Cronaca

Carrassi e Libertà: la finta partita per la nuova sede della giustizia

Sarebbe stato anormale che in questa campagna elettorale per le elezioni comunali non si finisse per riparlare di problemi della giustizia e soprattutto delle sedi della giustizia, questione irrisolta a Bari oramai da oltre vent’anni con tribunali e palagiustizia sparsi qua e là per la nostra Città. Anzi, dall’anno scorso anche fuori Bari, dopo aver conosciuto l’onta delle aule allocate nei tendoni della Protezione Civile, quando in Via H. Nazariantz i riti penali non potevano essere più celebrati nel ‘palazzone inagibile’ di proprietà Inail. Ora è Nicola Micunco, candidato presidente del I° Municipio per la lista civica Baricittàperta e del candidato sindaco De Razza a intervenire, ricordando, appunto, l’annoso “balletto di voci e indiscrezioni sulla questione dei palazzi di giustizia al quartiere Libertà. Una vicenda su cui si dibatte da molti anni, con l’unico risultato, ad oggi, che l’esercizio della giustizia è nei fatti negato ai lavoratori, ai cittadini e costringe gli operatori della giustizia, i giudici e i dipendenti, passando per i legali, ad uno stress continuo per le difficoltà nello svolgimento delle attività”. A Micunco, dunque, appare chiaro che sulla possibilità o meno di spostare i palazzi di giustizia ci sono “appetiti molto forti” ma un punto deve essere chiaro a tutti: <<I palazzi di giustizia devono rimanere nel quartiere Libertà, con le proposte che vanno in questa direzione, come quella dell’arcipelago o del riuso di alcuni immobili presenti sul territorio>>. Ergo, se il tema della riqualificazione delle periferie non è solo un vuoto ‘slogan’, si deve agire di conseguenza. Il tribunale non si sposta dal quartiere, incalza ‘Baricittaperta’. Che rivolge il suo appello alle associazioni e ai comitati per porre un punto fermo e definitivo sulla vicenda , anche nel corso di questa campagna elettorale. Fatto sta, però, che il definitivo affossamento da parte del Consiglio di Stato della Cittadella della Giustizia in zona stadio “San Nicola”, dell’impresa parmense Pizzarotti, e quindi il conformarsi dei giudici romani di Palazzo Spada alle indicazioni della Corte di Giustizia europea, scaturite da un ricorso del Comune di Bari, ha portato qualche anno fa l’attuale Amministrazione Decaro a proporre come luogo unico dei futuri Uffici giudiziari baresi (attualmente allocati in vari edifici sparsi prevalentemente nel quartiere Libertà: vedi Palazzo di Giustizia di piazza De Nicola, Tribunale dei minorenni di via Tommaso Fiore e Palazzo della Procura ed udienze penali di via Nazariantz), l’area demaniale delle ex Casermette di via Alberotanza, nel quartiere barese di Carrassi. A favore della presa di posizione a beneficio del rione Libertà, in ogni caso, occorre registrare la reazione negativa da parte dei cittadini e residenti di Carrassi che, essendo già una zona sovraccaricata di Uffici ed altre attività pubbliche (vedi Agenzia delle Entrate, sede Commissioni Tributarie, clinica Mater Dei, Cassa edile, Cassa DD.PP, eccetera) e, quindi, anche di traffico e smog, non vogliono  ulteriori attività pubbliche, quali sono per l’appunto quelle di un Polo giudiziario. Col risultato, inutile dirlo, di altri e più pesanti carichi di traffico veicolare e smog. E, quindi, di inquinamento ambientale. Ma a manifestare il proprio dissenso sulla “questione” ci sono soprattutto alcuni settori tecnici ed imprenditoriali baresi, oltre che numerose associazioni culturali cittadine e tantissimi residenti del quartiere Libertà, che non gradiscono affatto lo spostamento dal quartiere Libertà delle sedi giudiziarie e intorno alle quali – come è noto – si è da anni sviluppato un notevole indotto economico-sociale. Un movimento economico che sarebbe esiziale affossare adesso i in un prossimo futuro e che, comunque, ha evitato a un’intera parte di questa storica zona di Bari di patire un degrado ancor maggiore di quello esistente. Infatti,  l’effettiva riqualificazione del quartiere Libertà nella nostra Città passa senza dubbio attraverso il mantenimento dell’attuale Palazzo di Giustizia di piazza Enrico De Nicola e l’ampliamento o sostituzione di quelli di proprietà non comunale, come la sede del Tribunale dei minori ed il Palazzo di via Nazariantz (come detto dell’Inail e, quindi, di proprietà pubblica), con la costruzione di nuovi edifici comunali per quest’uso, ma pur sempre nel quartiere Libertà, visto che le aree libere da espropriare ci sono e sono anche idonee all’uso. A questo punto giova richiamare il progetto degli inizi Anni Novanta dell’Arcipelago della Giustizia al quartiere Libertà che, tra i numerosi interventi previsti, comprendeva anche la costruzione di un secondo Palazzo di Giustizia in corso della Carboneria (prolungamento di corso Mazzini angolo via Brigata Regina). Progetto, quest’ultimo, approvato una prima volta dagli organismi istituzionali preposti (tecnici, amministrativi e giudiziari) già nel 1989. E, poi, confermato e riapprovato a più riprese con modifiche ed aggiornamenti resi necessari dalle evoluzioni normative in materia di appalti ed edilizia giudiziaria. Progetto, tra l’altro, costato diversi milioni di Euro al Comune di Bari, per i compensi corrisposti ai tecnici incaricati di eseguirlo, ma poi accantonato nel 2001 a seguito dell’intervenuta proposta Pizzarotti della Cittadella della Giustizia in zona stadio “San Nicola”. Intervento, quest’ultimo che a livello locale, prima ancora che dalla Giustizia europea ed amministrativa, era stato bocciato nel 2007 dalla Conferenza dei servizi di Regione-Comune e Provincia incaricata di esaminare e confrontare le diverse ipotesi di ampliamento ed adeguamento degli Uffici giudiziari baresi. E adesso, con la costruzione e apertura al traffico del nuovo “ponte Adriatico” che collega ancor più rapidamente il Libertà con la tangenziale di Bari, ci si sarebbe aspettata per la risoluzione del “problema Uffici giudiziari” la rimessa in moto del procedimento sospeso nel 2001, ossia della realizzazione in corso della Carboneria del secondo Palazzo di Giustizia nell’ambito dell’ipotesi Arcipelago giudiziario al quartiere Libertà. Invece no. Il sindaco Decaro, propendendo per l’ipotesi di una Sede giudiziaria unica sull’area delle ex Casermette a Carrassi, ricalca in linea di massima un’ipotesi progettuale simile a quella della Cittadella della Giustizia di Pizzarotti, per cui ha affidato ad apposito gruppo di ricercatori del Politecnico di Bari, l’esecuzione dello studio di fattibilità della sede unica della Giustizia alle ex Casermette, sepolto nei polverosi cassetti di Invitalia e Ministero di Grazia e Giustizia.

Francesco De Martino


Pubblicato il 17 Aprile 2019

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