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Cassa Prestanza senza speranza: tornano in piazza i dipendenti comunali

Doveva tenersi subito dopo la Fiera del Levante, l’assemblea tra i dipendenti municipali baresi per discutere dei tantissimi problemi della Cassa Prestanza, poi slittata al mese successivo e adesso, che siamo all’inizio di novembre, dall’amministrazione comunale giunge solo il solito, insopportabile silenzio. E così in Comune mai come in questi giorni i dipendenti tornano a discutere della crisi che attanaglia da troppo tempo, come detto, quella cassa mutua che, secondo i più pessimisti, nei prossimi due – tre anni potrebbe addirittura dichiarare fallimento. E infatti già adesso, per quel che si sa e si dice, la ‘buonuscita-extra’ ai pensionati comunali garantita dalla stessa Cassa Prestanza, viene pagata diluita. E cioè in almeno tre o quattro ‘tranche’, segno inequivocabile che i conti non tornano più come prima. Eppure nessuno degli iscritti, nonostante una infuocata assemblea a fine dell’anno scorso, sente al sicuro i versamenti fatti alla Cassa in tanti anni di servizio, nonostante le rassicurazioni dell’ultimo presidente e vicesindaco Pierluigi Introna. Il quale, in ogni caso, conosce bene tutta la situazione finanziaria e di bilancio e, probabilmente, aspetta il momento giusto per uscire allo scoperto, pur avendo promesso di indire massimo per metà ottobre l’assemblea chiarificatrice, soprattutto per discutere le necessarie modifiche statutarie. In ogni caso, proprio per fare chiarezza e dissipare dubbi e paure tra i dipendenti, tra poco meno di dieci giorni e precisamente il 17 novembre prossimo, potrebbero essere i dipendenti stessi a manifestare nuovamente davanti a Palazzo di Città. Sarà una folta rappresentanza degli stessi iscritti municipali (che già avevano raccolto circa cinquecento firme un paio di mesi fa, depositate direttamente nell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco) a chiedere un incontro sulla Cassa. In particolare, sul suo stato di salute e sul suo futuro, visto che – secondo le voci più catastrofiche – il ‘default’ sembra incombere senza scampo. E c’è chi tra i dipendenti è pronto anche ad occupare l’ingresso di Palazzo di Città o addirittura la stanza del primo cittadino, per capire cosa sta accadendo. Anzi, meglio, per recuperare, almeno, quanto prelevato direttamente dalla busta paga e versato in Cassa in tanti anni di servizio, cioè perlomeno il ‘sorte capitale’, come si dice, senza attendere oltre. Ad essere più esposti, secondo i pessimisti, sarebbero i dipendenti che, nei prossimi anni, saranno posti in quiescenza, anche se, invece del ‘congelamento’ garantito a parole dai manovratori della Cassa Prestanza, chi va in pensione sta regolarmente ricevendo –seppure poco alla volta- i riconoscimenti maturati. Il problema è che si starebbe creando, come ha calcolato chi sta da tempo ha fatto i conti, un vero e proprio dissesto finanziario, con un ammanco di circa 7 milioni di euro. Tutto da dimostrare, certo, ma in questo caso parliamo d’un istituto finanziario che raccoglie i ‘depositi’ mensili di oltre mille e cinquecento dipendenti comunali, godendo per di più di un contributo pubblico (questo a carico dei cittadini/contribuenti baresi) di quasi mezzo milione di euro. Anche questo congelato, come fece a suo tempo l’ex presidente della Cassa Prestanza Comunale barese, Angelo Tomasicchio. Ma le preoccupazioni, come detto all’inizio, vengono alimentate da un inspiegabile silenzio sull’ultima cassa mutualistica della pubblica amministrazione che si trascina da tempo, al Comune di Bari. Da troppo tempo…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 8 Novembre 2017

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