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Carta bianca di Renzi a Emiliano per le liste del Pd in Puglia

Dopo le frenetiche trattative degli ultimi giorni all’interno delle coalizioni e dei partiti che saranno presenti sulla scheda elettorale del 4 marzo prossimo, le liste dei candidati per Camera e Senato sono arrivate a destinazione. Ossia alle cancellerie delle Corti d’Appello territorialmente competenti  a ricevere le liste delle candidature. Il termine per il deposito è scaduto alle ore 20 di ieri (ndr – per chi legge martedì). Quindi, dopo giorni di incertezze, ripensamenti e riposizionamenti dei nomi nelle liste, anche per i 16 collegi uninominali della Camera e gli 8 del Senato, insieme ai 6 listini del proporzionale (4 per la Camera e 2 per il Senato) della Puglia arrivano gli elenchi definitivi delle candidature. Per i tre maggiori partiti presenti alla competizione, vale a dire M5S, Pd e Forza Italia, ecco i nomi dei sei capilista pugliesi nel proporzionale. Alla Camera, Puglia 1 (Bari-Altamura): Giuseppe Brescia (M5S) – Marco Lacarra (Pd) – Francesco Paolo Sisto (Fi); Puglia 2 (Lecce – Nardò – Casarano): De Lorenzis Diego (M5S) – Francesco Boccia (Pd) – Elvira Savino (Fi); Puglia 3 (Taranto – Brindisi – Monopoli): L’Abbate Giuseppe (M5S) – Ubaldo Pagano (Pd) – Mauro D’Attis (Fi); Puglia 4 (Andria –Foggia): D’Ambrosio Giuseppe (M5S) – Michele Bordo (Pd) – Ada Elisa Tartaglione (Fi). Al Senato, Puglia 1 (Bari – Foggia): Alfonso Ciampolillo – Assuntela Messina (Pd) – Licia Ronzulli (Fi); Puglia 2 (Lecce – Brindisi –Taranto): Barbara Lezzi (M5S) – Dario Stefano (Pd) – Luigi Vitali (Fi). Nomi, questi, che in base alle previsioni delle percentuali dei rispettivi partiti di appartenenza sono da considerare sicuramente tra gli eletti nel prossimo Parlamento. Invece, per quelli candidati nei collegi del maggioritario bisognerà attendere i risultati della consultazione, dove a risultare eletto sarà il nome che avrà conseguito più consensi. Alcuni dei candidati presenti in Puglia a capo dei listini del proporzionale corrono anche in qualche collegio del maggioritario, per cui in caso di vittoria nell’uninominale faranno scattare il candidato successivo presente nel listino. Per le candidature pugliesi del Pd il tanto paventato scontro tra il segretario nazionale Matteo Renzi ed il leader della corrente di minoranza “Fronte democratico” che fa capo al governatore pugliese Michele Emiliano, alla fine, in effetti non c’è stato. Anzi, in realtà, potrebbe esserci stato un accordo di massima che vede l’area politica di Emiliano fortemente penalizzata in tutte le altre regioni per la suddivisione dei posti privilegiati, vale a dire quelli da capolista del proporzionale di Camera e Senato, mentre in Puglia l’antirenziano di “Fronte democratico” è stato accontentato in quasi tutte le sue richieste di candidature. In altri termini sembrerebbe che il segretario del Pd, Renzi, per le politiche di marzo abbia quasi dato in Puglia “carta bianca” al suo ex-antagonista pugliese al congresso, Emiliano per l’appunto, a cominciare dai posti sicuri per Camera e Senato da attribuire con le candidature. Se così fosse, allora vorrebbe dire che alla fine tra il governatore pugliese ed il segretario Renzi potrebbe esserci stato un patto tacito o non dichiarato nell’assegnazione dei posti privilegiati dei listini del Pd in Puglia. E questo spiegherebbe anche alcune esclusioni eccellenti dell’area renziana pugliese dai listini di Camera e Senato ed il fatto, soprattutto, che Emiliano pur essendo stato fortemente penalizzato a livello nazionale nell’assegnazione dei candidati “non va sull’Aventino”, ma si limita solo a qualche lamentela di circostanza nei confronti della gestione renziana delle candidature. Non a caso, quindi, Emiliano parlando ieri con gli operatori dell’informazione, a margine di un convegno in Capitanata, ha esclamato: “”Ci sono altre cose per le quali rimanere delusi nella vita che le liste elettorali”, aggiungendo: “devo essere sincero, io penso che la costruzione di una lista debba essere il segno del progetto di governo che vuoi realizzare e poi devi essere coerente tra ciò che dici e le persone che scegli”. Poi, con riferimento al fatto di non essere stato accontentato da Renzi neppure in Sicilia, per la candidatura del presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, ha dichiarato che “se ad un eroe dell’antimafia in agricoltura scegli delle persone assolutamente innocenti, ma che hanno parentele purtroppo ingombranti”, allora “uno non e’ che la politica la deve fare per forza o ha il diritto di farla”. Infatti, ha aggiunto Emiliano, “ci sono delle persone che creano, per loro sfortuna, una interferenza di immagine negativa e che quindi non sono utili al Partito democratico”. E, secondo il governatore pugliese “questo é il punto” della questione. Per cui, “passare la campagna elettorale a spiegare che quello é l’unico ramo della famiglia che non ha contaminazioni con la mafia può essere anche  divertente per qualcuno, però per un partito è troppo pesante. Lo considero un errore gravissimo. Resta il fatto che moltissimi italiani continueranno a pensare che noi tra un eroe dell’antimafia e un parente sia pure involontario di un mafioso abbiamo scelto questo secondo”. Ma un’affermazione di Emiliano ancor più sibillina, che lascia intravedere una posizione soft di Emiliano nei confronti di Renzi proprio in virtù di un possibile e verosimile accordo nazionale non dichiarato, in cambio di alcuni nomi di Fronte democratico “garantiti” in Puglia, è quella rilasciata sempre da Emiliano nel corso della stessa conversazione, in cui ha tra l’altro detto: “nel momento in cui il segretario, anche con un decisionismo che io non condanno, ha preso in mano totalmente la situazione, si è assunto una responsabilità enorme che ha determinato delusioni un po’ ovunque”.  Tranne che in Puglia probabilmente, dove le richieste del presidente della Regione e leader di minoranza del Pd sono state verosimilmente tutte esaudite, a cominciare da quella di “blindatura” della candidatura alla Camera del segretario regionale del Pd, l’apparente renziano Marco Lacarra. Per la cronaca si rileva che anche in Puglia il segretario Renzi ha penalizzato nelle candidature molti esponenti Dem di provenienza ex Pci-Pds-Ds, tra i quali molti ex dalemiani della prima ora. Forse un caso? Dopo il 4 marzo prossimo si capirà di più!

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 30 Gennaio 2018

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