Cassano e l’esempio per i giovani d’oggi
Nonostante le diplomatiche, “padrelombardiche”, mendaci, perciò, smentite di stramaccioni, tecnico (?) dell’ ”inter”, l’acceso scontro verbale, se non fisico, tra lui e cassano, senza fallo, c’è stato alla fine dell’allenamento di venerdì,1marzo 2013. Non abbiamo dubbi che, nonostante moratti sia stato, sia portato (come gli italettini dirigenti scolastici attuali che, prediligendo il numero scomposto, di cui sono, altrettanto, scomposte le loro classi, all’inerme solitudine dei loro insegnanti in esse, fanno, vilmente, comunella, giustificano, sempre, comunque, la maleducazione, a dir poco, degli imberbi delle loro scuole) a non difendere, giammai, l’infinita moltitudine degli allenatori, che ha avuto nel suo libro paga, e che, nei contenziosi tra essi e la canea di utilizzatori di piedi, raramente, della testa, abbia i secondi, ognora, lisciato, cassano farà, ancora una volta nella sua pellegrina carriera, le valigie. Non di rado indesiderato, egli, senza fare professione di necessaria (nel suo caso) modestia, in più occasioni da giornalisti sollecitato, provocato, eccitato (a parte le 600 femmine che conta in continuazione nel suo “carnet” di “macho” nel caso qualcuno dovesse dubitare dei suoi centimetrini sotto l’inguine, i giornalisti, anche, riescono a “infocare” il “pibe”, ad onta della omofobia di “routine” o di rappresentanza sotto i riflettori ostantata da lui che, ubriaco di sottocultura o pseudocultura da “bar dello sport”, non può non vestire i panni, una volta diventato miliardario, provenendo dalla economica nullatenenza, del papino che, per certificare la sua potenza sottoinguinale all’europa tutta, appresso si portò, fino ai bordi dei campi in cui si giocavano gli europei della pedata, la sposa e il frutto di tanto amore per essa, quali incontestabili trofei), calcisticamente, s’è dichiarato secondo, soltanto, a messi. NOI, di contro, che abbiamo masticato “calcio” sin da quando la nostra genitrice smise di nutrirCI con il latte delle sue poppe, a cassano opponiamo che è rimasto, alla venerabile età per un atleta (per sua ammissione, peraltro, non dalla proba, sobria vita d’atleta, come migliaia di pari suoi) di 31 anni, un campione, non, invero, di stratosferico talento, in potenza, non in atto. Di chi la colpa ? Prima di tutto di quel capello che negli anni in cui allenò (?) la roma costrinse cassano a fare tanta panchina, non concedendogli, affatto, non testimoniandogli, assolutamente, piena, incondizionata fiducia, dilapidando così i 60 miliardi con cui il presidente della società capitolina, sensi, aveva pagato agli ineffabili matarrese, la famiglia proprietaria del bari, il cartellino del giovane calciatore. Il medesimo errore, se non misfatto, sta commettendo mazzarri, allenatore del napoli, facendogli giocare spezzoni di partite, con insigne che, invece, il Grande Zeman aveva con Passione Coltivato sia nel foggia che nel pescara. I giovani non usciranno, mai, dal guscio delle loro potenziali possibilità, se non le sperimenteranno, se non le metteranno alla prova in continuità, se non le verificheranno in gare vere, che sono altra cosa dagli scolastici giochini in allenamento. Cassano, così, a NOI Pare, è stato isterilito, umanamente, eziandio, come calciatore professionista, dagli indugi, dai tentennamenti di capello nel gettarlo nella mischia delle contese della serie A calcistica italiettina, nelle coppe internazionali, sì che nel prosieguo del suo viatico nel mondo del “calcio” s’è portato dietro, pesante fardello, quasi, una rabbia, Diremmo, subliminale, che, a rate, è esplosa, non durante le partite, da lui giocate, nelle quali, sebbene, a volte, massacrato dai suoi avversari, ha tenuto un irreprensibile comportamento nei confronti di essi, ma al di là dei 90 minuti di gioco, nei confronti dei suoi “maestri”, si fa per dire, dei presidenti delle squadre in cui ha militato, dei suoi compagni, forse., degli arbitri, per non parlare dei suoi atteggiamenti da guascone in interviste giornalistiche cartacee e del tubo catodico. Tra l’altro, CI viene il sospetto che capello prendesse gusto a giocare con cassano, come fa il gatto con il topo. Approfittando, infatti, dei dissidi di Cassano con la presidenza della roma, il