Caos continuo in Fi: volano gli “stracci” tra il commissario Vitali ed alcuni “fittiani”
E’ iniziato a colpi di accuse e controaccuse il commissariamento pugliese del partito di Silvio Berlusconi, che – come è noto – di recente ha nominato l’ex parlamentale brindisino Luigi Vitali al vertice regionale di Forza Italia, dopo aver designato il senatore Francesco Amoruso a responsabile delle Politiche per il Sud, per rimuoverlo dal ruolo di coordinatore pugliese, a suo tempo affidatogli in sintonia con il leader locale Raffaele Fitto e con cui ora Berlusconi è in rotta di collisione, per le note vicende che all’interno di Fi stano creando accesi conflitti tra il fondatore del partito ed il suo ex pupillo pugliese. Infatti, mentre a livello nazionale la polemica tra Berlusconi e Fitto pur assumendo a volte toni forti non degenera, in Puglia invece volano già gli “stracci” tra il neo-commissario Vitali ed alcuni noti esponenti forzisti vicini all’ex governatore pugliese. Ultimamente a far alzare i toni della polemica è stata l’accusa di Vitali rivolta ai parlamentari pugliesi di Fi (che sono notoriamente in gran parte “fittiani”) di non versare al partito, da anni, la quota per far fronte alle spese di mantenimento della struttura organizzativa di Fi nella regione. “Apprendo da Roma che il partito nazionale non è più in grado di garantire gli stipendi ai suoi dipendenti” ha dichiarato il neo-commissario pugliese in una nota, nella quale poi ha aggiunto: “In Puglia la situazione è ancora più perniciosa, perché questo inadempimento riguarda il 90% dei parlamentari e dura da due anni”. Ma, per rimarcare ancor di più la polemica nei confronti dei parlamentari pugliesi che sabato scorso hanno partecipato al completo alla manifestazione romana organizzata da Fitto, il commissario Vitali ha ironicamente concluso il suo appunto: “Però si va in giro per l’Italia, con pullman messi a disposizione non si sa da chi e da chi pagati, portando in giro un’immagine dell’organizzazione territoriale e democratica del partito in Puglia che io, francamente, non ho riscontrato”. La risposta degli “accusati” non si è fatta attendere ed è giunta ad opera dell’ex vice coordinatore pugliese, Antonio Distaso, e dell’ex tesoriere regionale di Fi, Roberto Marti, entrambi ‘fittiani’. “I parlamentari pugliesi hanno adempiuto puntualmente al versamento della
quota richiesta dal partito, a partire dal 2008, per chi è stato eletto con il Pdl” hanno dichiarato in una nota congiunta i due ex responsabili regionali forzisti che, continuando, hanno pure precisato: “Nel 2013, anno di nuove elezioni politiche, è stato chiesto e corrisposto un sostanzioso versamento, una tantum, prima della ricandidatura”. Inoltre, gli stessi esponenti di Fi hanno pure rilevato: “In quegli stessi anni, per lunghi anni, il Pdl prima, Forza Italia poi, ha ricevuto una cospicua dote di rimborsi elettorali, in virtù della legge vigente. Nessuno di noi, conosce esattamente circostanze e modi di utilizzo di tali somme”. Ma non finisce qui la nota di replica a Vitali, perché Distaso e Marti hanno fornito ulteriori particolari sulle vicende economiche interne al partito pugliese di Berlusconi, affermando: “In quegli stessi anni, ed ancora per tutto il 2014, i parlamentari ed i consiglieri regionali hanno autonomamente provveduto al mantenimento dei costi delle sedi e del personale delle sedi provinciali. Il contratto concernente la sede regionale, da sempre, almeno questo, a carico del Coordinamento nazionale, é stato unilateralmente rescisso a fine del 2013. Nel contempo, il Coordinamento nazionale ha licenziato la nostra dipendente storica della sede regionale in Puglia”. E, proseguendo nell’elencazione dei costi più salienti sostenuti negli ultimi anni dai massimi rappresentanti istituzionali pugliesi del partito Azzurro, i due ‘fittiani’ hanno pure ricordato: “I parlamentari ed i consiglieri regionali, insieme a tanti altri, sono quelli che, per esempio, nell’agosto 2013 e nel novembre 2013, hanno organizzato pullman per Roma per manifestazioni di solidarietà al presidente Berlusconi”, eccependo in fine che “Pochissimi, in Italia, hanno fatto altrettanto”. E concludere con ironia e retorica: “Crediamo che per il commissario-ispettore Vitali sia sufficiente. Dal comico si è già passati al grottesco. Evitiamo almeno il tragico”. Però, l’affronto più duro delle ultime ore per il commissario Vitali è sicuramente quello subito dal senatore forzista di Foggia, Lucio Tarquinio, che in un’intervista rilasciata al ‘Mattino di Foggia e provincia’ lo ha seccamente definito “patetico”. Vitali, pur non replicando a quelli che lui stesso definisce “insulti” di Tarquinio per non alzare i toni dello scontro, in una apposita nota tra l’altro rileva che il parlamentare ‘fittiano’ vanta la sua abitudine di non parlare mai male di nessuno. Salvo – si legge nella nota – smentirsi pochi minuti dopo, definendo il consigliere di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti, un “cooptato” che dovrebbe “farci il piacere di tacere”, e Luigi Vitali un “patetico che parla solo per aprire la bocca”. Accuse a cui però Vitali replica limitandosi ad un secco e laconico commento: “Noto che il senatore Tarquinio vuole terminare qui la sua carriera politica, e in particolare quella di parlamentare. Non posso che prenderne atto”. Parole più concilianti e toni tutt’altro che aggressivi giungono invece da un altro parlamentare pugliese notoriamente vicino a Fitto, il barese Francesco Paolo Sisto, che, sulla scia delle feroci polemiche in atto tra Vitali ed altri colleghi pugliesi di partito, rileva: “Proporre idee e soluzioni per rilanciare Forza Italia, sollecitare un ritorno sui territori, tra la nostra gente, individuare le terapie più giuste per un centrodestra vincente, come sta facendo Raffaele Fitto, non può comportare alcun rischio e pericolo”. E, nel tentativo di smorzare definitivamente le polemiche in atto e , probabilmente, di evitarne altre, Sisto conclude, affermando: “La prima cosa da fare per assicurare quell’unità che è la base di partenza per ogni ragionamento sul futuro, è abbassare i toni di un confronto che non può e non deve trascendere. Se remiamo tutti nella stessa direzione, come deve essere, allora bandiamo i paletti al dialogo e i falli di reazione e lavoriamo per tornare a vincere insieme”. Però in molti, fuori e nel partito di Berlusconi, già si chiedono: “Ma troverà ascolto questo appello di Sisto in Fi pugliese?”. Infatti, la vera attività commissariale di Vitali non è ancora cominciata, ma i fuochi di parole tra lui ed i ‘fittiani duri e puri’ sì. Ora si tratterà di capire chi dovrebbe mettere termine per primo. E, soprattutto, se potrà terminare effettivamente.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 24 Febbraio 2015