Centrodestra: fallito anche l’ultimo “disperato” tentativo
Il vertice barese chiesto dal leader dei “ricostruttori” di Forza Italia, Raffaele Fitto, per fare un ultimo tentativo di riunificazione di tutte le anime del centrodestra pugliese su un unico candidato presidente della Regione, è clamorosamente fallito. Infatti, l’incontro tra tutti i partiti e le correnti del centrodestra pugliese iniziato a Bari alle ore 22 di mercoledì e poi prolungatosi nella mattinata di oggi (ndr – ieri per chi legge), per tentare di ritrovare l’unità della coalizione ed a correre con un solo candidato governatore, scegliendo tra Adriana Poli Bortone (FI e Noi con Salvini) e Francesco Schittulli (Ncd-Ap, Fdi e “ricostruttori” di Raffaele Fitto) è naufragato definitivamente alle ore 13, ossia a meno di quarantotto ore dalla scadenza del termine per la presentazione delle liste, che scade sabato alle ore 12. La trattativa si è interrotta quando il responsabile pugliese di Forza Italia, Luigi Vitali, abbandonando il tavolo convocato da Fitto, ha dichiarato: “Il candidato (ndr – presidente) di Forza Italia resta Adriana Poli Bortone. Per noi finisce qui. Il vertice è finito così come è partito. Non ci si poteva chiedere di ritirare la nostra candidatura”. Quindi, il tentativo di ricompattare il centrodestra, iniziato nella tarda serata di mercoledì e proseguito nella mattinata di giovedì fino alle ore 13 non ha sortito l’effetto sperato, per cui allo stato dei fatti il centrodestra in Puglia si presenterà diviso (salvo improbabili sorprese dell’ultimo minuto) alle regionali di fine maggio, con Schittulli e Poli Bortone in concorrenza tra loro, oltre che con gli altri candidati alla poltrona di governatore. La mancata convergenza su un candidato unico ha sortito, poi, un ulteriore ed inevitabile scambio d’accuse all’interno del centrodestra pugliese. Infatti, al termine Fitto ha ironicamente commentato: “Il dialogo tra Pd e Forza Italia prosegue”. E, continuando, l’eurodeputato di Maglie ha aggiunto: “Berlusconi segue l’intesa sotterrane con la sinistra, provando a regalargli la Puglia”. “Ma noi – ha rilevato inoltre Fitto – dobbiamo dimostrare ai cittadini che si conclude l’era di quel tipo di centrodestra, mettendo in campo proposte convincenti su temi di governo”. Poi, il ‘principe’ dei ribelli forzisti ha spiegato che a Berlusconi “le primarie fanno paura perché rappresentano il rischio che gli elettori facciano scelte diverse da quello che si immagina. Perciò – ha spiegato ancora Fitto – si é scelto di fare questo sfregio a questa regione”. Ed ha aggiunto: “Ho voluto questo incontro per dimostrare alla opinione pubblica quella che per me era una certezza: che si volevano solo regolare i conti interno a Fi nei miei confronti” e che “non c’era nessuna voglia di unire il centrodestra”. Ma a cospetto di quanto è accaduto nel centrodestra pugliese c’è chi si domanda se i comuni elettori pugliesi possono fare dei distinguo di responsabilità per la divisione del fronte che avrebbe dovuto contendere al centrosinistra la guida della Regione, dopo ben due sconfitte consecutive (nel 2005 e nel 2010). “Sconfitte – rileva ironicamente qualche bene informato – riportate non certo in precedenza per colpa di Berlusconi!”. Per cui, proseguendo, lo stesso bene informato aggiunge: “Ora che le forze politiche di centrodestra sono ormai spaccate e, con la divisione dello schieramento, regalano praticamente a tavolino la vittoria al centrosinistra alla Regione per la terza volta, la stragrande maggioranza degli elettori pugliesi dovrebbe soffermarsi a valutare le beghe interne a Fi e fare l’analisi delle colpe?”. E, concludendo, seccamente esclama: “Impensabile, perché è molto più probabile che il 31 maggio prossimo diserti le urne”. Infatti, è del tutto evidente che la divisione del centrodestra pugliese renderà la competizione regionale meno incerta per il candidato governatore del centrosinistra, Michele Emiliano, ma allo stesso tempo provocherà una forte caduta di tensione nell’elettorato pugliese, con la conseguente disaffezione di una parte consistente dalle urne. Quindi, se da un lato la partita delle prossime regionali sembra ormai chiusa a favore del candidato governatore del centrosinistra, come confermerebbe anche un recente sondaggio Swg, commissionato dal Pd nazionale, che vede Emiliano in vantaggio su tutti gli altri candidati presidenti, dall’altro la stessa partita è ancora tutta da giocare sul fronte sia della percentuale di partecipazione al voto che di risultato per chi dovrà piazzarsi secondo e, quindi, conquistarsi l’unico seggio in consiglio regionale riservato al miglio candidato presidente perdente. E le regionali pugliesi, questa volta, a parere di molti si giocheranno preminentemente per tale obiettivo. Infatti, a contendersi il secondo posto in classifica non saranno verosimilmente solo i “duellanti!” dei due schieramenti di centrodestra, ma potrebbe esserci anche un terzo esponente (forse a loro incomodo) che è la giovane Antonella Laricchia, candidata del “Movimento 5 Stelle” alla presidenza della Puglia. Però, secondo qualche addetto ai lavori della politica pugliese, la “vera sorpresa” delle prossime regionali non sarà quella che può uscire dalle urne, ma quella che potrebbe verificarsi dopo, negli assetti della maggioranza destinata verosimilmente a governare la Puglia. E se si avverasse tale previsione, allora i pugliesi che rimpiangeranno la gestione del governatore uscente Nichi Vendola, probabilmente non li si troverà soltanto tra quelli di centrosinistra, ma anche su altri e contrapposti versanti.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 1 Maggio 2015