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C’è l’accordo, anzi no. E sulla mensa ora la Asl Ba rischia risarcimenti milionari

Mensa, impugnazioni e sprechi all’azienda sanitaria del capoluogo, la più grande della Puglia, con l’Azienda Sanitaria di Bari che rischia di bruciare una decina di milioni di euro per il mancato accordo coi sindacati sulla distribuzione dei buoni-pasto in sostituzione del servizio mensa che ancora non c’è. Una storia che interessa circa 5.500 dipendenti mentre “stranamente” i vertici aziendali dimenticano di impugnare diverse sentenze, liquidando il risarcimento solo a una settantina di dipendenti. Discriminando così, dicono i sindacati, altre migliaia di lavoratori che vantavano lo stesso diritto. Infatti, come emerge anche dalla relazione che l’estate scorsa il direttore generale Colasanto ha consegnato al capo della giunta regionale per difendersi dalle accuse di una una ben più vasta ispezione ministeriale in uffici e servizi Asl, il riconoscimento del diritto al buono pasto è stato per anni disatteso dalla stessa azienda sanitaria. Ciò ha prodotto, bisogna ricordare, un contenzioso enorme con il personale, fin dal 2007, quando i dipendenti interessati alla questione  –oltre cinquemila- ottennero sentenze di primo grado favorevoli al riconoscimento del diritto alla mensa. «Si ritiene – si legge nelle conclusioni della ispezione ministeriale – che mediamente tali spese possano stimarsi in non meno di 1000 euro per singolo ricorso, di cui 500 euro per Ctu con un potenziale costo complessivo pari a 5 milioni e mezzo, ai quali occorre aggiungere la sorte capitale». Insomma, la mensa rappresenta ancora una tribolazione per l’Asl di Bari: prima è stato istituito dalla precedente direzione generale, poi è stato revocato, e infine negato ai lavoratori. <>, rimarca senza tanti giri di parole il segretario generale dell’Unione Sindacati dell’Impiego Pubblico/Privato, Nicola Brescia. <>. E così, con le delibere n.1940, 1944 e 1945 del 16 e 17 ottobre è stato stabilito di liquidare il risarcimento solo ad alcuni lavoratori, poiché il settore legale si sarebbe lasciato sfuggire la impugnazione di altre sentenze, in particolare nei confronti di un avvocato, moglie di un dirigente sindacale. Stranezze che l’Usppi, adesso, potrebbe denunciare direttamente a Procura della Repubblica e della Corte dei Conti. A conti fatti, sempre secondo il maggiore sindacato autonomo che si occupa di sanità, sono più di settemila i lavoratori che chiedono chiarezza, invitando il direttore generale a dare le dovute spiegazioni. “E’ assurdo in una fase così grave creare i presupposti per ulteriori sprechi nel servizio pubblico, ignorando il piano di rientro e gli accordi già sottoscritti che farebbero risparmiare l’azienda sanitaria”, spiega ancora Nicola Brescia . Che mette l’accento sula transazione già sottoscritta dal precedente direttore Asl Nicola Pansini, ratificata da un’altra delibera risalente a fine giugno 2011. Un atto inspiegabilmente sconfessato dal successore, Colasanto, nonostante nel provvedimento fossero confluite le richieste di migliaia di dipendenti beneficiari per contratto del diritto al buono pasto nel triennio 2008-2010. Secondo l’intesa i dipendenti avrebbero percepito – nella busta paga di agosto un acconto di 1.440 euro per chi opera su due o tre turni di lavoro e 1200 euro per il turno unico, più un saldo ad aprile 2012 di 720 e 600 euro. Nell’intesa i sindacati avevano anche rinunciato al risarcimento dei buoni pasto dei primi dieci mesi del 2011, arrivando a ratificare una transazione per gli anni dal 2002 al 2007, in modo da garantire lavoratori e azienda, assicurando ai primi il riconoscimento del danno cagionato negli anni passati e alla ASL un notevole risparmio rispetto alle perizie legali del Tribunale, ai primi dieci mesi del 2011 e all’agevolazione dei pagamenti differiti in più rate. Ed ora, col rischio che se non si perfeziona l’intesa, il contenzioso legale produrrà un danno con una perdita che supera i 10 milioni di euro, resta la rabbia di migliaia di medici, impiegati e paramedici senza soldi, rimborsi e mensa….

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 31 Ottobre 2014

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