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Cassa Prestanza senza speranza: la parola passa a due “tecnici”

Il Presidente della Cassa Prestanza del Comune, avvocato nonché vicesindaco e assessore Pierluigi Introna, dopo l’assemblea dei soci-dipendenti della settimana scorsa, ha messo nero su bianco in un comunicato la sua posizione. E per valutare se la tipologia di attività svolta dalla cassa mutua comunale fin dal momento della sua costituzione nel lontano 1924 possa transitare ‘istituzionalmente’ in seno allo stesso Comune di Bari, con gestione diretta di tutte le funzioni e attività statutarie all’interno del ‘Welfare’, incaricherà un paio di professionisti (ovviamente con “profonda conoscenza delle tematiche in questione”) rispettivamente in rappresentanza della stessa Cassa e del Comune, allo scopo di delineare il corretto iter per il transito delle attività in capo all’Ente. Un passaggio che non sarà né facile, né tanto meno indolore, anche perché se Introna pare più interessato a prendere tempo, con la nomina degli esperti, al cospetto di sindacati e dipendenti interessati, al contrario, a comprendere in fretta se è possibile davvero sciogliere tutti i nodi con un passaggio di competenze. Tenendo sempre presente che, in ogni caso, occorre sempre aspettare un altro passaggio importante e cioè il ‘visto’ della Corte dei Conti in calce al rinnovo del contratto nazionale del Comparto Funzioni Locali 206-2018, stipulato a fine febbraio scorso. Insomma, la Cassa Prestanza del Comune di Bari, che dovrebbe servire per garantire una liquidazione un po’ più sostanziosa o un prestito in caso di bisogno ai soci-dipendenti, sembra tornare ai vecchi tempi, quand’era una specie di ‘tesoretto’, docile strumento per garantire incarichi. Oppure, ancora peggio, gettoni di presenza all’interno d’un consiglio d’amministrazione che non rendeva conto praticamente a nessuno. In piedi da quasi un secolo, quest’organismo istituito da un Regio Decreto attorno al 1930 ha preso a vacillare da una dozzina di anni, specie dopo essere finito sotto tiro proprio per l’alone di mistero che lo circondava, anche per colpa di politici e amministratori che in passato non rendevano pubblici nemmeno statuto e bilanci. Mai approvati dal Consiglio Comunale addirittura per quattro anni di seguito, nonostante il punto fosse pervicacemente inserito nell’ordine del giorno. Tuttavia per diversi anni tutto è filato liscio, c’era anche chi la difendeva a speda tratta per la sua finalità antiusura, grazie ai prestiti che concede ai soci a tassi molto interessanti, la Cassa Prestanza del Comune di Bari. Unica e sola rimasta in piedi delle vecchie casse mutue comunali e provinciali, finita nella bufera a causa del  funzionamento d’un organismo che, pur rassomigliando tanto ad un istituto di credito che prestava un mucchio di denaro, ne eludeva ogni controllo. Verifiche che sfuggivano sistematicamente all’approvazione del Consiglio Municipale, come detto, nonostante l’assessore di turno ne garantisse sempre la discussione, senza riuscire a spiegare, ad esempio, come mai una volta entrati e aver aderito alla Cassa, non ne potessero più uscire, i soci-dipendenti comunali. Come arpionati da una “piovra” che non lasciava via di scampo. Anche qua nessuno sapeva e sa bene perché e percome, dato i sempre maggiori inceppamenti degli ingranaggi, che non hanno più consentito di arrotondare la magra pensione ai soci. Ai quali ogni mese, comunque, viene sottratto automaticamente dalla busta paga una bella cifretta, che varia mediamente dai 50 euro degli impiegati, ai circa 100 dei quadri e dirigenti. E tenendo conto che alla Cassa di Prestanza del Comune di Bari è iscritto quasi tutto il personale (pare l’ottantacinque per cento dei circa duemila dipendenti) non è difficile tirare le somme che annualmente manovrano presidente, consiglieri d’amministrazione e revisori. Tuttavia, al di là delle promesse di tirare i remi in barca, passando la mano dell’istituto al Comune, i problemi più seri da risolvere riguardano i bilanci, considerato che ancora non è chiaro se e quanto potrebbero perdere i dipendenti sulle somme versate nel corso degli anni in servizio. Ma anche questo, molto probabilmente, sarà uno dei quesiti ai quali dovrà rispondere la coppia di esperti nominati da Comune e Consiglio d’amministrazione della stessa Cassa

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 24 Maggio 2018

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