Cronaca

C’è già un primo risultato per la candidatura di Emiliano

La candidatura del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a segretario nazionale del Pd, a prescindere dagli sviluppi che potrà avere nel partito, un primo apprezzabile risultato nel dibattito politico lo ha già sortito. Infatti, l’aspirazione di Emiliano a fare il capo di un partito politico, quindi un esponente dell’Ordine giudiziario, qual è tuttora il governatore pugliese, sia pur fuori ruolo perché in aspettativa, che fa anche il leader politico senza abbandonare la toga, ha riesumato la vecchia questione, finora irrisolta e, forse, anche non sufficientemente normata, circa la presenza delle toghe in politica. Ed, in particolare, l’antica problematica della compatibilità tra appartenenza alla Magistratura ed attivismo di partito. Ed è proprio su tale questione che si è aperto un dibattito nello stesso partito di appartenenza di Emiliano, il Pd per l’appunto, nel quale ci sono esponenti che ritengono l’argomento fuori tempo e pretestuoso perché, a loro dire, finalizzato solo ad intralciare e danneggiare la corsa alla segreteria del governatore pugliese, altri invece lo considerano un tema essenziale a far chiarezza sui ruoli e per la credibilità della stessa Magistratura che in uno Stato democratico e di diritto, oltre ad essere realmente “indipendente”, deve anche apparire. A dire la sua sulle polemiche, che man mano che ci si avvicina alle primarie del Pd previste per il prossimo 30 Aprile divampano sempre di più su questo tema, tra i sostenitori dei tre candidati alla segreteria nazionale del partito (ossia Emiliano, Matteo Renzi ed il ministro della Giustizia, Andrea Orlando), è recentemente intervenuto il presidente della commissione 
Bilancio della Camera e sostenitore di  Emiliano al congresso Pd, il pugliese Francesco Boccia, che sul suo sito ha commentato: “Con una tempistica che lascia non pochi dubbi, dal momento in cui Emiliano ha deciso di sfidare Renzi al congresso del Pd é tornato prioritario il dibattito dei magistrati in politica. Come sempre, nonostante i tanti magistrati fuori ruolo che ricoprono e hanno ricoperto ruoli istituzionali anche in quota Pd, il tema si é riaperto per inseguire un ‘problema’ che oggi si chiama Michele Emiliano; purtroppo la segreteria Renzi ha fatto spesso cosi”. Infatti, ha poi ricordato Boccia: “Emiliano é sempre stato d’accordo nel 
fissare un confine netto per il ‘dopo’. Quindi, per l’ex fedelissimo pugliese di Enrico Letta, il governatore della Puglia “se eletto segretario, si  batterà per una legge seria e che duri nel tempo”. Oggi, invece, – secondo Boccia – pare che “ci sia ancora un approccio da scorciatoia” sulla questione. Per cui, anche per il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, se la candidatura di Emiliano a segretario del Pd è servita a far scoprire a buona parte del mondo politico parlamentare che la problematica delle “toghe in politica” era una questione da normare, è già un primo risultato conseguito. Infatti, ha inoltre commentato Boccia: “in passato ci si è girati sempre dall’altra parte”, perché “ci sono stati per decenni casi di magistrati che hanno raggiunto posizioni di vertice nelle istituzioni” senza che accadesse alcunché. “Non vorrei – ha esclamato il deputato Pd della Bat – che ora il problema fosse fare politica nei partiti”, perché a suo dire “il problema é cosa fanno dopo (ndr – i magistrati scesi in politica)”, spiegando che é su questo che si aspetta un contributo dal gruppo dirigente del Pd e che invece ancora non vede. Infatti, ha continuato Boccia: “anche stavolta il Pd guidato da Renzi ha preso atto del problema quando é diventato visibile”. Ed ancora: “E’ così la vicenda magistrati in politica andava regolamentata quando si é posto davanti il problema, così come con i voucher per il referendum, così come per i risparmiatori dopo le obbligazioni subordinate, così come per la scuola dopo che gli insegnanti non sono andati nelle scuole”. Per poi concludere con lo slogan: “Con Michele Emiliano segretario, il Pd e il Paese non vivranno più in emergenza, ma i problemi saranno affrontati sempre prima per prevenirli”. Quindi, il deputato Pd della Bat evidentemente è convito che il governatore pugliese possa battere nella corsa alla segreteria sia Renzi che Orlando. Non è invece dello stesso avviso il  capogruppo del neo partito di Mdp (Movimento democratici e progressisti) a Montecitorio,  Francesco Laforgia, che  a Bari, prima di un incontro alla Fiera del Levante con simpatizzanti ed adepti pugliesi della neo nata formazione politica di sinistra, ha dichiarato: “Non partecipiamo al voto del congresso del Pd, perché non ne facciamo più parte”, però “facciamo il tifo per candidati che hanno voluto mettersi in campo per cambiare la stagione renziana del Pd”. Però, il timore di Laforgia è che questi ultimi non ce la faranno comunque. E ciò non solo perché – ha spiegato ancora Laforgia – il risultato a favore di Renzi sembrerebbe abbastanza scontato, ma soprattutto perché quel progetto non è più modificabile nel suo impianto. Quindi, il capogruppo di Mdp alla Camera ha lanciato “un grande in bocca al lupo” ad Emiliano, annunciandogli che gli ex Pd, ora di Mdp, lo aspettiamo a braccia aperte nella formazione politica nata dalla scissione il prossimo 30 Aprile. Sottintendendo, evidentemente, dopo la sua sconfitta nella corsa a segretario. Però, Emiliano potrebbe lanciare un analogo e contrario appello agli scissionisti del Pd, se a vincere il Congresso fosse lui od Orlando.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 24 Marzo 2017

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