Primo Piano

Cassa Prestanza in bilico: entro tre mesi risposte chiare

Sembra una crisi infinita, quella che oramai da troppo tempo attanaglia la Cassa Prestanza dei dipendenti comunali, entrata in un tunnel con flebili speranze di trovare vie d’uscita. E neppure gli ‘out-out scanditi nell’ultima, movimentata assemblea indetta dal presidente, nonché vicesindaco Pierluigi Introna, hanno diradato le troppe ombre, visto che pure se arrivassero risorse per rimettere in sesto lo sbilenco Bilancio della Cassa, al massimo si potrebbe restituire agli aventi diritto –e cioè ai dipendenti municipali iscritti – il sorte capitale, tuttavia senza gli interessi accumulati, per alcuni dipendenti in trent’anni di versamenti. Ma andiamo per ordine, per cercare di capire, al di là di ipotesi e congetture, cos’è accaduto al Comando della Polizia Locale di Bari, dove il 15 dicembre s’è tenuta l’ultima assemblea alla presenza di amministratori e soci. La prima possibilità emersa nel corso dell’incontro prima delle feste di Natale sarebbe quella d’un prestito garantito da parte della Cassa Depositi e Prestiti, da contrarre entro aprile di quest’anno e quindi subito dopo le elezioni politiche. Ipotesi apparsa alquanto singolare sventolata con tanto anticipo, senza conoscere i futuri scenari politici e di governo del dopo 4 marzo. In alternativa ci sarebbe, poi, la strada di un mutuo, ma stavolta con cespiti prelevati a livello locale, direttamente dal Welfare del Bilancio cittadino: soldi freschi che potrebbero acquietare le pretese dei tantissimi dipendenti-soci impauriti dall’eventualità non proprio remota di perdere i soldi versati in tanti anni di servizio, prima del sospirato pensionamento. Soldi che però, arriverebbero in Cassa al Comune di Bari sempre previo assenso della Cassa Depositi e Prestiti e quindi del Governo, senza contare le valutazioni ‘ex lege’ della Corte dei Conti. Che dovrà, appunto, valutare i modi di accesso al mutuo. Insomma, anche in questi giorni ai dipendenti comunali baresi tremano i polsi quando si parla della crisi in cui è caduta quella benedetta Cassa mutua che, secondo i più pessimisti, nei prossimi due – tre anni potrebbe addirittura dichiarare bancarotta. E infatti già adesso, per quel che si sa e si dice, la ‘buonuscita’ ai pensionati garantita dalla stessa Cassa, viene pagata in più ‘tranches’. Situazioni, come si vede, abbastanza ingarbugliate e precarie che, come detto all’inizio, rischiano di dare lo scossone definitivo a un istituto traballante da troppi anni, nonostante le rassicurazioni di assessori come Antonella Rinella prima e Giovanni Giannini poi, fino all’ultimo presidente, avvocato Introna. Il quale, oltre a conoscere bene la situazione economica e finanziaria della Cassa Prestanza Comunale, a metà del mese scorso, dinanzi a trecento persone riunite in assemblea a Japigia, ha dichiarato che entro aprile prossimo, in un modo o nell’altro, bisognerà trovare soluzioni alternative al fallimento. Altrimenti sarà lui a portare i libri in tribunale, senza stare a badare troppo alle modifiche statutarie di cui lui stesso aveva parlato fino a qualche tempo fa, per cercare di salvare l’istituto in perenne crisi. E tanto per capire il livello di preoccupazione dei dipendenti comunali, alla fine di quest’anno e precisamente a metà novembre, il Giudice Civile presso il Tribunale di Bari deciderà con tanto di sentenza se i dipendenti-soci che hanno presentato ricorso, hanno diritto di uscire dalla Cassa Prestanza, preambolo al diritto al rimborso delle somme versate. Sarebbe probabilmente il ‘vulnus’ che aprirebbe la strada a un contenzioso senza fine, anticamera del ‘default’ tanto temuto…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 30 Gennaio 2018

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio