Candidature a sindaco: idee poche e confuse tra gli opposti schieramenti
Idee poche e confuse, quelle che gli schieramenti politici baresi hanno finora messo in campo in vista delle amministrative della primavera 2014. Il centrodestra, nonostante sia reduce da dieci anni di sconfitte a livello locale (due volte al Comune di Bari ed altrettante alle regionali), non ha ancora un nome su cui puntare unitariamente, per conquistare la guida di Palazzo di Città, persa nel 2004 con l’avvento di Michele Emiliano in testa al centrosinistra barese. E la situazione per il centrodestra sembra ancor più ingarbugliarsi a Bari, dopo la spaccatura del Pdl in due sottogruppi, Forza Italia ed Nuovo centrodestra. Il terreno di scontro, però, non è il programma, ma il nome da portare come candidato sindaco per battere il centrosinistra, che è in posizione avvantaggiata, poiché condurrà la campagna elettorale comunale da posti di potere, essendo la coalizione uscente alla guida della città. Ma il danno maggiore per la coalizione barese del centrodestra, alla prossime comunali, non è tanto quello che potrebbe derivare dal ritardo nella scelta del candidato sindaco da mettere in campo, quanto quello che scaturirebbe dalla guerra apertasi fra le forze che ne fanno parte, per accaparrarsi da una parte o dall’altra i rappresentanti del disciolto Pdl presenti nelle istituzioni, senza aggiungere effettivamente alcun nome nuovo alla cerchia dei vecchi gruppi che già ruotavano nel centrodestra locale. Insomma, una partita che, anziché concentrarsi a sottrarre consensi agli avversari, le forze del centrodestra potrebbero giocarla a misurarsi tra loro, per stabilire a Bari quali dei due gruppi, tra fittiani ed alfaniani, è quello elettoralmente più rappresentativo, perdendo di vista l’obiettivo principale della campagna elettorale amministrativa, che dovrebbe essere quello di conquistare il Comune di Bari, per poter poi sperare l’anno dopo in una vittoria elettorale anche alla Regione. Vittoria, quest’ultima, che, come dimostrano precedenti esperienze, diventa pressoché impossibile se si è subita una sconfitta alle amministrative nel maggior capoluogo della regione. Però, anche il centrosinistra barese, a sua volta, non sembra avere ancora le idee molto chiare, per la scelta del nome da proporre come candidato sindaco alle prossime amministrative. Da un lato c’è chi vorrebbe celebrare le primarie a tutti i costi, per effettuare la designazione di colui che dovrebbe raccogliere l’eredità di potere gestito dal sindaco uscente Emiliano, mentre quest’ultimo gradirebbe forse che fosse lui a decidere qual è il nome nel centrosinistra eventualmente più adatto non solo a succedergli sulla poltrona di Primo cittadino, ma a vincere le elezioni comunali. Sta di fatto che lo scenario politico barese al momento si presenta alquanto confuso ed il dibattito nelle forze politiche locali riguarda quasi esclusivamente i nomi su cui puntare ed assai poco i programmi che attuerebbero per la città, in caso di vittoria elettorale. Gli unici che invece sembrano dedicare maggiore attenzione ai problemi concreti dei cittadini sono i candidati che si presentano fuori dalle coalizioni tradizionali e per questo, forse, sono più propensi a discutere di programmi che di metodo per la candidatura. Anche perché per costoro, essendosi autocandidati, il problema della scelta non esiste. Però, per essi esiste invece il problema delle forze che dovrebbero sostenere la loro candidatura a sindaco in campagna elettorale e che, in una città come Bari, difficilmente si può immaginare l’elezione a Primo cittadino senza il ponderoso sostegno di forze politiche strutturate ed organizzate. Ma per le prossime amministrative baresi – secondo qualche addetto ai lavori – la vera scommessa potrebbe essere proprio quella di vedere chi tra i candidati a sindaco non sostenuti dai parti tradizionali riuscirà a conseguire un risultato significativo. E, soprattutto, quali potrebbero essere le sorprese per i partiti vecchi e nuovi presenti a Bari, che pensano ancora di poter vincere le elezioni con i metodi della vecchia politica personalistica e senza contenuti per la città.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 12 Dicembre 2013