tecnico (?) goriziano convinse la dirigenza del real madrid, che allenava (?), a farsi svendere dal “club” tiberino il giovane barese per 5 milioni di euro (ricordiamo che era stato pagato da sensi 60 miliardi di lire), ma lo fece giocare, molto saltuariamente. Per Onestà Intellettuale, quindi, abbiamo voluto Concedere a cassano le attenuanti delle sue ricorrenti “ prese di posizione”, la più brutale di tutte le parolacce che rivolse al Presidente della sampdoria, Garrone, trasferitoSi, ormai, nel mondo della Verità, per farsi cacciare dallo Stesso, in quanto s’era stufato della milizia nella squadra genovese. Riempiremmo un quaderno se volessimo elencare le ”antoniate” del rampollo del capoluogo pugliese, non lo facciamo ché le parole, le azioni di costui CI hanno, sempre, fatto vergognare di condividere con lui i natali nella medesima terra. Campioni veri sono stati (citiamo a braccio) i Meazza, i Mazzola (Padre), i Puskas, i Di Stefano, i Boniperti, i Parola, i Liedholm i Pelè, i Platini, i Picchi che alla Carismatica Signorilità Umana in campo e fuori campo (Pedagogica nei confronti dei giovani, soprattutto) Univano, in consonanza, una Tecnica Raffinata nel Trattare la “pelota”, sì che il loro Apporto nelle singole partite e nel bilancio finale delle stagioni calcistiche, in cui Si erano Impegnati, Risultava oltremodo Decisivo, Vincendo e Facendo Vincere ai loro sodalizi tutto quello che c’era da Vincere. Cassano, da quando nel dicembre del 1999 ha esordito in serie A, cioè ben 14 anni fa, ha vinto pochissimo e ciò che ha vinto non è stato per merito suo o per la sua carismatica regia, come fu per i Campioni di cui, dianzi, Discorremmo. Episodiche le sue prestazioni di eccellenza, episodi i suoi esaltanti gesti tecnici! Ad esempio, buona la sua prestazione in italia – germania negli ultimi europei, notevole l’ “assist” a mezza altezza che nella medesima partita permise a balotelli di segnare di testa il primo “goal” alla squadra teutonica, ma nella finale con la spagna cassano fu, letteralmente, latitante, sì da costringere prandelli a sostituirlo. E’ grave la dicotomia, l’alternativa esistenziale che cassano pone ai ragazzi di bari vecchia, dove è nato, e comunque di tutti i quartieri degradati, socialmente, economicamente, culturalmente: “Se non fossi diventato un campione (?) di calcio, sarei diventato un delinquente”. Verga c’insegna, raccontando il naufragio sociale dei ”vinti” che se ci sradichiamo dallo scoglio nativo per inseguire chimere, secondo la selezione naturale, solo pochissimi riusciranno ad acchiapparle, gli altri, come bastianazzo, o affonderanno con la barca nel mare in tempesta o finiranno in galera, come toni o, se femmine, saranno costrette, per vivere, a darsi al mestiere più antico: alla prostituzione. Invece, cassano, se fosse stato capace di dare nobili insegnamenti ai giovani, avrebbe dovuto dire che si può essere felici, realizzarsi, pur non diventando miliardari, come lui, dalla Natura, particolarmente, dotato di “piedi buoni”, nello o con lo Studio, Imparando bene un mestiere, o Esercitando mille altre oneste attività. Quale il “magistero” di cassano? Sfasciare, addirittura, le “ferrari”; essere capaci di guidare una macchina, inclinandola su due ruote; fare sesso la notte precedente le partite da giocare, escogitando nefandi, sordidi machiavelli; ingioiellarsi, orecchinarsi, come una “maitresse” di squallidi casini (omofilia latente ?); tatuaggi da galeotto in tutto il corpo; usare un linguaggio scorretto dal punto di vista grammaticale, sintattico, concettuale, dell’organizzazione del pensiero, etico. I ragazzi di bari vecchia, che lo mitizzano tanto, apprezzano e portano a casa un sogno, che non apparterrà a loro, e lo custodiscono nello zaino, quando finiscono al “fornelli”, il carcere minorile barese. Quale Nostalgia del Tempo in cui la televisione, non facendo dei cassano gli ascoltatissimi “maitre à penser”, permetteva, pur, ”il canto del cigno” al pasoliniano mondo ”vergine” delle Borgate, che il Poeta di Casarsa Rappresentava nelle sue Opere, e Usando il Linguaggio degli Abitanti di Esse, Operava l’Opposizione di “questo” mondo al “resto” del mondo!
Pietro Aretino, già Detto Avena Gaetano
pietroaretino68@email.it
Pubblicato il 6 Marzo 2013