Cantieri chiusi: uno scheletro di cemento al posto degli alloggi popolari
I lavori dovevano riprendere dopo i tavoli aperti in Prefettura con Arca/Puglia. E invece...
Niente gru, betoniere ed operai, spariti da tempo immemorabile nei cantieri abbandonati dell’ex Istituto Autonomo Case Popolari di Bari – oggi in acronimo Arca/Puglia – per la costruzione di un mega-fabbricato per centosei alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica. E fa ancora più rabbia quel cartello che riporta le date della vergogna: inizio lavori – 12 luglio 2016 e termine il 21 novembre 2017, con centinaia di famiglie in attesa che stanno vivendo in condizioni assurde, nell’indifferenza di Istituzioni, commissari ed enti pubblici. Hanno atteso invano per mesi e mesi, e poi per anni, le risposte da parte dell’Agenzia regionale della Casa e dell’Abitare di via Francesco Crispi dopo l’interruzione dei lavori per centinaia di alloggi popolari, al lungomare “IX Maggio” del quartiere di Fesca/San Girolamo. Addio alle nuove abitazioni per i residenti delle vecchie case popolari che sono invece destinati, dunque, a continuare vivere nelle fatiscenti abitazioni attuali, benché “ l’Istituto” si sforzi ad eliminare pericoli di crolli di balconi e cornicioni e infiltrazioni acqua in ogni dove. Le “nuove” palazzine abbandonate dal 2018 saranno invece “eventualmente” destinati a altri e nuovi assegnatari. I residenti attuali, circa duecento famiglie alle quali è stato regalato il nuovo lungomare che d’estate rende impraticabile tutta la zona per il caos del traffico e per il parche selvaggio, sono nei fatti chiusi dai pochissimi accessi stradali, tra l’altro zeppi di strettoie, di curve cieche, di buche profonde, di inutili aiole del resto abbandonate. Senza contare poi che, con veicoli e autoveicoli è d’obbligo il senso alternato che spesso provoca liti furibonde per le precedenze. Per chiunque entrare nel labirinto delle palazzine è veramente cosa ardua, difficilissimo per un avventore trovare gli indirizzi dei residenti. E non è finita. Sconsigliabile per tutti sentirsi male, in quanto i soccorsi non potrebbero in alcun modo assicurare la rapidità, ammesso che siano in condizione di accedervi. Troppo rischioso circolare per i bambini, impossibile per i portatori di handicap. Intanto le fogne stradali, di proprietà di Arca/Puglia Centrale sono perennemente occluse con dispersione dei liquami sul piano stradale e l’impianto di illuminazione pubblica, anch’esso di proprietà di Arca Puglia, quando funziona, resta acceso di giorno e spento di notte, con buona pace per la sicurezza della gente. E poco o nulla si sa dell’interlocuzione tra i tecnici dell’Arca stazione appaltante, prefettura ed enti pubblici per riaprire quel megacantiere ‘stoppato’ da fallimenti e commissariamenti a catena, coi lavori fermi da ben sei anni, precisamente da luglio 2018. E un paio di anni fa l’annuncio almeno della rescissione del contratto da parte della stazione appaltante in danno dell’impresa aggiudicataria per gravi inadempienze e l’avvio di una nuova gara, anche se è davvero difficile pensare che la complessa macchina amministrativa della stazione appaltante si rimetta in moto per un appalto di edilizia popolare da 12 milioni di euro con un cantiere abbandonato da oltre sei anni…
Francesco De Martino
Pubblicato il 6 Settembre 2024