Cronaca

Case rifugio e centri di ascolto:la guerra pugliese al femminicidio

La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, fissata per il 25 novembre, deve ricordare a tutti la portata patologica di un problema più che mai attuale e diffuso: l’uccisione di donne da parte di mariti, compagni, ex o familiari nel recinto chiuso delle pareti domestiche. Il femminicidio altro non è che la punta di un iceberg, la forma più estrema di una violenza che non è soltanto aggressione fisica da parte di un uomo contro una donna in quanto donna, ma include anche discriminazioni e vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, persecuzioni: si vorrebbe annullare una donna nella sua identità e libertà, non soltanto, quindi, dal punto di vista fisico, ma anche in tutto ciò che riguarda la dimensione psicologica, la socialità e la partecipazione della stessa alla vita pubblica. Passi avanti in questi anni sono stati fatti attraverso provvedimenti mirati a dare attenzione e protezione a tutte quelle donne che decidono di mettere fine a situazioni di violenza fisica e psicologica sempre più frequenti (basti vedere l’approvazione del decreto contro il femminicidio in legge (L.1540/2013) avvenuta lo scorso 11 ottobre); tuttavia, sono ancora troppe le donne uccise anche perché manca una reazione veramente collettiva e sentita da parte delle istituzioni e della comunità a una cultura androcentrica che riporta in auge pregiudizi e stereotipi arcaici legati a questioni come la virilità, l’onore, il ruolo di uomini e donne nella vita di coppia, nel lavoro e nella società. Questioni retrograde e anacronistiche che risultano tuttavia stratificate nella psiche inconscia di uomini e donne nonostante l’evidente incompatibilità con il contesto attuale che : l’unica strada per combattere queste stratificazioni e la violenza in sé è dunque acquisire una consapevolezza culturale della parità tra uomini e donne che sia pervasiva e permanente. La cultura della non violenza, in particolare, è possibile apprenderla e diffonderla sin dall’infanzia, all’interno del luogo educativo per eccellenza, la scuola, dove è necessario creare le basi di una cultura di rispetto della donna combattendo nelle giovani generazioni l’idea di una femminilità stereotipata e di una gerarchia di genere, nascosta in un’esaltazione consumistica e al tempo stesso svalutante del genere femminile, affinché la violenza nei confronti delle donne venga considerata socialmente e moralmente inaccettabile. “L’unica strada da percorrere per debellare questo male innestato nella nostra storia è incidere nella formazione dei più piccoli e delle più piccole” ha dichiarato l’assessore regionale al Welfare e alle Politiche della Salute Elena Gentile, a proposito del piano di interventi puntati soprattutto sulla prevenzione messo in atto dalla Regione Puglia proprio in occasione del 25 novembre con l’unico obiettivo di dire no alla violenza sulle donne. Il primo punto di questo programma riguarda una serie di interventi di formazione avviati direttamente nelle scuole grazie a un’alleanza con l’Ufficio scolastico regionale, che verranno realizzati attraverso strumenti di comunicazione molto immediati come i videoclip, per raccontare e svelare ai ragazzi il vero volto della violenza sulle donne, ma soprattutto per educarli alle differenze. Verranno coinvolti ben 215.929 studenti per un totale di 236 istituti scolastici superiori, i quali sono chiamati anche a partecipare a un concorso di idee per completare la campagna di comunicazione “Troppo amore sbagliato” avviata dalla Regione, attraverso l’elaborazione di soluzioni artistiche in forma di claim, spot o video. Parallelamente a questa iniziativa, la struttura tecnica dell’assessorato regionale al Welfare, in collaborazione con la Consigliera regionale di parità, ha predisposto una bozza di legge “Norme per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere”, che attualmente è in fase di confronto e discussione con i Centri Antiviolenza pugliesi.  A partire dal 10 dicembre a Lecce verrà avviata una serie di incontri nei diversi territori provinciali che coinvolgeranno tutti i soggetti, sia pubblici che privati, coinvolti nella prevenzione e nel contrasto della violenza, al fine di informare sulle azioni messe in atto a tal fine. All’interno della campagna di sensibilizzazione sono previste anche sei rappresentazioni teatrali in ogni provincia pugliese dello spettacolo “Ferite a morte” di Serena Dandini, che lo scorso 3 ottobre ha fatto il tutto esaurito al Teatro Petruzzelli: il 17 dicembre al Pisiello di Lecce, il 18 dicembre al Teatro Tatà di Taranto, il 19 dicembre al Teatro Curci di Barletta, il 20 al Teatro del Fuoco a Foggia e il 21 al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi. Le associazioni e i Cav organizzeranno inoltre una serie di iniziative parallele, come sit-in, recitazioni di brani a tema, mercatini e interventi nelle scuole. Accanto alle azioni di monitoraggio, sensibilizzazione e informazione sul fenomeno, inoltre, la Regione Puglia ha previsto anche politiche strutturate per il contrasto alla violenza sulle donne, che riguardano in particolare il potenziamento dei servizi sul territorio per offrire le differenti risposte necessarie alle varie tipologie di violenza. Attualmente risultano operativi 19 Centri, di cui 6 a titolarità pubblica e 13 a titolarità privata gestiti in larga parte da associazioni di donne che prestano lavoro volontariamente o coperto solo in minima parte, e 6 Case Rifugio, di cui solo una è a titolarità pubblica, mentre nelle restanti sono i Comuni a sostenere le rette di inserimento per le donne, spesso anche con minori a carico: nonostante, dunque, il tentativo di costruire una governance efficace del problema, si registrano ancora numerose ed importanti criticità (come ritardi circa gli impegni concreti da parte delle Pubbliche Amministrazioni, Province e Comuni, a cui compete l’attuazione dei Piani di Intervento), sulle quali è necessario intervenire per assicurare il consolidamento di una rete di servizi davvero capillare, competente ed operativa: complessivamente, infatti, le Amministrazioni provinciali hanno impegnato finora poco più di un terzo delle risorse assegnate dalla Regione Puglia e liquidato quasi niente.

