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Carcere di Turi, adesso serve l’intervento di Asl e Soprintendenza

Emergenza carceri sempre nelle prime pagine delle agende di sindacati e parlamentari. Ieri è stata la volta della storica casa circondariale di Turi, visitata dalla delegazione dell´Unione Generale del Lavoro-Polizia Penitenziaria composta dal segretario pugliese Vincenzo Lamonaca, dal segretario provinciale barese Matteo Padovano e dal delegato locale, Francesco Cardetta. Durante la visita, la delegazione, pur constatando i soliti, vecchi e mai risolti problemi di sovraffollamento e carenza di personale e manutenzione, ha potuto apprezzare gli sforzi posti in atto dalla direzione e dal nuovo funzionario di Polizia Penitenziaria per cercare di ridurre le tensioni lavorative. Tensioni derivanti da un lavoro a dir poco stressante come quello svolto a stretto contatto con i detenuti, senza dimenticare, appunto, una  situazione di endemico sovraffollamento regionale che riguarda, ovviamente, anche Turi: la popolazione detenuta infatti, è pari a 180 ristretti per una capienza regolamentare pari a 110, e quindi un indice di sovrappopolamento pari ad oltre il 160% (significativo, ma non certo comparabile al 190% di Lecce, o al 210% di Taranto…), con ovvi riflessi sui carichi di lavoro dei colleghi e sulle attività di sezione e del connesso nucleo traduzioni. Sebbene dall´esterno la struttura lasci a desiderare, i delegati Ugl sono rimasti sorpresi dall´igiene e dalla pulizia dei luoghi di lavoro e dalla conservazione degli interni dell´istituto. Ovviamente, la storicità della casa reclusione non può che creare problemi nella gestione delle manutenzioni necessarie, specie quelle di natura straordinaria, per le quali, al pari della Casa Reclusione di Trani, è necessario interfacciarsi con la Soprintendenza ai Beni Architettonici. In effetti al Direttore del carcere di Turi, Maria Teresa Susca, sono stati descritti gli interventi che l´UGL-Polizia Penitenziaria ritiene indispensabili apportare alla struttura, a tutela del personale (muro di cinta, dispositivi anti-fumo, infiltrazioni d´acqua, verifiche di staticità della struttura…), rispetto ai quali abbiamo percepito condivisione da parte del Direttore. “Abbiamo riscontrato la necessità di una razionalizzazione della gestione delle problematiche sanitarie dell´utenza, che si riverberano sul lavoro svolto dagli uomini addetti alle traduzioni, in termini di movimentazioni, sproporzionate rispetto al numero di unità in forza al locale Nucleo Traduzioni. Infatti, le movimentazioni dell´utenza per motivi sanitari potrebbero essere drasticamente ridotte se invece di spostare il paziente-detenuto, con ovvi rischi per la sicurezza sul territorio e dispendio di risorse, umane, strumentali e finanziarie, fosse lo specialista a recarsi in carcere, magari concentrando le visite non urgenti di quella specializzazione in un giorno ad hoc”, ha spiegato il segretario Lamonaca. Convinto che in tempi di crisi economica profonda, come quelli che stiamo attraversando, vada richiesta anche all’Azienda Sanitaria Locale di Bari, che ora gestisce anche la sanità penitenziaria degli istituti carcerari della provincia di Bari, uno sforzo in termini di maggiore managerialità, prestando collaborazione all´Amministrazione Penitenziaria, senza arroccarsi in inutili e sterili posizioni particolaristiche. Insomma, da parte dei vertici aziendali della Direzione Generale ASL/BA servirebbe maggiore attenzione, affinchè i sacrifici, che i contribuenti stanno affrontando per migliorare i conti pubblici, non siano vani. Men che mai per migliorare le condizioni di vita nella casa circondariale di Turi…
 
Antonio De Luigi
 
 
 
 


Pubblicato il 26 Gennaio 2012

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