responsabile dei servizi finanziari, anche dal punto di vista erariale e contabile, peggiorando l’aria che tira negli uffici a via Ulpiani. Ma sviste, proroghe, ritardi e ulteriori rallentamenti sono segnalati anche nel vaglio dei concorsi per l’assunzione dei funzionari di Cat. D, più di posti posti che non potranno, comunque, essere dati prima del 2017, causa la normativa riguardante le vecchie province. L’impressione, insomma, è che il presidente Emiliano e l’ex prefetto Nunziante, assessore agli Affari del Personale, abbiano di fatto “congelato” ruolo e attività sindacale sulle problematiche ‘forti’ che attanagliano i dipendenti regionali. Di fatto le risposte che arrivano ufficiosamente, mai ufficializzate per iscritto, indicano espressamente nel vertice della struttura burocratica Claudio Stefanazzi (Gabinetto della Presidenza) e Roberto Venneri (Segreteria Generale) i ‘deus ex machina’ punti cardine per l’ennesima  riorganizzazione e ristrutturazione burocratica dell’Ente. E considerato che i due “centurioni” di Emiliano nel palazzo d’Inverno sul lungomare di Bari ci hanno messo piede da due/tre mesi al massimo, tra gli addetti ai lavori sorge il dubbio – …per non dire la matematica certezza – che anche quest’ultima rivoluzione copernicana avrà lo stesso, infausto epilogo delle precedenti. Oppure, al peggio, quello avuto ‘ope legis’ con la soppressione delle province, da un anno e tre mesi in stato comatoso…

 

Francesco De Martino 


Pubblicato il 19 Febbraio 2016

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