Cronaca

Case di Cura Riunite: usciranno dal tunnel i 245 ex dipendenti?

<>, attacca a testa bassa Ignazio Zullo, capogruppo dei Conservatori e Riformisti all’interno dell’Aula regionale. Il quale certo avrebbe preferito che, così come è stato fatto in altre occasioni, la soluzione del dramma degli ex dipendenti delle Case di Cura Riunite fosse a tempo indeterminato e a trentasei ore settimanali. Ma pure senza avviso pubblico, perché parliamo di lavoratori che hanno subito un vero e proprio calvario professionale, che nonostante il precariato hanno continuato il loro aggiornamento e oggi possono costituire davvero una risorsa preziosa per la Sanità pugliese bisognosa di potenziare i servizi di supporto alle attività sanitarie. <>, ricorda ancora Zullo, che per questi motivi, così com’è intransigente nei confronti del governo Emiliano per <<…azioni scellerate>> nel campo della Sanità, a cominciare dal Piano di Riordino, allo stesso tempo è pronto a riconoscere che questa volta la Giunta si sta muovendo in un’azione giusta e riparatoria nei confronti di operatori  che in questi anni sono stati mortificati nella loro dignità umana e professionale. Ma si tratta per caso di altre promesse? Tante anzi tantissime in decenni di trattative e impegni a vuoto, nei confronti di lavoratori che hanno innalzato un numero infinito di tende e tendoni, dinanzi a cliniche ed enti regionali, dal lontano 1994, quando l’impero delle case di cura di Francesco Cavallari crollò sotto i colpi della magistratura inquirente. Vertici regionali, parti sociali e sindacati si sono incrociati svariate volte nella vertenza infinita degli ex dipendenti della sanità privata barese, innanzitutto per alleggerire attraverso i ‘prepensionamenti’ la platea dei lavoratori ex CCR, ma anche ridurre i numeri per facilitare percorsi di ricollocamento di quelli residui. Uno “screening” vero e approfondito delle liste, realizzato in tempi non brevi per verificare tutte le posizioni individuali, da quelle previdenziali, ai profili professionali, alle qualifiche, fino ai dati anagrafici. Sono stati i passaggi più che sofferti negli anni per offrire risposte a persone che da tempo, come detto, soffrono una situazione di emergenza e che meritano rispetto. Queste, per i tanti politici e sindacalisti affacciatisi alla finestra di questa complicatissima vertenza, le conclusioni emerse anni fa per affrontare i problemi degli “invisibili”: un tavolo politico e tecnico al quale hanno portato il loro contributo – perlopiù a parole, per meri scopi elettorali – presidenti, consiglieri, assessori, parolai, faccendieri, sindacalisti gialli e perfino responsabili della della Presidenza della Giunta Regionale della Puglia mischiati ai dirigenti degli uffici regionali competenti. Una scia infinita di promesse e impegni, si diceva, ma che ora non si può più tenere ancora nascosta o ancora peggio sottotraccia nel limbo d’un quadro di autentica drammaticità del problema. Ora si tratta di chiudere una volta per tutte il cerchio, imboccando l’ultimo passo per uscire dal tunnel della vertenza più lunga e difficile della storia cittadina…

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 17 Gennaio 2017

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