Cronaca

“Caro Assessore, venga a passare in rassegna truppe ed armi a disposizione negli ospedali…”

E’ proprio vero che la politica vive in un mondo tutto suo, lontano da quello abitato dai comuni mortali anni luce, fuori dal contesto sociale e dalla realtà delle cose. Ne ha avuto certezza per la centesima volta anche il dottor Franco Lavalle, segretario pugliese del sindacato autonomo ‘Ussmo’ leggendo e sentendo degli stipendi dei politici e delle rendite milionarie mentre la gente muore di fame. Ma se ne volevamo ancora una conferma, l’abbiamo avuta proprio ieri, nel leggere le parole dell’Assessore pugliese alla Sanità Pentassuglia che sembra vivere su un altro pianeta. Leggere su un quotidiano questo: “Le liste d’attesa — dice al telefono — sono un grande bluff. Ora le grandi macchine per la diagnostica ci sono. E altre arriveranno presto, con l’utilizzo degli ultimi fondi europei di questa programmazione. La mia sensazione è che le liste d’attesa siano un fenomeno messo in campo artatamente”. Ma dove vive Pentassuglia, che evidentemente non ha mai chiamato in vita sua il call-center di un qualunque ospedale regionale pugliese, pubblico, privato o convenzionato che sia. Parole come quelle che definiscono le liste d’attesa invenzioni di giornalisti faziosi o cittadini visionari, vogliono dire per Lavalle: “….stare a capo di un sistema e non aver capito cosa ne determina le criticità. Perché l’Assessore non viene a confrontarsi con i medici che lavorano negli ospedali? Perché l’Assessore non fa niente per rimuovere realmente la criticità delle liste di attesa che è solo e soltanto legata alla carenza del personale. Si rende conto che ci sono medici che restano a lavorare dodici ore ed oltre per cercare di non far ricadere sulla povera gente le criticità del sistema. Perché credete che la U.E, abbia sanzionato l’ Italia per il surplus di ore fatte dai medici negli ospedali, oltre che per l’orario di lavoro? Perché stanno lì a leggere il giornale ed a chiacchierare oppure perché, stante la esiguità del loro numero, nonostante l’affluenza dei pazienti sia aumentata, non riescono ad abbassare la serranda come il negoziante perché la salute delle persone non va gestita a tempo?”, s’arrabbia il dottor Lavalle. Al quale, senza stare a girarci troppo attorno, vengono in mente le parole che diceva l’ex presidente della provincia di Bari Franco Sorrentino, quando diceva che bisogna mettere in sintonia sempre cervello e bocca, prima parlare. E che questa vita si può fare, si può….E i medici in prima linea, che probabilmente l’assessore non conosce personalmente per non averci parlato mai, ripetono da sempre che il problema delle liste di attesa si supera con l’assunzione di personale, non aprendo i reparti di notte o pomeriggio, poco utili palliativi messi in campo dall’ex Assessora Elena Gentile, promossa parlamentare in Europa. “”L’abbiamo detto all’Assessore Gentile ed ora lo diciamo anche all’Assessore Donato Pentassuglia: Caro Assessore, i medici ospedalieri non fanno questo lavoro per i soldi, non restano in ospedale oltre l’orario per i soldi, non sacrificano gli affetti familiari o il loro tempo libero per i soldi. Se fanno tutto ciò è perché sono innamorati della professione e vogliono il bene dei loro simili. Caro Assessore, prima di dire che il fenomeno delle liste di attesa è “un fenomeno messo in campo artatamente” venga a confrontarsi sul campo con i medici e venga a verificare le condizioni di lavoro. Ogni buon generale va ad ispezionare le sue truppe. A lei quando tocca?””. Beh certo, pensare a un nucleo di radiologi del Policlinico di Bari e un reparto di Ussari napoleonici in pieno assetto di guerra, allineati davanti al proprio generale, ci correrà già qualche bella differenza. Ma tra Donato Pentassuglia e Napoleone Bonaparte, scusate tanto, sarà come minimo azzardato fare qualsiasi paragone, anche se scherzare o minimizzare un attimo, su questi argomenti, costa caro. Anzi, molto caro a chi soffre e combatte davvero ogni giorno la sua malattia cronica tra liste d’attesa e appuntamenti rimandati di anno in anno, come fossero atti di pura carità….

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 10 Dicembre 2014

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