Cronaca

Ceglie del Campo: ritrovata la tomba di un bambino

 Ritrovata a Ceglie del Campo, borgo della periferia di Bari, una tomba antica contenente i resti di un bambino di epoca romana o peuceta (gli archeologi non si sono ancora pronunciati) ed il suo corredo funebre, durante gli scavi di ristrutturazione della rete idrica. Precisamente in via Francesco Rubini, traversa di via Umberto I, a poche centinaia di metri dal “cimitero della discordia” (ricordate la protesta, qualche mese, fa dei cittadini di Ceglie per la mancanza di loculi liberi dove seppellire i defunti?); i reperti di quel che appare come un’antica necropoli (ironia della sorte) hanno ritrovato la luce dopo centinaia di anni.Informazioni precise riguardo l’esatta origine storica dei ritrovamenti saranno disponibili soltanto domani: gli archeologi mantengono il riserbo a poche ore dalla scoperta.  Intanto cresce la curiosità dei cittadini. « Come cegliese chiedo che la cittadinanza venga informata in tempo riguardo i ritrovamenti archeologici –  dichiara Gaetano di Monte, esperto del territorio di Ceglie – la storia del nostro borgo appartiene a tutti i cittadini. È  giusto che chi di competenza renda pubbliche le notizie sugli scavi e che le Istituzioni si adoperino per valorizzare i reperti ». Proprio un rappresentante dell Istituzioni, seppur in via non ufficiale, sembra si recherà presto sul luogo del ritrovamento. È trapelata la notizia di una possibile visita, semi ufficiale, dell’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Bari, Marco Lacarra, sul luogo degli scavi. Attaccato, a volte ferocemente, dai cittadini cegliesi per la questione del cimitero, l’assessore avrà pensato che questa volta, di fronte ad un’altra questione di “interesse pubblico”, darsi latitante sarebbe stato un errore.  Questo ritrovamento segue una lunga serie di scoperte archeologiche iniziate più di un secolo fa nel territorio di Ceglie del Campo. «  Finché si tratta di scavi pubblici è facile bloccare i lavori, chiamare la soprintendenza e gridare alla scoperta – spiega Giovanni, nome di fantasia per un cittadino del luogo che vuole rimanere anonimo  – il problema sorge quando sono i privati a costruire, lì nessuno chiama gli archeologi e, quando questi presiedono agli scavi, una tangente finisce per zittire anche loro: così i lavori non si interrompono, si costruisce nei tempi prefissati e tutti sono contenti ».  La pratica di edificare su suoli ad alto valore archeologico, a dire degli stessi cittadini, sembra essere diventata una prassi a Ceglie. «  Si è sempre fatto così, tutti sanno che nel suolo del nostro antico paese sono nascoste reliquie di immenso valore – continua Giovanni – durante la costruzione di case e palazzi molte reliquie vengono rubate, distrutte o gettate via dagli stessi costruttori… alcuni addirittura li portano a casa e li mettono in bella mostra in qualche vetrina ».  L’operazione di saccheggio e distruzione dei reperti archeologici verrebbe compiuta in maniera sistematica. «  Una volta si è addirittura costruito di notte in una zona poco distante da dove si trova oggi la scuola elementare “Sedicesimo Circolo”, per evitare che qualche occhio indiscreto si interessasse troppo e potesse chiamare quelli della soprintendenza ». Le mazzette funzionano, ma se si possono evitare…  Noi del Quotidiano di Bari, al contrario, non amiamo stare zitti. Continueremo a tenere informati i cittadini sugli eventuali sviluppi di questa scoperta che potrebbe aprire una nuova era di scavi e perlustrazioni archeologiche in quel di Ceglie. Rimanete sintonizzati…
 
Mirko Misceo
 
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Pubblicato il 12 Maggio 2011

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