Cultura e Spettacoli

Cartone, carta di giornale, cartaccia…

Alla Sala Murat è in corso (si chiuderà il 28 di questo mese) Display Mediating Landscape, una rassegna d’arte contemporanea che presenta la singolarità di vedere lavori di natura e autori diversi inseriti in un display sotto forma di installazione unica. Pensato come metafora della fine dello spazio espositivo come da tradizione, il progetto propone un nuovo concetto di modalità espositiva e di organizzazione dello spazio di esposizione. Non c’è bisogno di aspettare venerdì prossimo per stabilire quanta memoria si conserverà di questa rassegna. Display Mediating Landscape resterà indimenticabile a causa di un episodio occorso alla vigilia dell’inaugurazione e che, affidato a media e Rete, ha già fatto il giro del mondo : Al mattino del giorno del taglio del nastro due opere d’arte di un autore di cui non è dato sapere il nome sono finite in discariche. Un clamoroso equivoco imputabile ad un’inserviente addetta alle pulizie che, nell’attendere ai propri compiti, evidentemente tratta in inganno dalla foggia, dalla collocazione e dal materiale (carta di giornale e cartone) dei manufatti in questione li scambiava per cartacce e così… Pare che le due opere avessero un valore complessivo pari a qualche migliaio di euro. Ora, chi paga? Gli organizzatori, che si rivarranno sulla sfortunata donna? Tu pensa se un magistrato dovesse assolvere quest’ultima valutando “l’obiettiva impossibilità per una persona di modesta cultura e di pari estrazione socio culturale di cogliere in senso dell’arte in cose che per circostanza singolarissime si prestano ad essere scambiate per ciò che arte non è”. La sentenza, che nella mani di un Giudice di Pace sarebbe inappellabile, potrebbe fare  epoca, così delegittimando una scuola di pensiero in fatto di estetica. A questo punto, il passo successivo potrebbe essere quello di Fantozzi : Un anonimo visitatore del Museo di Arte Moderna di Parigi punta il dito su un’opera di Andy Warhol e con voce stentorea le dà della “boiata pazzesca”. In men che non si dica, un popolo di fruitori, sin lì gregge di adoratori supini, prende coscienza d’essere stato plagiato e fa tutto a pezzi…. Fermiamo qui lo scherzo, ‘chè di qui a parlare di roghi e arte degenerata il passo è breve. E’ però fuori discussione che col sostegno di una critica addomesticata o addomesticabile alcune avanguardie artistiche abbiano tirato la corda oltre il ragionevole e che dietro la megalomania, la fregola della provocazione o dell’ultima frontiera tante volte si nasconda il talento mediocre, il mercante furbo, il buontempone radical-chic. Nel suo piccolo il disastro di Sala Murat conferma il maggior limite della moderna arte di frontiera : l’inettitudine a comunicare, nella quale si crogiola il pensatore elitario o disonesto.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 22 Febbraio 2014

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