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C’è anche il commissario per il nodo ferroviario nord barese nello “Sblocca cantieri”

Tra le 15 opere pubbliche complesse per le quali il premier Draghi ha trasmesso al Parlamento l’elenco dei commissari da nominare come ultima fase del decreto legge “Sblocca cantieri” ci sono anche quattro interventi che riguardano la Puglia. Ossia, il nodo ferroviario Bari-Nord ed il raccordo ferroviario fra la stazione centrale di Brindisi e l’Aeroporto del Salento per i quali è stato indicato a commissario l’ingegner Roberto Pagone; il completamento dell’infrastrutturazione nel porto di Brindisi per il quale è stato scelto il presidente dell’Autorità portuale del Mar Adriatico Meridionale, l’avvocato Ugo Patroni Griffi ed il secondo lotto della Statale 275 Maglie-Santa Maria di Leuca con l’indicazione di un dirigente dell’Anas, l’ingegner Vincenzo Marzi, che sta già seguendo l’attività di completamento del primo lotto. E nella seduta di ieri della Commissione Trasporti della Camera è stato approvato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in cui sono stati indicato tali nomi per gli innanzi citati interventi strutturali scelti dal Governo per il commissariamento nella nostra regione. Per quanto riguarda il nodo ferroviario a nord del capoluogo pugliese va evidenziato, però, che trattasi al momento soltanto di un commissariamento legato alla complessità progettuale dell’intervento e non a quella esecutiva, che è prematura in quanto per lo stesso non c’è ancora un progetto esecutivo, né tantomeno un progetto preliminare. E, quindi, manca del tutto l’impegno di costo dell’opera nella legge di Bilancio dello Stato. Infatti, per quanto concerne il nodo ferroviario nord barese – come si ricorderà – il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione e lo sviluppo sostenibile lo scorso 15 febbraio ha approvato il finanziamento del progetto preliminare di Rfi (rete ferroviaria italiana), per il quale nella legge previsionale del Bilancio statale 2022 risultano stanziati poco più di 5 milioni di euro. Il nodo ferroviario nord barese riguarda – come è noto – una variante ferroviaria della lunghezza complessiva di 11,2 km che dovrebbe sostituire i circa 5 km della tratta Adriatica di Rfi che attualmente attraversa i centri abitati di Palese Macchie e Santo Spirito, con la presenza di ben sette passaggi a livello interni all’area urbana. Infatti, la proposta progettuale di Rfi è quella si spostare i binari fuori dell’abitato con l’aggiramento all’esterno dei due centri attualmente interessati dal passaggio giornaliero di oltre duecentoventi convogli, il cui numero diventerà molto di più con l’introduzione entro il 2026 del programma di “Alta capacità” ferroviaria sulla tratta Bari-Napoli. E, quindi, con un notevole aumento sia della velocità dei treni che del numero giornaliero di transiti. E’ scontato, però, che i tempi di esecuzione e completamento dell’opera ferroviaria pensata per ovviare alle problematiche di Rfi esistenti da tempo immemorabile a nord del capoluogo, saranno di certo di gran lunga superiori a quelli dell’entrata in esercizio del programma di “Alta capacità” per il quale, tra l’altro, Rfi sta già eseguendo gli interventi di adattamento necessari anche sulla tratta che dovrà, eventualmente, essere sostituita con la nuova opera di aggiramento dell’area urbana. E, in questo caso, il condizionale è d’obbligo, considerato che si tratta di un’opera il cui iter sia tecnico che burocratico è solo agli inizi. Per cui l’esito finale è auspicabile, ma che comunque ad oggi presenta ancora un margine di incertezza molto elevato, visto che in passato in altra occasione un progetto di interramento (in galleria o in trincea) della stessa tratta, con una lunghezza di appena 4,2 km complessivi e con un costo preventivato di esattamente la metà di quello di cui ora Rfi si accinge a progettare in via preliminare, fu lasciato cadere nel nulla nel 2010, in favore dell’intervento di spostamento dei binari nella parte sud di Bari, dove tra l’altro – come è noto – la linea non era interessata né dagli stessi gravi problemi e rischi tuttora presenti nella parte nord, né tantomeno sarebbe stata interessata a breve dall’Alta capacità, come invece lo saranno i binari che attraversano l’abitato di Palese e Santo Spirito. Infatti, prescindendo dall’esito finale della proposta progettuale di Rfi e che comunque a Palese e Santo Spirito si auspicano vada a buon fine sia pur con tempi non brevi, entro il 2026 la tratta interna all’abitato del V Municipio di decentramento barese sarà interessata dal passaggio di treni che transiteranno ad una velocità superiore ai 200 km/h e, quindi, sarà necessario l’innalzamento di muri al posto degli odierni pp.ll. E per alcuni di questi saranno già in fase di gare entro fine anno le opere sostitutive approvate dal Comune nel 2020. Ora, infatti, resta da capire se per ben tra pp.ll. di Rfi che interessano il centro abitato di Palese e per i quali il Comune non ha ancora completato la procedura autorizzativa alla soppressione, la competenza per la chiusura con i muri degli stessi resterà ancora in capo all’Amministrazione barese, oppure con il recente decreto del premier Draghi viene messa in capo al commissario Pagone, che è un dirigente di Rfi. E, vale a dire, in capo alla stessa Azienza che ha presentato la proposta del progetto di spostamento esterno dei binari, ma che è anche la stessa interessata a murare quanto prima i tre innanzi detti pp.ll. interi a Palese per la messa in esercizio dell’Alta capacità. Se così fosse, per i palesini al danno potrebbe aggiungersi la beffa, poiché in questo caso l’Amministrazione barese se ne laverebbe le mani per una questione tanto spinosa, ma di cui di certo non potrà chiamarsi fuori da responsabilità con i cittadini dell’intero V Municipio.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 6 Aprile 2022

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