Primo Piano

Carcere di Bari: detenuti malati curati in sezione

Cadono nell'indifferenza le denunce sulla situazione intollerabile degli agenti penitenziari

Mentre scoppia il centro clinico dell’istituto di pena, fra carenza di spazi, mancanza di vie di fuga e montacarichi rotti, i rappresentanti sindacali si vedono costretti a mettere in fila e per iscritto una lunga serie di abusi e irregolarità ancora senza risposta

Niente da fare: continuano a cadere nel vuoto allarmi e denunce sul carcere di Bari, non solo sulla capienza ‘extra-large’, problema antico che, appunto, si trascina da tempo immemore, ma anche le cure mancate nei confronti di chi ne ha bisogno costantemente, sembrano galleggiare nell’indifferenza di vertici sanitari e di controllo. A tornare in argomento Federico Pilagatti, segretario nazionale del sindacato di polizia penitenziaria (Sappe).

Allora, da dove cominciamo?

<<Le maggiori criticità le abbiamo portate per iscritto al Garante dei detenuti Piero Rossi, ma anche al Direttore dell’Asl/Bari e al Magistrato di sorveglianza, ai quali abbiamo ricordato che il carcere di Bari può ospitare non più di 260 detenuti, mentre ne accoglie circa 460, di cui almeno 140 – numeri precisi ce li hanno soltanto in direzione – trasferiti presso il centro clinico, affetti da patologie invalidanti. E il centro clinico può ospitare fino a 25 detenuti malati, per cui i restanti vengono smistati nelle normali sezioni detentive. Laddove, però, non dovrebbero stare, considerate le loro condizioni di salute, assolutamente precarie>>.

E ancora più precario come vengono curati, no?

<<Certo, durante il nostro ultimo giro nelle sezioni detentive della casa circondariale barese, abbiamo trovato detenuti su sedie a rotelle che dipendono da un montacarichi spesso guasto, per cui hanno enorme difficoltà anche solo a muoversi, in quanto anche le scale sono strette, manca qualsiasi via di fuga e devono essere presi in braccio, per scendere. Ma ci pensate…e in un altro piano abbiamo trovato un detenuto obeso, con sedia a rotella che a malapena entra nel montacarichi e che con molta difficoltà riesce a entrare nella stanza, a causa della porta stretta>>.

 

C’è altro?

<<Abbiamo trovato detenuti allettati che, invece delle cure dei para-sanitari, sono affidati ad altri detenuti-piantoni e non vogliamo pensare a cos’accadrebbe in caso di incendio o terremoto con la necessità improvvisa di portare via queste persone all’istante. E se anche la presenza di barriere architettoniche e la mancanza di vie di fuga non interessano i dirigenti sanitari, bisogna chiedersi: come operare in un tale di contesto di violazioni? Ma scusate, non è l’Asl che deve garantire il rispetto di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, con Ispettorato del lavoro e Vigili del fuoco? E com’è possibile che il dirigente sanitario continua ad accogliere detenuti-malati da tutta Italia, nonostante abbia una ventina di posti, nel centro clinico del carcere e la stragrande maggioranza viene dispersa altrove, creando problemi al già carente organico della polizia penitenziaria? Insomma, che tipo di assistenza e dignità si può dare a questi malati, se non vengono ricoverati nel centro clinico? Non ci risulta che negli ospedali, quando i posti dei reparti sono terminati, si mettano letti a castello per accogliere altri malati! E non ci si venga a dire che la colpa è di chi invia altri malati a Bari, poiché il dirigente sanitario, che è a sua volta dipendente dell’Asl/Bari e non del Dap, ha l’autorità di non ricevere altri detenuti malati. Ma scusate, la Costituzione Italiana non afferma che: “La Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo”, detenuto o no…>>

Francesco De Martino


Pubblicato il 1 Novembre 2023

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio