Cronaca

Cartellopoli, mai avviato il censimento dei cartelloni abusivi

Disordinata, sporca, sciatta. E’ questa la Bari dei cartelloni e delle affissioni abusive. Impianti fuori legge, manifesti e volantini attaccati ovunque: muri, semafori, pali. E l’immagine che ne esce è quella di degrado e mancanza di regole dove sguazzano i padroni dell’affissione selvaggio, col beneplacito del Comune. Per qualche tempo l’assessore comunale Giannini ha sbandierato l’operazione di rimozione degli impianti abusivi, poco in confronto a ciò che ci sarebbe da fare, visto che la parola “decoro” è stata bandita in questa Città. Il Piano Regolatore degli impianti pubblicitari a Bari è rimasto sulla carta e dunque non esiste praticamente lo strumento di settore che doveva essere operativo da anni. Ma la mancata applicazione di un Piano Regolatore che doveva essere predisposto per legge negli anni Novanta ha, nel tempo, alimentato la confusione nel settore affissioni dove l’abusivismo ha avuto carta bianca. Eppure il 14 giugno di ben sei anni or sono il Consiglio Comunale approvava il nuovo piano per gli impianti pubblicitari sul territorio della città di Bari, un piano ambizioso che prevedeva l’avvio, entro il 31 dicembre 2005, d’un censimento di tutti gli impianti pubblicitari presenti sul territorio cittadino al fine di individuare ed abbattere quegli abusivi. Ma finora non è successo niente, o quasi, al Comune di Bari, anche se nei primi mesi del 2009 i politici di minoranza richiamavano l’attenzione della Civica Amministrazione sul mancato avvio del censimento e sulla situazione di stallo nel quale si trovava il settore della pubblicità, a ridosso di importanti appuntamenti elettorali. La preoccupazione principale era ovviamente quella del manifesto “selvaggio” con conseguente esborso di denaro pubblico (65 mila euro circa) per le affissioni. “Da quel tempo sono passati altri due anni e due importanti appuntamenti elettorali, che hanno visto il fiorire di manifesti pubblicitari praticamente ovunque in Bari come segno tangibile della mancanza di regole certe”, scrivono adesso in una missiva indirizzata a Sindaco e assessori Giuseppe Calabre se e Fulvio Maria Fucilli del coordinamento aderente al Partito Repubblicano Italiano. Che dagli amministratori municipali hanno chiesto di voler chiarire, per iscritto, quanto segue: se sia stato mai avviato il censimento in parola; cosa abbia provocato il ritardo pluriennale nell’avvio del censimento, quanto sia costato alla cittadinanza il ritardo pluriennale di avvio del censimento e soprattutto la mancanza di regole relative alla pubblicità. E chissà se al Comune si ricorderanno anche di chiarire che la ditta a cui era stata affidato questo censimento fantasma si trovava anche in conflitto d’interesse, un altro dei tanti che albergano senza pudore a Palazzo di Città….(fradema)
 
 
 


Pubblicato il 20 Febbraio 2011

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