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Caos esenzione: ecco la calca al poliambulatorio della Asl vicino la stazione

Via Caduti di via Fani, davanti all’angusto ingresso del poliambulatorio Asl si accalcano centinaia e centinaia di persone, impedendo perfino il passaggio delle auto per strada: non sono ancora le tre del pomeriggio e gli uffici –che per richieste e rinnovo esenzioni sanitarie sono aperti al pubblico soltanto tre giorni alla settimana e soltanto di pomeriggio – stanno aprendo le porte per consentire ai poveri utenti stremati dall’attesa di impossessarsi del ticket col numerino di accesso. Solo così potranno passare alla consegna dei documenti per l’esenzione, appunto, delle spese mediche. Uno spettacolo indicibile, che forse manco a Tripoli o Mogadiscio si vede: gente che spinge, altri che urlano, chi si sentono male e strepita, mentre un metronotte alto e grosso sulle scale dispensa bigliettini e scandisce a voce altissima le entrate, forse come faceva ‘Caronte’ con le anime dannate agli Inferi, quando le sbarcava. Uno spettacolo che ci voleva qualche dirigente responsabile a rendersene conto, o quel sindaco in eterna campagna elettorale che però, anche da responsabile primo della sanità in Città, a quell’ora ha sempre il cellulare staccato. Invece gli anziani, i disabili –…in mezzo alla calca finanche un bambino autistico sulla carrozzina, coi suoi genitori che chiedono pietà nel farsi largo – e tutti quelli che hanno diritto all’esenzione e hanno diritto all’esenzione medica c’erano. Eccome se c’erano, sugli scalini di quell’edificio riaperto da circa tre anni e mezzo dopo i lavori di ristrutturazione, col presidente della giunta regionale Emiliano e il sindaco Decaro che si pavoneggiavano inaugurando il poliambulatorio di via Caduti di via Fani. Una struttura centralissima che risorge nello stabile che fu prima sede dell’Inam e poi sede di vari servizi sanitari e che però serve l’utenza a ritmi assolutamente ridotti, solo il lunedì, mercoledì e giovedì dalle tre del pomeriggio fino alle diciassette per una pratica che interessa migliaia di cittadini, perlopiù anziani e malati. Eppure nell’edificio di sei piani trovano posto non solo servizi e ambulatori di riferimento sanitario per i residenti di tutti i quartieri a ridosso della stazione centrale, ma anche per chi giunge a Bari in treno o con gli autobus che fermano nella adiacente via Capruzzi, fungendo anche da Guardia medica. Possibile che nessuno abbia fatto niente per evitare caos che si ripetono a ritmi costanti ben sapendo, in ogni caso, che la scadenza delle esenzioni per migliaia di cittadini giunge proprio in questi giorni? Ma politici e amministratori, a Bari, vivono nelle loro torri e quando ci sono problemi veri da risolvere spariscono e staccano tutto…forse anche spina del cervello. “La ridislocazione di servizi sul territorio – gongolava all’epoca tagliando il nastro Emiliano, visitando compiaciuto la struttura –  consente alla Regione, nonostante il piano di rientro che abbiamo dovuto sopportare, di raggiungere tanti obiettivi, senza aumentare le tasse. Dunque se saremo bravi nell’implementare i servizi di eccellenza, ridurre la mobilità passiva, aumentare i servizi sul territorio, utilizzare la tecnologia per una migliore assistenza domiciliare, potremo essere un esempio di come, anche al sud, è possibile vincere qualche campionato”. Eccome no, quello del Corno d’Africa….

Francesco De Martino

 

 

 


Pubblicato il 11 Aprile 2019

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