Cronaca

Carcere di Bari, sempre più ‘buco nero’ il sistema sanitario

Anche ieri la visita istituzionale d'un politico all'interno della martoriata casa circondariale di c.so De Gasperi

Non sono cadute a vuoto denunce ed esposti sulla situazione oramai al collasso in cui – ..e da parecchio tempo – versa il carcere di Bari. Laddove ieri mattina s’è recato il consigliere regionale della Lega Fabio Romito per dare voce -come ci ha tenuto a precisare lui stesso – al disagio di quanti ci lavorano. “La mia visita istituzionale al carcere di Bari per esprimere vicinanza alla polizia penitenziaria in grave disagio per il sovraffollamento”, ha spiegato ancora l’ex consigliere provinciale, che ha richiamato anche l’attaccamento al dovere, oltre naturalmente che della polizia penitenziaria, del personale medico, tutti chiamati ad assolvere “…al delicato compito istituzionale in condizioni lavorative assai difficili a causa di un grave sovraffollamento”. Ma andiamo ai particolari della visita del consigliere leghista. “La Puglia con il 150% , e Bari con il 155%, ha il primato nazionale in termini percentuali, di sovraffollamento, mentre altre realtà non raggiungono nemmeno la capienza regolamentare. Bisogna riequilibrare una evidente sperequazione attraverso un corposo snellimento dei reclusi, già in condizioni di grave disagio”. Ma è stata affronta pure un’altra questione: “A Bari abbiamo la presenza del Sai ( servizio assistenza integrata) che dovrebbe “ospitare” solo ventiquattro detenuti con gravi problematiche sanitarie ma in realtà allo stato attuale presso l’istituto di Bari sono presenti in tutte le altre sezioni detentive, non idonee, circa centoventi detenuti che necessitano di continue visite specialistiche esterne urgenti – spiega – con grave nocumento per la sicurezza pubblica oltre che un aggravio del carico di lavoro di poliziotti e personale medico e sanitario (anche loro in numero inferiore alla necessità) a causa dell’elevato numero di detenuti con disabilità o ridotta mobilità”. Conclusione? “Bisogna limitare le assegnazioni dipartimentali e provveditoriali ai soli posti disponibili evitando la dicitura “annesso Sai” e prendere atto che quella di Bari è una struttura ormai del tutto inidonea e contraria al buon senso”. Insomma, luci ancora spianate sull’istituto detentivo barese, con l’assistenza sanitaria ancora e sempre in emergenza, con i problemi nel reperire psichiatri e personale sanitario che si prenda cura dei tanti, anzi troppi detenuti. Il tema sanitario è da mesi in primo piano, come detto all’inizio, con le missive inviate dal sindacato autonomo della polizia penitenziaria in prima linea: è stato proprio il Sappe del segretario Pilagatti a sensibilizzare per iscritto enti pubblici, dipartimento e ministero competenti, ma senza ottenere mai risposte. E di ‘punto di non ritorno’ ha parlato anche l’altro consigliere pugliese Renato Perrini, che a Via Giovanni Gentile riveste anche la carica di vicepresidente Commissione Sanità e presidente della Commissione Antimafia. Anche lui – e prima di lui il carcere barese l’aveva visitato tra gli altri il Senatore ed ex consigliere comunale Filippo Melchiorre – ha chiamato in causa con interrogazioni urgenti e interpellanze sulla situazione insostenibile del centro clinico a Corso De Gasperi l’assessore alla Sanità Rocco Palese, con un reparto -giova ribadirlo – che conta poco più d’una ventina di posti letto, mentre i ricoverati sono quattro volte più numerosi. Numeri indegni per una Città, anzi, per una Nazione che si crede ancora civile.

Francesco De Martino


Pubblicato il 7 Novembre 2023

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