Cassano è il primo a farsi avanti per sfidare Decaro nel 2019
Il sottosegretario barese al Lavoro dell’ex governo Renzi prima e Gentiloni dopo, Massimo Cassano, dimessosi dall’incarico la scorsa estate per rientrare nelle fila dell’opposizione forzista di Palazzo Madama e rimasto poi politicamente disoccupato alle recenti politiche del 4 marzo scorso, perché non eletto alla Camera nel collegio uninominale di Bitonto, prepara un laboratorio politico per una sua eventuale discesa in campo alle amministrative di Bari del prossimo anno. A darne notizia è stato lo stesso ex senatore di Forza Italia che con una nota ha comunicato di aver incontrato i rappresentanti delle quattro liste civiche già al lavoro nel capoluogo pugliese in vista delle elezioni comunali del 2019.A breve sarà reso noto anche il progetto del “laboratorio politico” che l’ex sottosegretario vuole realizzare a Bari e che – secondo Cassano – “vuole essere una ripartenza dal basso, con il coinvolgimento della società civile e aperto a tutti coloro credono, chiedono e pretendono un nuovo approccio al governo della cosa pubblica”. Perciò, ha sottolineato l’ex esponente di Governo, “stiamo proseguendo nell’opera di rafforzamento sul territorio barese e pugliese puntando a diventare un prezioso punto di riferimento aperto a tutti i contributi”, precisando: “noi andiamo avanti, nell’ambito del centrodestra, con la certezza che la preziosa collaborazione di questi amici diverrà quel valore aggiunto per un percorso di un modello innovativo che rappresenti la speranza e il futuro”.Quindi, Cassano è il primo a smuovere le acque a livello barese ed a farsi avanti per una verosimile corsa a sindaco nel 2019, dopo la recente sonora sconfitta elettorale di centrodestra e centrosinistra nel capoluogo pugliese alla consultazione politica di inizio marzo e la straripante avanzata del M5S, che a Bari ha rasentato di poco il 50% dei consensi tra coloro che si sono recati al voto. Dato, quest’ultimo, che il prossimo anno a Bari renderà molto incerta la partita di rinnovo del Consiglio comunale e della contestuale elezione del Primo cittadino barese. Infatti, nel capoluogo pugliese lo scenario per le amministrative del 2019 si presentava complesso già prima del risultato emerso dalle politiche, in quanto alcuni rapporti tra le diverse anime della maggioranza che nel maggio del 2014 determinò l’elezione a sindaco di Antonio Decaro sono da tempo compromessi e conseguentemente anche gli equilibri politici all’interno della stessa sono spesso instabili. Ora, infatti, alla luce dei risultati delle politiche la situazione sembra essersi complicata ulteriormente, tanto che – a detta di qualche bene informato – la stessa ricandidatura a sindaco di Decaro per la riconferma potrebbe non essere affatto scontata nel centrosinistra che, a secondo di come nei prossimi mesi evolverà lo scenario nazionale e locale, potrebbe anche decidere per Bari di rimettere in gioco la candidatura a Primo cittadino con la celebrazione di apposite primarie, da tenersi entro la primavera del prossimo anno. Però, ancor più densa di nubi ed incertezze è la situazione all’interno del centrodestra barese, dove a farsi avanti per primo alla candidatura a sindaco è con tutta evidenza l’ex senatore Cassano, ma a pensare di correre per quella poltrona nel centrodestra locale sono in diversi, a cominciare dal veterano consigliere comunale barese ed assessore ai Servizi sociali della ex giunta (1999-2004) Di Cagno Abbrescia, Filippo Melchiorre di Fratelli d’Italia, che da tempo aspira a tale investitura senza esservi mai riuscito ed ora ancor di più, considerato che alla fine di quest’ultimo mandato avrà alle spalle ben cinque consiliature e per giunta non è riuscito ultimamente neppure nell’impresa di conquistare un seggio a Palazzo Madama, sia nell’uninominale che, da capolista del suo partito, nel plurinominale. Ma ad aspirare ad una candidatura a sindaco di Bari nel 2019 per il centrodestra o di un gruppo di civiche di varia natura ed aree politiche, in contrapposizione al sindaco uscente o ad altro candidato del centrosinistra, potrebbero essere anche altri esponenti politici locali usciti di scena dopo il 4 marzo scorso o perché non rieletti, come Cassano, oppure perché non più ricandidati al Parlamento. Sta di fatto, però, che così come si sono messe le cose a Bari con il voto delle ultime politiche, l’unica forza politica che potrebbe scompaginare i giochi di coloro che da ambo gli schieramenti tradizionali aspireranno, nel 2019, a conquistare la poltrona più importante del Palazzo cittadino di corso Vittorio Emanuele è il “Movimento 5 Stelle”. Si tratterà solo di capire se, dopo l’exploit elettorale cittadino nella roccaforte di un sindaco del Pd che è pure presidente nazionale dell’Anci, la “Casaleggio & Associati” da Milano avrà realmente interesse a dare al capoluogo pugliese un’amministrazione a “5 Stelle” oppure no. Infatti, molti baresi in passato elettori di centrodestra o di centrosinistra, che alle scorse politiche di marzo hanno optato per “i 5 Stelle”, attendono fiduciosi di conoscere la decisione.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 10 Aprile 2018