Cronaca

Carceri pugliesi le più affollate e disastrate d’Italia

Emergenza carceri sempre più emergenza, anche in questo torrido periodo estivo, anzi, sicuramente peggio degli altri mesi. Più d’un anno fa, difatti, veniva pomposamente annunciato un piano straordinario per le carceri da parte del governo per far fronte all’emergenza  che si vive nelle carceri italiane con una popolazione di detenuti di circa  68000 unità a fronte di circa 42000 posti disponibili. Di quel piano si sono perse le tracce, poi a fine Novembre veniva emanata un’altra legge che secondo loro, avrebbe portato ossigeno all’ormai asfittico sistema penitenziario Italiano. Parliamo della legge 199 del 26 Novembre 2010 che emanava disposizioni relative all’esecuzione presso domicilio delle pene detentive non superiori ad un anno. Purtroppo anche questo provvedimento è risultato sterile  poiché non ha apportato alcun risultato positivo se non aver fatto crescere le tensioni all’interno dei penitenziari. Federico Pilagatti, segretario del sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe) non usa mezzi termini, come sempre: “Ancora una volta il pianeta carcere è stato lasciato in balia di una situazione che degrada ogni giorno di più, tanto che nemmeno più i suicidi in carcere, oltre sessanta nel corso dell’anno appena terminato di cui cinque in Puglia, oramai non  fanno più notizia”. Ecco perché il Sindacato autonomo della polizia penitenziaria chiede da tempo che su una questione così delicata intervenga in prima persona il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sempre così attento e vigile affinché diritti fondamentali che investono la dignità umana non vengano così pesantemente violati. In questa situazione è bene che il primo cittadino della Repubblica sappia che anche per il nuovo anno la regione Puglia strappa la maglia ‘nera’ di regione più affollata in relazione ai posti occupati con 4600 presenze, a fronte di appena 2250 posti disponibili. Perché si  accetta passivamente  una situazione così degradante per la dignità umana in cui la Polizia Penitenziaria unico baluardo a difesa dell’Istituzione repubblicana, viene a lasciata da sola a governare una situazione allo sfascio che fa acqua da tutte le parti? Se la barca non è affondata, rimarca ancora Pilagatti, lo si deve ai  grandi sacrifici ed al  lavoro massacrante proprio della Polizia Penitenziaria  nonostante le gravi carenza di organico che, stanno rendendo la situazione con i pensionamenti e  malattie professionali in aumento, sempre più drammatica. Eppure da anni sindacati e parti sociali, invece delle chiacchiere di chi dovrebbe prendere decisioni, hanno portato avanti proposte precise per decongestionare le carceri Italiane e pugliesi rese invivibili anche  a causa della  massiccia presenza di detenuti stranieri, circa 25 mila. Perché non si propongono per i detenuti definitivi accordi bilaterali con i paesi di provenienza degli stessi, anche attraverso un contributo economico, per far scontare la pena proprio nei paesi d’origine?Senza contributo, nessun Paese si riprenderà mai i suoi detenuti. Considerate le enormi cifre che ci vorrebbero per costruire nuove carceri, o  il  costo di mantenimento di un detenuto qui in Italia (oltre 200 euro al giorno) il Sappe ritiene che sarebbe un  affare poiche oltre a decongestionare le carceri restituendo diritti primari a chi è detenuto in moltissimi casi anche innocente, farebbe risparmiare centinaia di milioni di euro. Eppoi ancora per far fronte all’emergenza della carenza di personale di Polizia Penitenziaria, in attesa delle nuove assunzioni promesse dal Governo, perché non si utilizzano i militari a difesa dei muri di cinta dei penitenziari , considerato che in tantissimi Istituti Penitenziari proprio per far fronte all’emergenza di personale, la prima cosa che viene fatta è proprio l’eliminazione delle sentinelle, con aumento vertiginoso di rischi di evasione di detenuti. “Vorremmo sapere dal Ministro della Difesa Larussa il motivo per cui è contrario ad un opzione simile, quando in tanti penitenziari si combatte una guerra strisciante e si negano diritti sanciti dalla costituzione Italiana, motivazioni per le quali si inviano migliaia di uomini all’estero?”, chiede ancora Federico Pilagatti. Sicuramente il Sindacato autonomo della polizia penitenziaria si aspettava già dall’inizio dell’anno risposte concrete da parte della politica. Risposte che non siano le solite chiacchiere e annunci. E per concludere ecco i dati delle carceri in Puglia, con prima i reclusi presenti in ogni casa circondariale e poi quelli effettivi a disposizione: Bari:660-290; Altamura:92-52; Brindisi:200-150; Foggia:710-370; Lecce:1450-660; Lucera:250-135; Taranto:620/300- Trani:260-220(mezzo chiuso) e infine il carcere di Turi:170-110. Ogni commento di fronte a questo disastro politico-amministrativo e carcerario sarebbe inutile…(adl)
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 12 Agosto 2011

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