Va inoltre sottolineata un’ulteriore iniziativa, dal nome “Espelliamo la violenza”, promossa dall’associazione G.I.R.A.F.F.A. in collaborazione con l’associazione sportiva Pink Sport Time in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne: la partita di campionato nazionale di serie B femminile Pink Bari – S-S-Lazio femminile prevista per domenica 24 novembre al campo comunale di Bitetto alle ore 14.30 verrà dedicata a tutte le donne vittime della violenza di genere. La presidente di G.I.R.A.F.F.A. Onlus, Maria Pia Vigilante, ha inoltre lanciato l’appello “un drappo rosso alle finestre, negozi e in luoghi pubblici” da appendere il 25 novembre: rosso non come richiamo al sangue delle donne uccise, ma alla gioia delle donne vive. “La violenza contro le donne è un’acqua sporca in cui noi navighiamo – ha dichiarato il Presidente Nichi Vendola nella conferenza che si è tenuta ieri mattina in Presidenza della Regione per illustrare alla stampa le azioni messe in atto per il contrasto alla violenza di genere – e dobbiamo avere il coraggio di costruire una rete protettiva perché chi ha subito violenza e intenda denunciarlo possa farlo senza pericoli e perché si possano costruire reti di solidarietà che diventino incubatori di libertà, di gesti di autonomia e di presa di parola per le donne.” Fermare i femminicidi, proteggere le donne sopravvissute e dare loro giustizia, prevenire gli atti di violenza nei confronti delle donne si può e resta un obiettivo da raggiungere al più presto, per garantire concretamente alle donne il godimento dei loro diritti fondamentali, primo fra tutti quello alla vita, che sia soprattutto libera da qualsiasi forma di violenza.

 

Lorena Perchiazzi 


Pubblicato il 22 Novembre 2013

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