Cultura e Spettacoli

Carrette del mare e profughi di sempre

Sedici anni fa da Durazzo partiva una carretta del mare diretta a Bari. Avrebbe dovuto restare nel porto albanese avendo il motore centrale fuori uso (se l’era giocato trasportano zucchero dall’Avana nel suo ultimo viaggio, terminato due giorni prima). A maggior ragione non poteva permettersi il lusso di trasportare alcunché. E invece dovette prendere il largo stracarica di ventimila profughi. Non bastasse, a metà strada quei ‘passeggeri’ esasperati dal caldo torrido arrivarono a tagliare i tubi di raffreddamento per ricavare un sorso d’acqua. Per scongiurare che i motori fondessero il capitano fece ricorso all’acqua di mare… L’ingresso del Vlora nelle acque di Bari resta un mistero della meccanica. Depositato il suo carico umano sulla rovente banchina di Molo Pizzoli, il Vlora uscì dalla storia. Svanì, si può dire. Nessuno ricorda quando abbandonò Bari e diretto dove. Si sa solo la nave risulta radiata nel 1996 e nello stesso anno demolita ad Aliaga, un porto turco. Che ne fu del Vlora in quei cinque anni? Forse languì a Durazzo, ormeggiato ad una di quelle banchine dove sostano le navi abbandonate dagli armatori (il Vlora apparteneva alla Societè Actionnaire Sino-Albanaise de la Navigation Maritime “Chalship” di Durazzo, compagnia battente bandiera albanese). La vicenda di questa nave presenta qualche analogia con quella del Presient Warfield, un piroscafo statunitense costruito nel 1927 e che negli anni della guerra si ritrovò a prendere parte allo sbarco in Normandia. Alla fine del 1945 fu abbandonato in un cimitero di navi a Baltimora. Lì sarebbe rimasto in attesa della demolizione se l’anno dopo non fosse stato acquistato da un’oscura società che si occupava dell’emigrazione clandestina degli ebrei tedeschi verso la cosiddetta Palestina Britannica. Nel 1947, ribattezzato Exodus, il decrepito naviglio imbarcò 4515 profughi ebrei e fece rotta verso Haifa. Ma le forze navali britanniche, intenzionate a bloccare l’immigrazione ebraica per ragioni di sicurezza internazionale, intercettarono la nave in prossimità di Cipro. I clandestini vennero così fatti prigionieri e chiusi in campi dell’isola, da cui in seguito sarebbero stati trasferiti, parte in Francia, parte in Germania. E l’Exodus? Rimase abbandonato per cinque anni, proprio come il Vlora. Poi nel 1952, per cause mai accertate, prese fuoco. Il rottame venne smantellato nel 1963. Alla vicenda di questa nave Leon Uris dedicò nel 1958 un romanzo (‘Exodus’) da cui due anni dopo Otto Preminger ricavò l’omonimo e premiatissimo film interpretato da Paul Newman (un Oscar e un Golden Globe). Anche il Vlora ha ispirato un’opera cinematografica : ‘La nave dolce’, un docu-film diretto nel 2012 da Daniele Vicari.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 8 Agosto 2017

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