Cronaca

Centro ‘Messeni-Localzo’: a rischio i servizi per 250 alunni non vendenti

 L’anno scolastico è da poco finito e già si parano i problemi per il prossimo: a Bari pare che nessuno conosca il Progetto delle Attività Integrative Extrascolastiche attuato dalla Sezione provinciale di Bari dell’Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti per gli ottantacinque studenti con disabilità visiva, del Servizio trascrizione dei libri di testo per i trenta allievi frequentanti le scuole secondarie di II° grado e del  Progetto Centro Diurno e Assistenza Domiciliare per i ventisei videolesi adulti pluriminorati, tutti servizi attivati presso il centro “Messeni-Localzo” gbestito prima dalla Provincia e adesso dalla Città Metropolitana di Bari. Lo stesso Centro, che da anni assicura interventi educativo-riabilitativi ad oltre una settantina di alunni con minorazione visiva, secondo il Sindaco della Città Metropolitana di Bari, sarebbe a rischio di chiusura. Motivo? Di certo non è un problema da poco, né di pochi: non da poco, perché si tratta di “una serie di servizi specialistici, coordinati ed organizzati, di elevata qualità, che hanno prodotto grandi miglioramenti nel livello di autonomia personale, di istruzione e di inclusione scolastica e sociale dei videolesi e che ora rischiano di essere annullati, con il passaggio dalla Provincia alla Città Metropolitana. E non di pochi, perché, il numero di studenti ed adulti disabili visivi che godono di tali attività ammontano a oltre duecento. E tanti sono gli studenti – e le famiglie – che da settembre rischiano di veder scomparire quelle figure professionali specializzate e quei supporti educativi e riabilitativi che, fino ad oggi, hanno favorito e sostenuto la loro piena partecipazione alla vita scolastica e sociale. Il motivo: la provincia, che gestiva i servizi, non esiste più, la Città Metropolitana non funziona ancora, i fondi non ci sono né si sa se ci saranno. Tutto ciò, bene si sappia, nonostante la Giunta Regionale abbia approvato pochi giorni prima delle elezioni, cioè il 25 maggio scorso, una deliberazione in cui conferma alla Città Metropolitana di Bari il compito di assicurare i servizi di supporto per l’integrazione scolastica degli allievi disabili visivi e l’assistenza ai videolesi pluriminorati anche per l’anno scolastico 2015-2016, ad oggi gli amministratori della Città Metropolitana di Bari affermano che, a seguito dell’applicazione della L.56/2014 e dei tagli imposti dal Governo Centrale, non possono assicurare l’effettivo avvio dei servizi, determinando uno stato di confusione ed incertezza tra gli utenti disabili visivi, le loro famiglie e l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, che ha il compito della tutela morale e materiale dei non vedenti. Il Presidente del Consiglio Regionale dell’Unione Italiana Ciechi Giuseppe Simone batte i pugni sul tavolo, affermando che “se si dovesse verificare quanto paventato, si tratterebbe di una grave interruzione di pubblico servizio e che di conseguenza chiederò l’intervento e la tutela da parte della magistratura”. Anche il Consigliere del “Messeni” Luigi Iurlo getta benzina sul fuoco, ritenendo la situazione grave all’orizzonte, che metterebbe a repentaglio una delle esperienze più significative presenti in Italia di integrazione e socializzazione della disabilità visiva. Ecco la richiesta alle autorità competenti di “un immediato ripensamento”, sollecitando “l’attivazione di un tavolo di concertazione tra la Regione, la Città Metropolitana, le scuole, l’Unione Italiana Ciechi, le famiglie e gli operatori sociali per la verifica delle difficoltà e la ricerca di soluzioni per la stabilizzazione dei servizi e una pianificazione certa degli stessi”. Per finire il presidente della Sezione Ciechi barese Antonio Montanaro accende i riflettori su genitori e utenti disabili visivi che, in questa fase di tagli alle spese sociali, non possono sopportare il rischio che questi servizi possano essere interrotti e assicura il sostegno decisivo dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti alle loro legittime richieste. Ecco un altro gruppo di cittadini bisognosi costretti a pagare per i tagli a cure e servizi sanitari imposti da enti che, proprio sulla sanità, hanno imperniato per anni e anni veri e propri sistemi di potere basati su favori, sperperi e sprechi. 

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 26 Giugno 2015

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